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Dopo il pestaggio in pensilina le ronde, ma 'sono illegali’

L'episodio di violenza giovanile preoccupa Karin Valenzano Rossi, capodicastero sicurezza di Lugano, che stigmatizza chi propone ‘giustizia fai da te’

La pensilina rimane una zona sensibile e sotto controllo
(Ti-Press)
7 agosto 2025
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«Tali pratiche sono illegali, pericolose e contrarie ai principi dello Stato di diritto. Il contrasto alla violenza non può e non deve mai essere lasciato all’improvvisazione o all’arbitrio di privati, che tra l’altro inneggiano ad altra violenza. In una società civile, la sicurezza deve evitare iniziative estemporanee, che rischiano di aggravare le tensioni e alimentare il clima di insicurezza. Sembra a onor del vero una scusa per esercitare ulteriore violenza, con il pretesto di fare giustizia. Tutti temi sociali sempre più preoccupanti, che devono far riflettere ognuno di noi». Non usa giri di parole Karin Valenzano Rossi, municipale responsabile del Dicastero sicurezza di Lugano, nel commentare il post sui social che ha proposto ronde in città dopo il pestaggio divampato alla pensilina di Botta la notte del Primo agosto.

‘L’opzione presìdi fissi non è esclusa’

«La Polizia cantonale è informata di queste dichiarazioni che minacciano spedizioni punitive. È importante sempre informare la Polizia cantonale, che è competente per questo genere di aspetti o sospetti di possibili reati. La sicurezza urbana è un pilastro fondamentale del benessere della nostra comunità e vogliamo evitare escalation di violenza inutile e gratuita», dichiara Valenzano Rossi. La municipale non nasconde la propria preoccupazione: «La Città di Lugano, la polizia comunale e quella cantonale sono consapevoli delle recenti problematiche emerse nel comparto del centro, dove si sono verificati episodi di violenza. Questi fatti preoccupano profondamente e si stanno facendo approfondimenti e verificando ulteriori possibili strumenti di intervento. È già stato attivato un dispositivo di presenza rinforzata e mobile, per presidiare in modo dinamico i punti più sensibili. Questa scelta tattica consente un impiego più efficace delle risorse, adattandosi al contesto mutevole e garantendo tempestività d’intervento. L’opzione di presìdi fissi non è esclusa e resta sul tavolo come strumento valutabile, in stretta collaborazione con gli altri partner luci blu, in particolare la Polizia cantonale».

Come faranno a trovare un lavoro?

Le botte che un gruppo di giovani, di cui quattro minorenni e due 18enni, ha dato a un 19enne il giorno della Festa nazionale inquietano, soprattutto per le modalità e l’intensità della colluttazione. «Un episodio che è sempre di troppo – spiega la responsabile del Dicastero sicurezza di Lugano –. Questi ragazzini stanno visibilmente gridando aiuto, ma manca una presa a carico educativa e di reinserimento. Questi giovani saranno gli adulti di domani, come faranno a trovare un lavoro con un casellario giudiziale con reati di questo genere? Questo aspetto è il vero tema che deve preoccupare tutti come società e come genitori». D’altra parte, aggiunge Valenzano Rossi: «Capisco il cittadino che vedendo l’agente di polizia si sente più sicuro ma è purtroppo solo una percezione. Non intendo banalizzare questa legittima sensazione. Però, questo è un fenomeno che esiste, è molto ampio, è crescente e ci deve allarmare come società. Spesso in queste situazioni c'è un forte abuso di alcol anche tra minorenni e ci vorrebbero forse delle campagne nazionali efficaci contro gli effetti negativi degli eccessi di alcol. Il problema è strettamente legato all’educazione. Se le famiglie non ce la fanno, dev’esserci lo Stato attraverso la scuola e la rete sociale ad attivarsi».

Cercare risposte al disagio crescente

«La Città di Lugano, statistiche alla mano, è e resta la città più sicura in Svizzera, ma non è immune da questa tendenza di violenza crescente tra i giovani. Questa è una tendenza che va presa seriamente e come detto vanno messe in campo misure adeguate a più livelli, con la collaborazione di tutti, senza ingenerare inutili polemiche o fomentare ulteriore escalation di violenza tra i giovani, per motivi futili». Un’escalation che permane monitorata dalle autorità: «Da qualche anno abbiamo attivato un tavolo di dialogo e di riflessione sulla violenza giovanile, tra dicasteri cittadini, coinvolgendo l’Arp e la magistrata dei minorenni. L’obiettivo è sempre quello di cercare di capire e identificare una o più risposte adeguate. Ci siamo accorti che l’età dei protagonisti di queste risse si è abbassata sempre di più. La polizia della Città collabora bene con il gruppo giovani della polizia cantonale. Ma non si può rispondere a questo fenomeno sociale di disagio crescente con schieramenti di polizia e certamente nemmeno con le ronde private». In attesa che parta a Lugano il progetto che coinvolge la Città, i servizi cantonali e operatori sociali per far emergere eventuali malesseri ed esigenze giovanili (ndr edizione di ieri) ricordiamo che, nel caso specifico, i protagonisti sono residenti fra Luganese e Mendrisiotto e sono indagati a vario titolo per tentato omicidio, lesioni gravi, lesioni semplici e aggressione.

I City Angels cercano volontari

Dal canto loro, le forze dell'ordine, interpellate dalla ‘Regione’ confermano e sottolineano “l’importanza di sempre segnalare alla Polizia cantonale eventuali reati di cui si viene a conoscenza. Questo senza creare situazioni di potenziale pericolo per sé stessi e gli altri o commettere a propria volta delle azioni penalmente perseguibili. Per le problematiche riguardanti l’ordine pubblico ci si può rivolgere direttamente agli organi di competenza del Comune”. Antonio Chiarella, presidente e coordinatore dei City Angels Svizzera, sezione di Lugano chiarisce: «Le ronde non vanno bene, non si può prendere il posto della polizia. Bisogna fare prevenzione, stare in mezzo ai giovani, ascoltarli e conoscerli e impostare qualcosa a livello scolastico ed educativo, tenendo conto che questi episodi ci sono sempre stati e capiteranno ancora. Una volta non c’erano i social e le risse non venivano così tanto pubblicizzate, nemmeno sui giornali». Quando vedete una rissa come reagite? «Se non è ancora scoppiata e riusciamo a interagire con i protagonisti, interveniamo cercando di calmare gli animi. Altrimenti, allertiamo la polizia. Purtroppo c’è microcriminalità anche a Lugano malgrado gli agenti di polizia siano molto presenti», risponde il presidente dei City Angels, presenti in città da 11 anni e alla ricerca di volontari, per continuare l’attività di prevenzione ed essere almeno in trenta per riuscire a coprire il territorio tutti i giorni sette giorni su sette.

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