C'è anche Avanti con Ticino&Lavoro tra le forze politiche aperte alla proposta-petizione del Plr sottocenerino
La proposta lanciata di recente con una petizione dalle sezioni Plr del Sottoceneri, al loro fianco la Lea (Libertà - Energia - Ambiente), di coprire il tracciato autostradale fra Bissone e Chiasso continua a fare breccia nella politica regionale. A unirsi alle voci favorevoli (con alcuni distinguo) dei gruppi distrettuali di Verdi, Ps e Centro e dell'Udc di Mendrisio oggi sono anche i rappresentanti di Avanti con Ticino&Lavoro Paolo Hägler, consigliere comunale a Mendrisio, e Matteo Muschietti (eletto pure per il Movimento del Centro), municipale a Coldrerio. Anzi, per i due esponenti si potrebbe iniziare dalla tratta fra Bissone e Capolago, "che attraversa vari villaggi", e dalla progettazione del passante più a sud, in territorio di Chiasso, che chiama il coinvolgimento delle autorità italiane e che è già al centro delle riflessioni del Cantone.
Del resto, l'A2 a sud del Ponte diga di Melide, come ricordano Hägler e Muschietti, risale alla metà degli anni Sessanta, "quando la sensibilità per gli abitanti della regione attraversata era ben diversa". Gli esempi eclatanti, richiamano alla mente, non mancano. È il caso di Roveredo, nei Grigioni, "dove si tracciò nel bel mezzo del paese". La situazione nelle località lacustri del Basso Ceresio e nelle località del Basso Mendrisiotto, si annota, "non è geograficamente molto diversa da come era a Roveredo; ciò che fa la differenza, casomai per peggiorare ancora la situazione che si vive nel sud del Ticino, è la quantità di veicoli che transitano. A Chiasso la media annuale è quasi 50'000 veicoli al giorno, e a Capolago quasi 70'000, in confronto ai “soli” 13'000 di Roveredo".
A 50 anni di distanza, però, a Roveredo si è trovata la soluzione alternativa, proprio mettendo in galleria il tracciato autostradale. Allo stesso modo a Faido, si rimarca, negli anni Ottanta si è costruita l'attuale A2 sull'altro lato della valle e in gran parte coperta. E questa, rilanciano i due politici, "è la speranza che nutrono anche gli abitanti delle regioni appena citate, che convivono ogni giorno con il notevole traffico attraverso le località, non privo di conseguenze negative ben note a tutti, in particolare sulla salute degli abitanti delle zone interessate".
Ecco che l'esempio di Roveredo, e non solo, chiosano, "ci ha dimostrato che correggere un errore del passato è un’operazione lunga e complicata, ma non impossibile".