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Condannati due ladri per un colpo da 430mila franchi

Furto lampo in centro a Lugano ai danni di una turista. Tra la refurtiva, un gioiello non ritrovato, ma per la Corte il racconto della vittima è ‘lineare’

Ladri in pieno centro
(Ti-Press / archivio)
11 agosto 2025
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Lugano è considerata da molti una città sicura, soprattutto da chi arriva dall’estero. Proprio questo senso di sicurezza è stato al centro del processo odierno alle Assise correzionali di Lugano, dove si è discusso del furto subito nel maggio 2024 da una turista asiatica in pieno centro, in un luogo che lei riteneva sicuro e che «l’ha portata ad abbassare la guardia», ha ricordato il presidente della Corte, Marco Villa. A processo due cittadini ungheresi, all’epoca dei fatti amanti: un uomo di 51 anni e una donna di 43. Il furto è stato rapido, invisibile agli occhi dei presenti, ma non a un agente in borghese che ha notato movimenti sospetti e allertato i colleghi. La coppia, però, dopo un semplice controllo in dogana è riuscita a rientrare in Ungheria senza conseguenze immediate. In seguito, la vittima ha sporto denuncia e la coppia è stata rintracciata, estradata in Svizzera e posta in detenzione preventiva.

I due, condannati rispettivamente a 10 mesi di carcere (l’uomo) e 10 mesi sospesi per 3 anni (la donna), hanno sostenuto di trovarsi a Lugano per una semplice fuga d’amore, lontano dall’Ungheria per non destare sospetti sulla loro relazione extraconiugale. Appena arrivati in città, però, sono andati in un bar affollato in Piazza della Riforma e, dopo soli 21 minuti, hanno sottratto una borsa appoggiata a terra, probabilmente ignari del contenuto: 400 euro, 700 franchi, una sciarpa in cashmere da 1'500 franchi, un anello da 7'600 franchi e, soprattutto, un secondo anello in oro bianco con diamante del valore di 410’000 franchi. Il furto è stato ammesso da entrambi, ma proprio l’anello più prezioso è stato al centro del dibattimento, poiché mai ritrovato e, secondo i due imputati, inesistente.

‘Hanno fatto un colpaccio’

Per la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo si è trattato di «un’azione rapida, cinica e calcolata». L’assenza del gioiello non ne prova l’inesistenza: «Hanno avuto il tempo di farlo sparire. Hanno deciso di tornare immediatamente in Ungheria e questo dimostra un’unica ipotesi logica: i due si sono resi conto di aver fatto un colpaccio». La pp ha chiesto 2 anni di carcere per entrambi – per la donna con un anno di pena sospesa per 3 anni – e l’espulsione per 7 anni.

Per la difesa, invece, la versione della vittima non regge. L’avvocato Pascal Delprete, legale del 51enne, ha contestato il valore attribuito al bottino: «Non possiamo condannare solo sulla parola della vittima. In merito ai due anelli siamo nel campo indiziario. Senza di essi, il valore scende a 12mila franchi», chiedendo una pena di due mesi. Il legale della 43enne, Massimo Quadri, ha aggiunto: «Non c’è nulla agli atti che provi la presenza di gioielli così costosi. È poco credibile che la vittima non li abbia messi in cassaforte in albergo e li abbia lasciati incustoditi». Quadri ha dunque chiesto la scarcerazione della donna, che ha già scontato 9 mesi in detenzione preventiva, sottolineandone il ruolo marginale.

La vittima è stata credibile

Il giudice Villa ha però definito la testimonianza della vittima «lineare, non contraddittoria e disinteressata», affermando che l’atteggiamento degli imputati «dimostra che la donna era a conoscenza del furto e ha agito da correo». Allo stesso tempo, ha escluso che il viaggio fosse stato organizzato apposta per rubare: «Non sono arrivati in Svizzera con l’intento di commettere furti. È stata l’occasione a fare il ladro», considerando anche i precedenti dell’uomo, già condannato nove volte per reati simili, una delle quali con la stessa donna. La Corte ha quindi creduto alla versione della turista cinese, sottolineando però che «va considerata anche la prospettiva dei due ungheresi, che non potevano sapere cosa ci fosse nella borsa». Questo ha influito sulla determinazione della pena: si tratta di un furto, ma con una refurtiva «casuale». Nessun ladro, ha concluso Villa, «si aspetta di trovare un anello di tale valore quando ruba una borsa».