Il Municipio fatica a gestire il fenomeno e si è rivolto alle autorità del Distretto: ‘Serve uno sforzo comune’. Appello però anche ai genitori
Sono decine e decine e sono giovanissimi. Da mesi, ormai tutti i venerdì e i sabato sera, e nelle sere di libertà dalla scuola, si ritrovano nel ‘cuore’ di Coldrerio, sul piazzale del Parco San Rocco, in piazza o davanti alle scuole. Luoghi divenuti un vero punto d’attrazione per uno stuolo di ragazzi e ragazze. Per lo più hanno fra i 12 e i 16 anni – a volte però sono anche più piccoli – e arrivano da ogni angolo del Mendrisiotto e persino da oltrefrontiera. Un fenomeno che, settimana dopo settimana, ha fatto salire la temperatura della preoccupazione comunale, oltre al disagio nella popolazione turbata nella sua quiete quotidiana. Autorità e cittadini e cittadine sono, infatti, alle prese con schiamazzi, musica ad alto volume, vandalismi, scorribande con moto e motorini, magari in contromano – che a quanto pare si sono diradate negli ultimi tempi –, e comportamenti poco rispettosi. Senza trascurare il rischio che certe abitudini, come il fumo e il consumo di alcolici, si diffondano, appunto, tra questi giovanissimi. Il Municipio guarda, insomma, con apprensione a una realtà delicata e complessa e chiede di non essere lasciato solo; invocando una “azione congiunta e tempestiva”, divenuta inevitabile per scongiurare l’aggravarsi della situazione. Si è arrivati a interpellare pure agenti della sicurezza privata, ma gestire quanto accade non è semplice.
A inizio maggio l’Esecutivo locale aveva lanciato una sorta di ‘sos’, il primo, all’indirizzo dei colleghi della Città di Mendrisio, polo di riferimento per i servizi di Polizia e degli operatori di prossimità. Già in quella occasione il messaggio era stato chiaro: troviamoci e parliamone. Agli occhi della compagine municipale, serve, infatti, uno sforzo regionale. E la richiesta non è rimasta inascoltata: l’autorità cittadina ha risposto e ha partecipato a due incontri sul tema, presenti i capi dicastero Sicurezza e prossimità, Samuel Maffi, e Socialità e pari opportunità, Daniele Caverzasio. Coldrerio ha però scelto, ieri, di prendere posizione anche pubblicamente. Dopo aver scritto, nei giorni scorsi, a tutte le istituzioni politiche del Distretto, rilanciando l’idea di un “coordinamento a livello regionale”, rivolge ora “un importante appello anche ai genitori”.
Tatiana Solcà Audrino, sindaca di Coldrerio, non nasconde la difficoltà in cui si trova il Comune. «Come Municipio vorremmo evitare di arrivare a introdurre dei nuovi divieti e delle misure restrittive, che andrebbero a discapito di tutta la cittadinanza – ci dice la sindaca –. Capiamo le esigenze dei giovani e la loro necessità di avere dei punti di ritrovo, e qualche schiamazzo lo si può pure tollerare, ma i disagi oggi sono davvero tanti, in più si sono aggiunti dei danneggiamenti, con i relativi costi; e i vandalismi si fa fatica a tollerarli. Occorre quindi trovare, se possibile coinvolgendo pure le famiglie, una soluzione che possa soddisfare un po‘ tutti; una soluzione di equilibrio. Gli spazi – aggiunge Solcà Audrino – ci sono certo, ma vanno rispettati. Adesso poi a preoccuparci è anche l’aumento della presenza di alcol, questo un po’ ci allarma. I pericoli infatti ci sono». Da qui, fa capire la sindaca, l’esigenza di condividere una riflessione che coinvolge peraltro l’intero territorio. «Giunti a questo punto dobbiamo comprendere cosa fare e quali proposte si possono mettere sul tavolo».
Non ci si può dimenticare, in effetti, che di fronte le autorità hanno pur sempre dei minori. Anche gli agenti di Polizia calibrano il loro intervento, mentre gli operatori di prossimità cercano di entrare in contatto con i ragazzi, che si muovono sul territorio. «In queste situazioni – fa notare il municipale di Mendrisio Samuel Maffi – non ci sono risposte già preconfezionate e risolutive. Quanto alla Polizia deve agire secondo il principio di proporzionalità, visto anche la presenza numerosa di giovani a Coldrerio. Come Città polo, in ogni caso, abbiamo intensificato i controlli. Il tema, certo, andrà affrontato, cercando di individuare un giusto compromesso fra le richieste della popolazione e la voglia di incontrarsi e socializzare di questi giovanissimi. Tutto ciò con la consapevolezza che se non si riuscirà a trovare una soluzione, l’autorità di Coldrerio potrebbe anche prevedere misure più drastiche e una diversa gestione di questi raduni. A mio modo di vedere la comunicazione rappresenta un tentativo per non giungere a tanto». In altre parole, si potrebbero vietate gli assembramenti in determinati luoghi a determinati orari. Così come era avvenuto nel 2012 a Mendrisio, quando il Cantone aveva messo ‘off limits’ il piazzale della scuola media - divenuto meta di incontro - al di fuori dell’orario scolastico.
A sorprendere in questo caso, però, sono proprio la giovane dei ragazzi e le dimensioni di un fenomeno negli anni già emerso nel Mendrisiotto. «Si è constatato che alcuni genitori accompagnano i figli a Coldrerio, convinti siano diretti al centro giovani, sempre aperto e con una supervisione da parte degli adulti. La realtà, invece, non è questa: vengono per trovarsi tutti insieme in centro paese – rende attenti la sindaca di Coldrerio –. Ecco perché abbiamo pensato di rivolgerci alle famiglie. Innanzitutto, per informare sullo stato delle cose, in secondo luogo per sensibilizzare e richiamare alla responsabilità personale e promuovere la cultura del rispetto. La nostra speranza è quella di trasformare una situazione problematica in una opportunità per promuovere una convivenza armoniosa».
Sta di fatto che tanto la società civile che le istituzioni non potranno non misurarsi con questa tematica. Lo toccano con mano le volontarie di Telefono Sos Infanzia, da 36 anni in ascolto dei giovani in difficoltà. «Anche noi riceviamo diverse segnalazioni al Telefono come a La Sorgente, Associazione con la quale collaboriamo da tempo – ci conferma Tina Mantovani –. Infatti, tengo a ricordare che non accade solo a Coldrerio. Questi ritrovi sono presenti pure in altri Comuni. Tanto è vero che veniamo sollecitati a fare di più, soprattutto sul piano della prevenzione. In tal senso, abbiamo già preso contatto con l’amministrazione e ci siamo messi a disposizione nel solco della nostra piccola esperienza e dello scambio continuo che il Telefono ha con il Gruppo visione giovani e il sergente maggiore Mauro Mantovani».
Come hanno potuto rendersi conto a Coldrerio, il fenomeno è alquanto complesso. «La bacchetta magica non ce l’ha nessuno – richiama Tina Mantovani –. Ci si misura collaborando e sensibilizzando, in primo luogo i genitori, che non devono temere di chiedere aiuto, di parlarne con gli insegnanti. I ragazzi oggi crescono troppo in fretta e sfuggono di mano; e a volte si trovano coinvolti in qualcosa di sbagliato senza rendersene conto. Di recente a un Forum al quale abbiamo partecipato hanno preso la parola anche i giovani e ci hanno fatto capire che hanno bisogno di essere ascoltati e che gli adulti restino vigili». E prestare attenzione a questi fenomeni forse è proprio la strada giusta.