Per il nuovo centro di compostaggio del vivaio di Lattecaldo due anni di lavori, svolti a tappe, e oltre 3 milioni di investimento a carico del Cantone
Sono stati necessari due anni di lavori, svolti a tappe, e un investimento di 3 milioni e 60mila franchi, a carico del Cantone, per realizzare il nuovo centro di compostaggio del vivaio forestale cantonale di Lattecaldo, nel quartiere di Morbio Superiore del Comune di Breggia. L’inaugurazione è avvenuta martedì, 6 maggio, alla presenza del capo della Sezione forestale cantonale, Roland David, del capo della Sezione della logistica del Dipartimento delle finanze e dell’economia, Giovanni Realini, e del capo azienda del vivaio forestale cantonale, Giona Mercolli.
«La nuova infrastruttura – come è stato ricordato nel corso del taglio del nastro – permette di dare continuità all’importante attività di raccolta e lavorazione del compostaggio, recuperando e valorizzando una materia prima vegetale locale per la produzione di fertilizzanti naturali e lo smaltimento degli scarti vegetali».
Ricordiamo, infatti, che il vivaio forestale è un’azienda cantonale nata nel 1960, che produce alberi e arbusti forestali di provenienza autoctona, impiegati per operazioni forestali, rinaturazioni e interventi di ingegneria naturalistica sia in ambito pubblico che privato. La sua nascita è legata alla comparsa in Ticino, nel 1948, della malattia del cancro corticale del castagno (Chryphonectria parasitica), che mise in allarme tecnici e autorità, tanto da ritenere che l’eliminazione delle selve castanili fosse solo questione di tempo. Per far fronte alla produzione di alberi destinati alle nuove piantagioni, nel 1960 il Cantone decise di dotarsi di un proprio vivaio scegliendo quale ubicazione Lattecaldo, allora frazione di Morbio Superiore, oggi Comune di Breggia. Da alcuni decenni nel vivaio forestale cantonale viene inoltre svolto il compostaggio degli scarti vegetali che, trasformati in composto, vengono riutilizzati direttamente nel vivaio per la concimazione dei campi e per la produzione di piantine da vaso.
Il nuovo centro di compostaggio, dunque, risponde «all’esigenza di adeguamento dell’impianto di compostaggio preesistente, in particolare per garantire in modo efficiente il trattamento dei volumi di materiale in ingresso, così come dell’impianto di depurazione delle acque». Si è reso inoltre necessario «provvedere al riordino delle vecchie strutture non più funzionali, così come realizzare un nuovo edificio per la lavorazione dei diversi prodotti». È stato infine allestito un nuovo piazzale pavimentato volto al deposito del compost maturo.
La struttura si sviluppa su tre livelli: il livello inferiore ospita un locale chiuso di lavorazione e una cella frigorifera con le semenze e le piante a radice nuda in attesa di essere invasate o messe in piantagione. Il livello centrale è dedicato per intero alla lavorazione del compost; in tale area il compostaggio viene vagliato e stoccato per permettere la “stagionatura” a secco del materiale. L’altezza della copertura garantisce gli spazi di lavorazione, compreso il carico su camion per mezzo del sollevatore telescopico. Il livello superiore, infine, oltre a fungere da parcheggio coperto per i mezzi necessari alle lavorazioni, agevola l’operazione di stoccaggio del compost nel piano sottostante.
Il nuovo piazzale per il compostaggio, come anticipato, è stato realizzato nello spazio compreso tra il nuovo edificio e l’impianto di depurazione. Il piazzale si collega con l’edificio attraverso un’apertura laterale ed è facilmente raggiungibile grazie alla strada sterrata esistente, situata al piede della scarpata superiore.
Ma come avverrà la produzione? Gli scarti vegetali in ingresso, accumulati nel punto di raccolta superiore, vengono triturati e trasportati sulla piazza per essere disposti in massimo quattro andane affiancate. Le dimensioni della pavimentazione consentono di creare andane di dimensioni ottimali per la maturazione del compost e l’agevole manovra per la movimentazione dei cumuli con il sollevatore o la macchina rivolta cumuli.
La realizzazione del nuovo piazzale e dell’edificio aumenta le superfici impermeabilizzate sul sedime, le cui precipitazioni vanno a incrementare significativamente i volumi di acqua che raggiungono l’impianto di trattamento: «Vista la natura del terreno a terrazzamenti e la differenza di quota, si è reso necessario creare una seconda linea di raccolta delle acque reflue in parallelo a quella esistente. Per quanto riguarda la depurazione, il sistema attuale mediante fitodepurazione è stato adeguato e migliorato» è stato infine evidenziato.