L'Esecutivo ha recapitato il messaggio che traduce il principio in realtà. Si delegherà la parte operativa, mantenendo il controllo pubblico
Quasi dieci anni orsono, quando la popolazione di Mendrisio si era trovata a un bivio - privatizzare o meno le Aim, le Aziende industriali - l'idea di mutuare nel Comune il modello di Bellinzona, la creazione di un Ente autonomo di diritto comunale, si era già affacciata sul dibattito in corso, sulla spinta dei contrari. Poi - era il marzo del 2017 - il volere popolare aveva cassato la Sa e quell'opzione era finita in un cassetto. Oggi quella possibilità non solo ha messo d'accordo la politica - motore una mozione interpartitica Centro-Plr-AlternativA approvata nel luglio del 2023 - ma sta per diventare realtà.
Atteso, il Municipio della Città ha dato corpo e sostanza al dossier che prelude alla nascita dell'Ente, recapitando giusto giovedì il messaggio ai consiglieri comunali. E, visto le premesse, la proposta dovrebbe superare senza patemi d'animo la prova del voto del legislativo (a dirsi avversa al principio sin qui la Lista civica), atteso tra dicembre e il febbraio prossimi. In un passato recente costellato da polemiche politiche sulla gestione del dicastero competente e scosso dagli alti e bassi del mercato e dall'aumento delle tariffe (soprattutto elettriche), ecco che la nuova formula giuridica dovrebbe rappresentare un approdo sicuro. L'obiettivo temporale? Varare l'Ente Aim il primo gennaio del 2027.
L'Esecutivo stesso, del resto, non fatica a definire questo momento una "tappa fondamentale". Mettere in atto questa riforma, si fa capire, significa "rafforzare l’efficienza gestionale, l’autonomia operativa e la capacità d’investimento dell’Azienda – una realtà da oltre un secolo, ndr –, mantenendo al contempo il pieno controllo pubblico e democratico". Da una parte, infatti, l'Ente curerà la parte operativa; dall'altra le istituzioni locali si focalizzeranno sulle strategie da mettere in campo nella politica energetica e ambientale. In questo modo, si spiega, le Aziende, più "al passo con i tempi", potranno muoversi con maggiore dinamicità per "rispondere alle nuove esigenze di mercato per i servizi erogati in regime di libera concorrenza", nel segno della solidità e della trasparenza (altre parole chiave). Tutto, sottolinea ancora il Municipio, in linea con la visione di ‘Mendrisio 2035’. In effetti, il ‘capitale’ di competenze e infrastrutture - con l'acquisizione della rete elettrica Ail nel 2023, le Aim sono titolari dell'intera rete di distribuzione cittadina - resterà in mani pubbliche e al Municipio verrà affidato il compito di vigilare sull'operato dell'Ente, che agirà dietro mandato di prestazione. Mentre per collaboratrici e collaboratori - oltre 52 in totale - non cambierà nulla, riferimento il Regolameno organico dei dipendenti. Regolamento oggi, si ricorda, in fase di revisione.
Mendrisio imbocca questa strada, quindi, nella consapevolezza, si chiarisce, che occorre superare talune criticità e che le sfide da affrontare sono "sempre più complesse e trasversali". Nel memorandum dell'Esecutivo vi sono, innanzitutto, la transizione energetica, che chiama "un progressivo adeguamento del settore elettrico attraverso l’introduzione di servizi innovativi e soluzioni tecnologiche avanzate" e la digitalizzazione dei servizi. Senza dimenticare, si annota, la necessità di mostrarsi in grado di tenere il passo sul piano tecnico, gestionale e normativo. Vi è poi, si enumera, "l’interconnessione tra i diversi servizi, che impone sempre più una visione globale e un approccio orientato all’ottimizzazione efficiente delle risorse in gioco".
Accompagnata da un gruppo di lavoro, la trasformazione da municipalizzate a Ente autonomo avrà, e non lo si sottace, delle ricadute anche finanziarie. "Il progetto – si legge – risponde pure all’azione ‘risorse finanziarie solide’, perché l’operazione permette di accrescere, grazie alla rivalutazione degli attivi della Sezione elettricità, il capitale proprio e di conseguire un sensibile incremento delle riserve contabili della nostra Città". Le Aim oggi fatturano oltre 51,4 milioni di franchi l'anno. In dote si portano, in effetti, tre Sezioni. La prima governa l'acqua potabile, assicurando una produzione annuale di 1,6-1,9 metri cubi e contando poco meno di 5mila allacciamenti serviti. La seconda si occupa di elettricità, fornendo circa 160 gigawattora l'anno a oltre 12mila clienti finali. La terza, infine, gestisce il gas: qui i gigawattora sono 90 e i clienti poco meno di 500.
Ora, a proposito di capitale proprio, a fine 2024 si registravano 24,1 milioni ridistribuiti sui tre settori: 15,4 milioni l’elettricità, 7,1 il gas e 1,6 l'acqua potabile. Conti alla mano, fa presente il Municipio, "il valore di bilancio degli impegni di Aim nei confronti della Città ammonta a complessivi 68,5 milioni"; mentre la rivalutazione netta degli attivi della Sezione elettricità restituisce a favore della Città 16,2 milioni. Ma, ciò che più conta, la cessione delle infrastrutture all'Ente sarà corrisposto con un capitale di dotazione di 40 milioni. Tirate le somme, il Comune, si annuncia, potrà "disporre di ricavi annui medi pari a circa 1,5 milioni di franchi, in linea con la situazione attuale e con gli obiettivi del Municipio".
E sul fronte dell'utenza? La cittadinanza si interrogherà sulle bollette future? L'Esecutivo rassicura da subito: la conversione, si conferma, "non comporta - a parità di prestazioni - un adeguamento strutturale delle tariffe finali per le prestazioni erogate". Del resto, la competenza di vistare i regolamenti tariffari resterà al legislativo.