L'AlternativA torna alla carica sollecitando misure e progetti per rendere il Comune più verde e vivibile, anche nelle estati torride
Fare di Mendrisio una ‘Città green’. Volendo evitare gli anglicismi, possiamo parlare di un comune verde, sempre più verde. Oggi, del resto, non è più solo il sogno di pochi ecologisti, ma una vera necessità per combattere lo stress e ‘sopravvivere’ alle ‘isole di calore’, pegno da pagare al cambiamento climatico in atto. A dirlo sono addirittura le Nazioni Unite, assieme a ricerche scientifiche, studi ed esperti. Non a caso, attira l’attenzione una interrogazione del gruppo l’AlternativA di Mendrisio, “gli spazi verdi sono diventati un tema politico in ogni città europea”. Oggi il punto, si richiama è questo: “I centri urbani si devono attrezzare e organizzare per fare fronte alle temperature che crescono inesorabilmente e in maniera esponenziale”. E qui si fanno strada subito un paio di interrogativi, che i consiglieri comunali Giampaolo Baragiola e Jacopo Scacchi, con la collega Cristina Marazzi Savoldelli, hanno girato giusto ieri, venerdì, al Municipio della città. Il caldo torrido, sollecitano, oggi rappresenta una emergenza? E soprattutto: l’Esecutivo “non crede sia necessario intervenire subito, rendendo l’inverdimento urbano una priorità assoluta per la città e puntando dunque sul concetto di ‘Mendrisio green city’?”. Proprio in Svizzera a proporre idee “per dare più spazio alla vegetazione nell’ambiente urbano” è lo stesso Ufficio federale dell’ambiente. Vademecum è un documento, ‘Green Cities: costruire le città svizzere nel rispetto della natura’, da quale si evince, rimarca l’AlternativA, che “l’obiettivo non è costruire contro la natura, ma con essa: l’adattamento ai cambiamenti climatici, la conservazione della biodiversità come pure la salute e la qualità di vita della popolazione richiedono infatti più spazio per le piante, più suoli permeabili e più acqua negli insediamenti”. I suggerimenti vanno “dalle erbe aromatiche su tetti di ghiaia agli alberi nelle fioriere, tutto è possibile”; in particolare “in un’ottica di salute pubblica, benessere e felicità percepita”. Sì, perché secondo la letteratura scientifica gli spazi verdi urbani sono benefici per il benessere mentale.
Gli argomenti a favore di una maggiore presenza di “alberi urbani”, insomma, non mancano. Le piante, richiamano gli autori dell’interrogazione, “forniscono un’ampia gamma di servizi e migliorano sia la qualità della vita che del luogo”. Non solo, “una pianta di grossa taglia – si fa presente – può offrire la stessa frescura di cinque climatizzatori”. Di recente, poi, si rende attenti, l’Istituto federale di ricerca per la foresta, neve e paesaggio e il Politecnico federale di Losanna hanno rivelato che “i platani possono svolgere un ruolo chiave contro le ondate di calore, dal momento che sotto stress termico evaporano grandi quantità d’acqua”, anche con temperature al di sopra dei 39 gradi. Il tema, va detto, è già stato più volte sul tavolo della discussione politica a Mendrisio e il Municipio locale, riconosce l’AlternativA, ha mostrato “attenzione e sensibilità” intervenendo sulla gestione del verde pubblico e dichiarando – in risposta a un precedente atto parlamentare del gruppo – la necessità di “adottare un approccio integrato che combini infrastrutture verdi, gestione sostenibile delle risorse idriche e un miglioramento delle superfici urbane per ridurre l’impatto delle isole di calore e migliorare la qualità della vita dei cittadini”. A oggi quali sono, si domanda, i progetti in campo a sostegno “della biodiversità e dell’inverdimento urbano”?
L’autorità comunale, del resto, aveva già individuato le zone critiche, come la stazione, il nucleo e il comparto fra l’ospedale e le scuole. Ora come ora, si sollecita, “quali azioni concrete ha intrapreso la Città di Mendrisio per affrontare le criticità emerse in queste aree?”. O comunque ne sono previste a breve termine? E come si valuta “la possibilità di promuovere maggiormente la piantumazione di alberi ‘virtuosi’ a crescita rapida (platani o simili) in grado di sopportare meglio di altri le ondate di calore?”. Inoltre, ci si informa, sono stati compiuti passi avanti verso la realizzazione di nuovi viali alberati? Un luogo che invoglia a immaginare un futuro verde è piazza del Ponte, iscritta – “saggiamente” agli occhi dei firmatari – tra i comparti da non edificare – e sotto l’effetto della Zona di panificazione –; ebbene, “nella progettazione della sistemazione definitiva del comparto, che si auspica in tempi relativamente brevi, il Municipio ritiene di privilegiare soluzioni che promuovano spazi verdi/arborei piuttosto che pavimentazioni e arredi prevalentemente minerali?”.
Nell’attesa di un futuro più lussureggiante, servono però azioni immediate anticanicola. E allora non si ritiene opportuno valutare la possibilità di agevolare l’accesso alla piscina comunale e al lido? E “sarebbe fattibile individuare 2-3 zone per realizzare delle oasi temporanee di benessere, ombreggiate e rinfrescate da nuvolette di acqua nebulizzata?”. In fondo, nell’agosto del 2020 si erano precorsi i tempi con la cascata di nebbia dell’artista Nicola Colombo sulla scalinata della chiesa.