Il Municipio si unisce al dissenso espresso da Bellinzona, Lugano, Locarno, Mendrisio, scrive al Consiglio di Stato e alla Commissione della gestione

“Le presunte maggiori entrate a favore dei Comuni per il biennio 2026-2027 non possono essere considerate un reale beneficio: esse si fondano sull’aumento dei valori di stima, proprio mentre è pendente l’iniziativa popolare intitolata ‘Sì alla neutralizzazione dell'aumento dei valori di stima’, sostenuta da circa 16’000 firme. In questo contesto, è del tutto inopportuno e fuorviante pianificare entrate che potrebbero essere annullate dall’esito del voto popolare. Farlo equivale a prendere in giro i Comuni, contando su risorse che potrebbero non materializzarsi’. Comincia così la nota stampa del Municipio di Tresa che informa di aver trasmesso al Consiglio di Stato e alla Commissione della gestione e finanze del Gran Consiglio una comunicazione ufficiale di dissenso rispetto alle misure del Preventivo 2026.
Per le casse del Comune malcantonese, l’impatto finanziario delle misure proposte dal Consiglio di Stato e approvate dal Gran Consiglio è positivo per il 2026 (57’700 franchi) e per il 2027 (68’600 franchi). “Tuttavia, è doveroso evidenziare come questi effetti positivi risultino quasi del tutto annullati dai nuovi oneri gravanti sui Comuni, tra cui: l’aumento della partecipazione alle spese per le assicurazioni sociali, il contributo al sostegno alle famiglie e l’incremento della quota comunale nel trasporto pubblico regionale”, scrive il Municipio che esprime preoccupazione perché “il Cantone continua a introdurre interventi che si traducono in un ulteriore aggravio finanziario per i Comuni. Questa dinamica, ormai strutturale, contrasta apertamente con il principio sancito dal Decreto Morisoli e con gli obiettivi della riforma Ticino 2020”.
Per queste ragioni, il Municipio chiede alla Commissione di non approvare le misure contestate, affinché l’autonomia finanziaria dei Comuni non venga ulteriormente compromessa sulla base di previsioni prive di fondamento certo e si unisce al dissenso espresso da Bellinzona, Lugano, Locarno, Mendrisio e Chiasso – che hanno denunciato un trasferimento crescente di oneri sui Comuni senza un reale supporto, in contrapposizione al Decreto Morisoli, votato dal popolo, che impedisce riversamenti sugli Enti locali; la mancanza di una visione strutturale e di un reale coinvolgimento degli Enti locali e il mancato raggiungimento degli obiettivi della riforma Ticino 2020, concepita per semplificare i rapporti tra Cantone e Comuni.