Figura di spicco della politica ticinese: da consigliere comunale di Montagnola a primo cittadino del Cantone. ‘Un uomo pragmatico’
«Un uomo pragmatico». E ancora: «Un vero politico». Con la scomparsa di Flavio Riva, avvenuta in queste ore, Collina d’Oro e l’intero Cantone Ticino perdono una figura di spicco della politica nostrana.
Nato a Cagiallo il 3 agosto 1933, architetto e impresario costruttore, Riva è stato un instancabile e appassionato protagonista della vita pubblica ticinese: consigliere comunale (1956-1964) e in seguito sindaco (1964-1988) di Montagnola, granconsigliere (1967-1991) e presidente del Gran Consiglio nel 1982 in quota liberale radicale. A questi ruoli si affiancarono numerosi legami con il mondo culturale, tra cui l’Associazione del Museo Hermann Hesse. Riva, nel 1977, fu anche l’artefice del gemellaggio con la città di Calw – città natale dello scrittore tedesco – e Montagnola.
A testimonianza della sua profonda dedizione alla res publica, nel 2022 pubblicò il libro autobiografico ‘Un impegno per la comunità’ (edita da Salvioni), un’opera che rappresenta non solo il racconto della sua vita, ma anche una preziosa testimonianza di un’epoca in cui la politica era anzitutto passione e responsabilità.
Questa stessa passione l’ha trasmessa anche alla figlia Sabrina Romelli, eletta in Consiglio comunale proprio quando il padre lasciava la carica. Romelli è stata sindaca per 17 anni – dapprima di Montagnola, poi di Collina d’Oro – e, proprio in merito all’aggregazione, ricorda che suo padre ne è stato uno dei fautori: «Era convinto che razionalizzare i servizi sarebbe stato un vantaggio per tutti. Conosceva bene la materia comunale e si teneva costantemente aggiornato sulle normative». Oltre all’impegno politico, la figlia ricorda con affetto il lato umano del padre: «Aveva sempre una parola buona per tutti. Era una persona pragmatica e per me è stato un grande esempio, sia nella carriera politica che, naturalmente, nella vita personale».
L’ultimo saluto è previsto per lunedì. A prendere la parola sarà anche l’attuale sindaco Andrea Bernardazzi, che lo ricorda con stima: «Era un pozzo di sapienza, una persona squisita, che viveva di amore, casa e politica. È stato uno dei pionieri della nostra politica lasciando una traccia profonda e duratura nel nostro Comune». Alla famiglia giungano le più sentite condoglianze da parte della redazione di Lugano.