Ticino

Federviti in assemblea: ‘Il nostro ruolo è imprescindibile’

L'associazione di categoria si riunisce e tra patentino, Bondola e questioni finanziarie analizza il momento: ‘Rappresentiamo due terzi della superficie’

Sperando che i frutti siano buoni
(Ti-Press)
6 aprile 2025
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L'assemblea annuale di Federviti, tenutasi sabato, è stata l'occasione per un check-up completo del settore vitivinicolo ticinese considerando come l'associazione di categoria rappresenti due terzi della superficie vignata cantonale. E infatti, nella relazione del Comitato, si è messo in evidenza come il loro ruolo "sia imprescindibile in qualsiasi scenario, come confermato dal grande lavoro svolto”.

Insomma, c'è di che esser fieri par di capire. E alla Cantina Mendrisio, durante i lavori, è stato ribadito: “Questo rappresentare il 64% della superficie è un dato ottenuto dall'ultimo rinnovo del catasto viticolo ed è stato reso possibile dall'ottima collaborazione con la Sezione dell'agricoltura del Dipartimento finanze ed economia”.

Cadenazzi: ‘Dobbiamo essere più assertivi e mettere dei paletti’

Però, e siamo al punto, non mancano nemmeno le preoccupazioni. Il presidente di Federviti Davide Cadenazzi, infatti, ha ricordato come la tassa di affiliazione all'associazione svizzera “è calcolata sulla superficie totale e questo si traduce in una perdita importante per Federviti. Dobbiamo essere più assertivi e mettere dei paletti”, ha affermato Cadenazzi, sottolineando come il ruolo e le attività di Federviti restino “centrali, necessarie e che vanno a beneficio di tutti i viticoltori, non solo dei soci”.

‘Ci muoviamo in un contesto difficile’

Perché quello cui si assiste è “un quadro difficile, che include le sfide dei cambiamenti demografici e della difficoltà di ripresa di piccoli appezzamenti. Un’eventuale crisi di Federviti avrebbe ripercussioni sull’intera Interprofessione della vite e del vino ticinese”, ha chiosato il presidente e il coinvolgimento dell’Ivvt è fondamentale per risolvere la problematica nel modo più efficace possibile”.

Sul patentino ‘ottenuto importanti chiarimenti. Anche grazie al nostro ruolo’

Tra tutte le varie attività che hanno impegnato il Comitato, protagonista è stato anche “il lavoro inerente all’autorizzazione speciale per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari (il famigerato “patentino”, ndr) che ha visto numerosi contatti e incontri con la Federazione svizzera dei viticoltori (VignobleSuisse), l’Ufficio federale dell’ambiente e rappresentanti politici nazionali, in aggiunta alle loro controparti cantonali, che ha permesso di ottenere importanti chiarimenti e ha portato all’organizzazione di un corso online in collaborazione con il Servizio fitosanitario. Un ottimo esempio del nostro ruolo centrale e necessario”, sempre secondo Cadenazzi, per portare la voce della viticoltura ticinese nei gremi che ne definiscono la politica.

‘Maggiore richiesta per la Bondola, cercheremo di migliorare per soddisfare la richiesta’

Un altro punto importante toccato dai lavori assembleari è un autentico fiore all'occhiello della produzione del Canton Ticino. Vale a dire l’entrata della Bondola, l’unico vitigno autoctono ticinese, nel presidio SlowFood. Questa operazione “ha portato ad una maggiore e benvenuta richiesta da parte dei consumatori, tuttavia la disponibilità di barbatelle fatica a stare al passo. Prossimamente diversi cloni verranno piantati nel vigneto cantonale ai castelli di Bellinzona per soddisfare la richiesta aumentata”. Federviti “continuerà a battersi per la valorizzazione delle uve di collina, confrontate con maggiori costi e difficoltà di gestione e il rinnovamento del marchio Viti rappresenta un’opportunità da cogliere”.

In conclusione, Antonio Girardi, coordinatore del progetto Viticoltura sostenibile Ticino che coinvolge 35 aziende, rappresentative della diversità cantonale per un totale di 210 ettari, ha aggiornato l’assemblea. Il progetto, avviato ufficialmente a gennaio 2024, mira allo sviluppo e introduzione di pratiche più efficaci nella protezione fitosanitaria e ambientale.