Il Plr prende posizione e invoca una ‘strategia complessiva e decisioni rapide’ per una regione che merita attenzione
Tir incolonnati lungo il tratto finale dell'autostrada e lungo la strada cantonale. Difficile non accorgersene negli ultimi giorni per chi vive nel Distretto. Uno stato di cose che ha fatto insorgere (di nuovo) la politica, e non solo quella locale. A dare voce a una realtà che supera ormai "il limite del sostenibile" è il Plr, preoccupato oltre che dal progetto, da tempo sul tavolo, della corsia ad hoc per i camion immaginata tra Coldrerio e Balerna, per le ricadute della chiusura dei terminali ferroviari di Cadenazzo e Lugano-Vedeggio. Una scelta che porterà, si legge in una presa di posizione, "inevitabilmente ancora più camion sulle strade, trasformando il Mendrisiotto in un corridoio di traffico nord-sud".
La regione, si rincara nello scritto firmato da Christian Fini, presidente Lea, Giovanni Poloni, vicepresidente Plrt, Filippo Pfister, presidente del Plr di Mendrisio e Lorenzo Cavagliotti, coordinatore della petizione ‘Sopra la vita. Sotto l’autostrada!’, "paga da decenni un prezzo altissimo a causa di scelte pianificatorie sbilanciate, che hanno sacrificato intere porzioni di territorio sull’altare del traffico e della logistica". Ebbene, per il Plr "è tempo di riconoscere questa ferita aperta e di agire per restituire dignità e vivibilità a un territorio martoriato". Un appello a cui si è dato corpo e sostanza lanciando nei mesi scorsi la raccolta firme; segnale, si rimarca, "di una popolazione stanca", determinata a chiedere misure concrete, come la copertura dell'A2 tra Bissone e Chiasso.
A questo punto, rilancia il Plr, "serve una strategia complessiva che affronti le sfide della mobilità, della pianificazione territoriale e della qualità ambientale in maniera coordinata e lungimirante". Tutto ciò per evitare che il Mendrisiotto continui a essere trattato "come il retrobottega del Ticino".