Il rogo alla Stampa non è l'unico commesso dal 45enne. In Francia è sospettato di violazione di domicilio, aggressione e incendio intenzionale
Emergono ulteriori dettagli sull’incendio avvenuto il 12 agosto in una cella del carcere La Stampa di Cadro. L’uomo, che con il suo agire ha provocato il trasporto in ospedale di due detenuti e di un agente di custodia per lieve intossicazione da fumo, il giorno precedente (11 agosto) avrebbe dovuto consegnare il ricorso contro l’ordine di estradizione richiesto dalle autorità giudiziarie francesi. Tuttavia, ciò non è avvenuto.
Nelle settimane precedenti, un primo ricorso era già stato presentato alla Corte dei reclami penali (Crp), che però, “preso atto del contenuto molto confuso e poco comprensibile del gravame, dal quale risulta difficile delineare motivi e conclusioni” ha richiesto il 30 luglio di “completare il proprio reclamo” – si legge in una sentenza della Crp –. Il 4 agosto, il suo avvocato d’ufficio ha comunicato “la volontà di revocare il mandato conferitogli” e da allora il detenuto “è rimasto silente”, senza fornire i documenti richiesti dalla Corte.
Il detenuto – salvo ulteriore ricorso al Tribunale federale – sarà estradato in Francia, dove è sospettato di aver commesso – nel gennaio 2023 – i reati di violazione di domicilio, aggressione, danneggiamento e incendio intenzionale. Secondo quanto si legge nella sentenza, per questi fatti, la Francia ha richiesto l’estradizione per la serie di attività illegali che potrebbero costargli una condanna fino a 10 anni di reclusione.
Ricordiamo che il protagonista della vicenda si trovava inizialmente in carcere per scontare una pena legata alla violazione di un bando. Era stato fermato a fine luglio in Ticino, dopo aver ignorato un decreto di espulsione emesso da un tribunale della Svizzera romanda, in seguito a precedenti reati di natura patrimoniale. A questo quadro si era aggiunta l’accusa, relativa proprio al rogo in carcere: incendio intenzionale e danneggiamento.