Con il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni parliamo del progetto aggregativo del Basso Mendrisiotto e del ‘fermento’ in corso nella cittadina di confine
Da una parte il lavoro per risanare le finanze e l’arrivo, già effettivo o annunciato per i prossimi mesi, di nuovi servizi e attività. Dall’altra un progetto aggregativo che vivrà la prima settimana di settembre, con la presentazione dello studio a Municipi e Consigli comunali, un momento decisivo in vista della votazione consultiva prevista per l’autunno 2026, ma che in molti chiedono di posticipare. Dietro le quinte della tranquillità (politica) estiva, a Chiasso «c’è un certo fermento». Ne parliamo con il sindaco Bruno Arrigoni.
Il sindaco di Chiasso è da sempre sostenitore, insieme a tutto il Municipio, dello studio aggregativo che coinvolge Balerna, Breggia, Morbio Inferiore e Vacallo. Cosa ne pensa dell’idea di posticipare l’appuntamento con le urne? «L’aggregazione arriverebbe al momento giusto e personalmente andrei a votare come previsto – risponde –. Se emergeranno delle correnti che chiederanno un anno in più ai Comuni per avere cifre più consolidate e attendibili, possiamo anche aspettare». L’eventuale rinvio di un anno «non cambierebbe molto. Ma se il progetto venisse congelato per più anni significherebbe buttare a mare tutto quello che è stato fatto». In queste settimane non sono mancate le voci critiche. «Il documento è effettivamente un elenco di opportunità – ammette Arrigoni –, sarà compito del nuovo Municipio chinarsi sul come sviluppare questi temi». Durante i suoi incontri mensili, la commissione di studio «ha dato degli input. Avrei preferito dedicare più tempo alle opportunità piuttosto che alle finanze, tema che ha avuto anche una riunione dedicata a Chiasso e verso il quale siamo stati molto trasparenti». Il sindaco di Chiasso è consapevole che il tema finanziario sarà importante. «L’aggregazione va vista con un’ottica futura – sottolinea –. Oggi abbiamo un problema finanziario, legato soprattutto a Chiasso, che però migliorerà come emerge dai dati del nostro Piano finanziario. Chi mi dice che domani lo stesso non possa manifestarsi anche negli altri Comuni che negli anni hanno fatto pochissimi investimenti? Se l’aggregazione non dovesse andare in porto, anche loro dovranno effettuare dei lavori trovandosi ad aumentare il debito o il moltiplicatore». La posizione espressa dal consigliere nazionale Giorgio Fonio («che a Berna sta facendo un ottimo lavoro e sta ottenendo dei risultati») non ha sorpreso Arrigoni. «È la stessa del 2022 quando, durante il suo discorso di insediamento come presidente del Legislativo, ha detto di vedere un comune unico nel Mendrisiotto. È un’opinione che non condivido, forse frutto di un ordine di scuderia, perché chi ha questa visione deve mettere in conto che nei prossimi anni non si muoverà nulla».
Il tema delle finanze resta un sorvegliato speciale. «Come Comune abbiamo investito parecchio, ma abbiamo anche delle prospettive economiche». Tra queste il sindaco cita «lo sfitto» da sempre molto elevato nella cittadina di confine. «Dati aggiornati non ce ne sono ancora, ma so di una fiduciaria della piazza che ha dimezzato i suoi sfitti, e questo significa che ci sono persone che stanno venendo ad abitare a Chiasso, anche perché diversi immobili sono stati sistemati». A essere stato registrato è «un aumento dei permessi B a seguito delle imposizioni fiscali italiane». Passando al pubblico, Arrigoni ricorda che «Cornèr Banca ha portato a Chiasso 150 posti di lavoro, che il palazzo che fino a pochi mesi fa ha ospitato il Credit Suisse è stato acquistato in un batter d’occhio e i promotori vogliono insediarvi attività che possono portare un valore aggiunto alla nostra economia, e anche al Centro Ovale e alla ex Trecor qualcosa si sta finalmente muovendo». A questo va aggiunto l’interessamento di alcuni imprenditori per la realizzazione di un albergo a Chiasso, richiamati dalla vicinanza con il Lago di Como. «C’è un trend positivo che, purtroppo, non vediamo subito nei conti nudi e crudi – sottolinea ancora il sindaco –. L’ultimo dato relativo alle imposte alla fonte che abbiamo messo a Preventivo era di 8 milioni. Ne abbiamo incassati 8,8. Senza il cambiamento, imposto dall’alto, del moltiplicatore dal 100 al 79% ne avremmo incassati 10. Anche questo è un segnale che Chiasso sta diventando interessante e non potrà che migliorare anche grazie al lavoro di marketing territoriale che abbiamo avviato». Finanze e marketing territoriale saranno tra i temi che il Municipio affronterà nel corso dell’ormai tradizionale seduta extramuros in programma a inizio settembre alla Rovagina di Morbio Superiore.
Nel primo anno di legislatura il Municipio di Chiasso ha avviato un lavoro di contenimento dei costi con l’obiettivo di migliorare la sua situazione. Un lavoro che «giocoforza continuerà». Il Comune si è trovato confrontato «con le nuove disposizioni fiscali del Cantone che, conti alla mano, ci costano circa 3 milioni di franchi in più. E se aggiungiamo il nuovo calcolo dell’imposta alla fonte, superiamo i quattro milioni». Per questo «dobbiamo reagire, e quindi anche essere propositivi e attirare nuove attività per cercare di compensare, almeno in parte, la mancata entrata fiscale soprattutto delle persone giuridiche, per noi molto importante». Rivedere i costi «non è facile perché abbiamo il 55% delle entrate finanziarie che vengono utilizzate per il personale, avendo anche una casa anziani sul territorio. Il Comune deve avere anche un ruolo sociale: forse negli ultimi anni abbiamo dato molta importanza a questo aspetto e oggi le cifre ci portano ad avere più controllo, ma sempre rimanendo propositivi». A tal proposito, come già evidenziato in occasione della recente presentazione del bilancio del Centro culturale, «il Municipio crede molto nell’immagine culturale e intende mantenere l’attuale offerta anche nei prossimi anni». Inoltre, in vista dell’arrivo del Centro del tessile nel comparto della stazione, il cui cantiere entrerà nel vivo in ottobre con la posa della prima pietra, «abbiamo affidato un mandato esterno proprio per capire quale potrà essere il nostro ruolo e come essere propositivi per avere una visione d’insieme». Restando nell’area, le Ferrovie «stanno studiando come sistemare il magazzino 6, uno spazio interessante per giovani e organizzazione di eventi». Un’alternativa al progetto di Gleis 4, momentaneamente accantonato per questioni finanziarie? «È un tema che fa parte dello studio aggregativo – conclude Bruno Arrigoni –. Oggi con le nostre finanze non siamo in grado di poterci mettere mano, ma inserendolo nel rapporto aggregativo che verrà condiviso con il Cantone potrebbe essere interessante».