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Lo scantinato come base per la cocaina, due condanne

Alle Correzionali un traffico di 96 grammi intercettato a Mendrisio. Agli imputati inflitte condanne di 18 e 10 mesi sospesi

Era destinata a consumatori locali
(archivio Ti-Press)
25 febbraio 2025
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Uno spacciatore albanese arrivato in Ticino per preparare, nello scantinato messo a disposizione da un consumatore locale, sostanza stupefacente da vendere. È questa la dinamica esaminata dalla corte delle Assise correzionali che – con due procedure di rito abbreviato – ha condannano un 29enne albanese a 18 mesi sospesi per un periodo di prova di due anni e un 46enne italiano, residente nel Mendrisiotto, a 10 mesi sospesi per un periodo di prova di tre anni. Il primo è stato espulso dalla Svizzera per 5 anni e il suo nome sarà inserito nel Sistema d’informazione di Schengen. Mentre per il secondo è stato riconosciuto il caso di rigore. Per la corte presieduta dal giudice Marco Villa entrambi sono stati giudicati colpevoli del reato principale di infrazione aggravata – in complicità per il 46enne – alla Legge federale sugli stupefacenti. L'operazione ha permesso di intercettare 96,6 grammi di cocaina con un grado di purezza compreso tra il 61 e il 74% e un imprecisato quantitativo di cocaina con un grado di purezza non determinato.

I fatti risalgono al 25 luglio dell’anno scorso, quando la Polizia ha sgominato il traffico. Come si legge negli atti d’accusa del procuratore pubblico Daniele Galliano, il 29enne è stato contattato da una terza persona – il suo nominativo compare in varie inchieste, ma non è ancora stata identificata – che gli detto di recarsi a Mendrisio a casa dell’abitazione del 46enne, dove era stata depositata della cocaina. L’uomo è quindi partito dalla Germania e ha raggiunto Zurigo, ha poi proseguito il suo viaggio verso il Ticino e “iniziato subito le operazioni di confezionamento dello stupefacente in sacchettini per la vendita al dettaglio a consumatori locali”. Il 46enne, si legge ancora, ha “intenzionalmente e ripetutamente aiutato, in almeno tre distinte occasioni, tre cittadini albanesi” con la sostanza stupefacente dopo essere stato contattato dalla già citata terza persona che gli aveva chiesto di “poter utilizzare lo scantinato della sua abitazione per permettere a cittadini albanesi di recarsi in Svizzera e confezionare delle dosi di cocaina destinate alla vendita al dettaglio”. Rappresentato in aula dal dott. iur. Matteo Recalcati, il 46enne, che dall'operazione non ha più consumato, ha ammesso di «essere pentito per quello che ho fatto».

Terminate le pratiche legate all’espulsione, il 29enne, difeso dall’avvocato Samuel Maffi, sarà invece rimpatriato in Albania dove tornerà «a fare il meccanico: ho tante richieste perché sono molto bravo».

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