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Insegnamento medio superiore, dopo il Tram il governo riflette

Nomina dei capisezione Pini e Mallè annullata, l'Esecutivo non ha ancora deciso se ricorrere al Tf. Carobbio: ‘Procedura di selezione lunga e articolata’

Il tema resta aperto
(Ti-Press)
27 febbraio 2025
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Sulla sentenza con cui il Tribunale amministrativo cantonale ha annullato la nomina di Mattia Pini e Désirée Mallè alla testa della Sezione dell’insegnamento medio superiore intimata alle parti martedì, nomina decisa dal Consiglio di Stato, lo stesso governo non ha ancora deciso se ricorrere all’istanza superiore, vale a dire il Tribunale federale. Lo conferma a ‘laRegione’ la direttrice del Dipartimento educazione, cultura e sport Marina Carobbio, affermando come l’Esecutivo abbia sì «preso atto» della sentenza del Tram, ma che «sta approfondendo in ottica costruttiva quanto esposto». Insomma, nulla di nuovo.

Però nel merito le contestazioni del Tram sono ben precise: venite accusati di non aver verificato che i due candidati nominati fossero in possesso dei requisiti posti dal bando di concorso. È andata davvero così? Cosa non ha funzionato?

Il Tribunale, è importante sottolinearlo, non ha espresso alcun giudizio sull’idoneità o la competenza degli attuali capisezione. Il Tram ha annullato la nomina e rinviato gli atti al governo per una nuova decisione ritenendo che, nell’ambito del ricorso, il Consiglio di Stato non abbia fornito prove dettagliate a sufficienza per fugare del tutto alcuni dubbi espressi dal ricorrente e dimostrare in modo inequivocabile che ogni singolo requisito formale indicato nel bando di concorso sia stato effettivamente verificato e comprovato. Per quanto riguarda l’approfondimento, posso dire che la procedura di selezione che ha condotto alla nomina da parte del Consiglio di Stato è stata lunga e articolata, prevedendo un’analisi dei dossier, colloqui con una commissione d’esame e anche un assessment effettuato dalla Sezione delle risorse umane che hanno permesso di valutare i candidati a 360 gradi. Prendiamo atto però della decisione del Tram, che credo vada colta come un’opportunità per verificare ulteriormente quanto è stato fatto e, se del caso, rafforzare le procedure in essere.

La nomina in ‘job sharing’ viene definita addirittura “inusuale”. Cosa vi ha fatto propendere verso questa opzione? La ripeterete anche in futuro?

Il job sharing è una modalità di lavoro sempre più diffusa e che ha dimostrato nel caso specifico di essere un valore aggiunto e di funzionare molto bene. In questo senso la ritengo un’opzione interessante, sia per la complementarietà e l’eterogeneità delle competenze che porta, sia in ottica di promozione di una migliore conciliabilità tra vita professionale e altre attività. D’altronde, non per nulla nel resto della Svizzera questa pratica è già prassi diffusa e consolidata. Anche presso l’Amministrazione cantonale del Canton Ticino sempre più concorsi prevedono questa possibilità.

Per le due persone coinvolte adesso qual è la situazione lavorativa?

Fino alla crescita in giudicato della sentenza i capisezione dell’insegnamento medio superiore rimangono normalmente in carica e continuano a lavorare con serietà e professionalità, come fatto finora, portando avanti i numerosi importanti dossier di cui si stanno occupando da diversi mesi, tra cui la riforma degli studi liceali, l’implementazione della riforma del commercio presso la Scuola cantonale di commercio di Bellinzona, la gestione degli eventi critici nelle scuole e la promozione del benessere delle allieve, degli allievi e dei docenti. Vista la situazione attuale, dal punto di vista umano e professionale, tengo comunque a esprimere pubblicamente la mia piena fiducia agli attuali capisezione, oltre che un ringraziamento per il lavoro che stanno svolgendo per affrontare in modo costruttivo e partecipativo le numerose sfide che toccano l’importante settore delle scuole medie superiori.

GRAN CONSIGLIO

‘Il ricorso nei parametri della nuova norma’

La sentenza del Tram è datata 21 febbraio. Pochi giorni dopo, lunedì 24, il parlamento cantonale ha respinto la proposta del Consiglio di Stato di rimuovere l’articolo 89 della Legge sulla procedura amministrativa (se il tribunale “giudica l’assunzione o la nomina di un dipendente illegittima, esso lo accerta nella propria sentenza; di conseguenza l’assunzione o la nomina vengono annullate e gli atti sono rinviati all’autorità di nomina per una nuova decisione”; il Tram “non può obbligare l’autorità competente ad assumere o nominare un candidato escluso”) in vigore da inizio 2021, per rimpiazzarlo con la disposizione precedente. Ovvero: “Se il Tribunale cantonale amministrativo giudica l’assunzione o la nomina di un dipendente illegittima, esso lo accerta nella propria sentenza”. Stop.

Il Gran Consiglio ha quindi mantenuto la possibilità per il Tram di annullare, in caso di ricorso, assunzioni e nomine nell’amministrazione pubblica che ritiene illegittime. Nel contempo il Legislativo cantonale ha detto sì al ‘compromesso’ prospettato dalla maggioranza (Plr, Ps e Lega) della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ tramite il rapporto del liberale radicale Matteo Quadranti. Nell’articolo 89 sono stati così inseriti due capoversi: “Il ricorso contro una decisione di assunzione o di nomina non ha effetto sospensivo” e “I motivi di ricorso sono, a titolo esaustivo, i seguenti: manifesto mancato rispetto delle condizioni formali e sostanziali del bando di concorso o estromissione del ricorrente per motivi discriminatori legati segnatamente al sesso, allo stato civile o alla sua origine”.

Il ricorso riguardante i vertici della Sezione dell’insegnamento medio superiore sarebbe stato accolto anche alla luce del nuovo articolo 89, fosse stato già in vigore? «Se le due persone nominate non dovessero essere effettivamente in possesso dei requisiti, vi sarebbe una manifesta violazione del bando di concorso. E meglio, dei requisiti formali e sostanziali – sostiene, da noi interpellato, Matteo Quadranti –. Si rientrerebbe dunque nei parametri della norma votata lunedì. Che, ricordo, mantiene la possibilità di ricorso e la facoltà per il Tribunale cantonale amministrativo di annullare le nomine che giudica illegittime. Il nuovo articolo 89 mira unicamente a scongiurare ricorsi manifestamente infondati, pretestuosi».