Digitalizzazione, logistica, finanze e altro al centro della riunione annuale. I lavori si terranno a Bellinzona
La data della riunione è stata fissata. Lunedì 28 aprile a Bellinzona, con inizio alle 10, si terrà l’incontro annuale tra i vertici del Dipartimento istituzioni e i presidenti delle magistrature permanenti. “Sarà l’occasione per condividere gli aggiornamenti del caso attinenti a tematiche importanti per le autorità giudiziarie cantonali, in particolare di carattere finanziario e logistico, come pure lo stato del progetto nazionale ‘Justitia 4.0’ e i lavori di implementazione dell’applicativo informatico myAbi/Juris, che andrà a sostituire l’attuale sistema Juris/Agiti”, scrive la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti nella lettera inviata di recente ai responsabili delle varie magistrature: Tribunale d’appello, Ministero pubblico, Ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi, Preture, Pretura penale, Magistratura dei minorenni, Tribunale delle espropriazioni. Oltre al capo del Dipartimento Norman Gobbi, saranno presenti fra gli altri la stessa Andreotti e il presidente del Cdm, il Consiglio della magistratura, Damiano Stefani.
Si tratta come detto dell’incontro annuale, stavolta però gli argomenti al centro della riunione potrebbero essere più numerosi del solito, al netto della vicenda ‘caos Tribunale penale cantonale’ che ha visto la destituzione, da parte del Cdm, di due giudici (sul caso si esprimerà quasi certamente il Tribunale federale) e le dimissioni di un terzo, ovvero il presidente del Tpc. Gli argomenti, si diceva. Tra questi, appunto, la digitalizzazione della giustizia. Che “inciderà in maniera importante sull’attività di magistrati, avvocati e rispettivi collaboratori”, ha sottolineato Andreotti in un’intervista rilasciata poco più di un mese fa alla ‘Regione’: “La trasformazione digitale della giustizia, approvata dalle Camere federali lo scorso dicembre, è una priorità anche per la giustizia ticinese, che entro il 2032, termine ultimo che si ipotizza verrà assegnato da Berna ai Cantoni, dovrà modificare le proprie modalità di lavoro, passando dalla gestione cartacea degli incartamenti a quella digitale”. La nuova modalità di lavoro “sarà obbligatoria sia per le autorità giudiziarie sia per i rappresentanti legali delle parti interessate da un procedimento civile, penale o amministrativo federale”. Prossimamente dovrebbe partire un test: la sperimentazione si svolgerà alla Pretura di Riviera, con sede a Biasca, in quanto possiede, spiegava la responsabile della Divisione giustizia, “l’infrastruttura (rete e cablaggi) necessaria per accogliere la digitalizzazione dell’attività”. Non solo. Nella seduta di mercoledì 26 marzo il Consiglio di Stato, come segnalato da quest’ultimo, ha varato all’indirizzo del parlamento il messaggio per l’adesione alla Convenzione “aggiornata” tra i Cantoni e la Confederazione sull’armonizzazione dell’informatica della giustizia penale: un accordo “siglato dal Ticino nel 2017, da cui negli ultimi anni è nato il progetto nazionale ‘Justitia 4.0’, volto alla digitalizzazione della giustizia svizzera”. Per il governo, insomma, è stato compiuto “un altro passo” verso la trasformazione digitale del sistema giudiziario ticinese.
Sul dossier si sofferma anche il Consiglio della magistratura nel rapporto d’attività 2024. “L’implementazione del sistema digitale giudiziario – si legge nel documento – richiederà l’impegno di tutti gli operatori del settore, a tutti i livelli. È fondamentale che ognuno di essi inizi a familiarizzare con la tematica e a farsi un’idea di cosa ci aspetta, rispettivamente di come affrontare le nuove sfide tecnologiche. Ignorare la questione, qualunque sia il motivo, compreso quello dell’età avanzata, non è accettabile. Inoltre – continua il Cdm – sarà fondamentale tenere presente che l’introduzione del sistema di ‘Justitia 4.0’ nelle varie unità giudiziarie occuperà un certo numero di effettivi che, inevitabilmente, dovranno sottrarre tempo alla loro occupazione principale”. Per il Consiglio della magistratura, che vigila sul funzionamento dell’apparato giudiziario ticinese, con poteri disciplinari, “sarà dunque importante valutare se e come siano necessari dei potenziamenti, anche solo temporanei, onde evitare l’accumulo di ritardi nell’attività giusdicente”.
Già, i potenziamenti. Tradotto: più magistrati e personale d’appoggio. Questione che si trascina da tempo. E che figura tra le “criticità” elencate anche nell’ultimo rendiconto del Cdm. “La Pretura penale, nonostante il miglioramento delle statistiche riscontrato nel 2024, si trova sempre in difficoltà a causa – rileva il Consiglio della magistratura – della sproporzione tra il grande numero di procedure da evadere e l’organico di cui dispone, sicché si impone di concretizzare finalmente il potenziamento promesso dalla Divisione della giustizia. La Corte di appello e revisione penale, ultimo anello della catena penale ticinese, è sempre sotto pressione e deve essere rinforzata al più presto con un nuovo giudice”.
Dalle risorse umane alla logistica, dopo il no popolare dello scorso giugno all’acquisto dello stabile Efg a Lugano che avrebbe dovuto essere il fulcro della futura ‘Cittadella della giustizia’. Per il Cdm “al punto in cui ci troviamo ora, è fondamentale capire e decidere in tempi ragionevolmente ristretti cosa fare, come intervenire per dare alla magistratura una degna collocazione per almeno i prossimi cinquant’anni, in uno o più stabili, e soprattutto per evitare di procedere a importanti investimenti di cosmesi o in costose strutture informatiche che arrischiano di non essere più riutilizzabili al momento della ristrutturazione degli immobili”. Potenziamenti d’organico e logistica: due temi la cui trattazione non può prescindere, e siamo alle solite, dal risanamento delle finanze del Cantone.
Sulla carta dunque gli argomenti per il 28 aprile non mancano (la lista probabilmente non è esaustiva). Durante l’incontro saranno oggetto di discussione? Di confronto? Si vedrà.