Avviato un procedimento penale per presunta concorrenza sleale e violazione della legge sulla protezione dei marchi. La casa da gioco contesta le accuse
Il Ministero pubblico ha avviato un procedimento penale nei confronti del Casinò di Lugano per presunte infrazioni alla Legge federale contro la concorrenza sleale e alla Legge federale sulla protezione dei marchi. L’inchiesta è scattata in seguito alla querela sporta dalla società Donni Sas di Milano, che ha collaborato con la casa da gioco luganese. Lo ha reso noto la stessa società milanese. Dal canto suo, il presidente del Consiglio di amministrazione del Casinò di Lugano Emanuele Stauffer, interpellato in merito dalla ‘Regione’, si dice tranquillo e respinge le accuse.
L’indagine della Procura nasce dalla denuncia presentata dalla Donni Sas il 16 gennaio dell’anno scorso, con successivo complemento del 9 febbraio 2024, informa la società milanese che contesta “al Casinò di Lugano di aver continuato a proporre il gioco Paijiu anche dopo la scadenza del contratto di licenza esclusiva, avvenuta il 28 dicembre 2023”. Un agire, quello della casa da gioco, che secondo l’accusa “configura una violazione del diritto di marchio e un comportamento commerciale scorretto”. D’altro canto, Stauffer sostiene che i contatti con la società Donni Sas siano «iniziati nel 2022, per una collaborazione per promuovere questo gioco Paijiu». In effetti, continua il presidente del CdA della casa da gioco luganese, «il Paijiu, è vero, è stato utilizzato da noi e poi è sorta una discussione di natura contrattuale (molto banale). Ciò che però loro adducono è sostanzialmente che il nostro gioco, Pai Lunliu, autorizzato dalla commissione federale, sia stato copiato dal loro, cosa che noi contestiamo». Stauffer riconduce il tutto a «una banale controversia di natura commerciale fra due società».
La società italiana afferma che negli interrogatori avvenuti lo scorso mese di luglio, due dirigenti del Casinò abbiano “ammesso che il gioco Paijiu è stato offerto oltre la scadenza contrattuale, attribuendo l’accaduto a una ‘malinterpretazione in buona fede’ delle clausole contrattuali. Il gioco è stato ritirato il giorno successivo all’interrogatorio del 16 maggio 2024”. Stauffer, invece, spiega che il «Casinò di Lugano ha ottenuto l’autorizzazione dalla Commissione federale case da gioco il 10 febbraio 2023, dopodiché «il gioco “Pai Lunliu” (non il Paijiu) viene introdotto nelle sale del Casinò a partire dal 9 giugno 2023 fino al febbraio 2024, in seguito è stato dismesso perché non funzionava». Nel novembre e nel dicembre 2023, aggiunge il presidente del CdA del Casinò di Lugano «Donni invia diffide e successivamente formula accuse di violazione di marchio, design e concorrenza sleale, sostenendo una presunta confusione tra “Paijiu” e “Pai Lunliu”. Casinò Lugano ha sempre respinto gli addebiti: il gioco Pai Lunliu è il risultato di un proprio sviluppo e non viola alcun diritto di Donni: i giochi sono diversi per regole, design e impostazione, per cui non vi è alcuna violazione di diritti immateriali».
Parallelamente, afferma Donni, “è emersa una collaborazione tra il Casinò e la Supsi per lo sviluppo di un nuovo gioco, denominato Pai Lunliu. Durante tale processo, è stato trasmesso alla Supsi lo studio probabilistico del professor Brizzi, originariamente redatto per il gioco Paijiu, senza autorizzazione formale. Questo elemento ha sollevato ulteriori dubbi sull’uso improprio di documentazione protetta da diritti di proprietà intellettuale”. Come detto, Stauffer non è preoccupato, anche perché dal profilo economico, «la vicenda è di rilievo irrisorio: nel 2023 ‘Pai Lunliu’ ha generato incassi lordi di soli 11’586 franchi, e nel gennaio 2024 di circa 128.80 franchi. Incassi da cui detrarre la tassa sulle case da gioco del 45%. Stiamo parlando quindi di un gioco che ha generato, per il Casinò di Lugano, un incasso di 6’600 franchi. Una vicenda quindi corrispondente a questo importo…».