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Frontalieri, la ‘tassa sulla salute’ in un vicolo cieco

Regione Lombardia al governo Meloni: che si fa? Intanto i sindacati italiani e svizzeri insistono sull'incostituzionalità della legge

La protesta dello scorso anno indetta dai sindacati a Como contro il balzello
(Ti-Press)
27 aprile 2025
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Un vicolo cieco, senza via d'uscita, quello che sembra aver imboccato la ‘tassa sulla salute’, riconosciuta come tale anche dalle autorità regionali lombarde, dopo che a lungo si è cercato di farla passare come un contributo, per evitare di deragliare davanti a quanto previsto dall'accordo italo-svizzero del 2023 sulla nuova fiscalità dei frontalieri, che esclude una doppia tassazione. Naufragati l'autocertificazione e un contributo spontaneo, Regione Lombardia, che non vorrebbe perdere 140 milioni di euro all'anno (previsione basata sul numero dei vecchi frontalieri lombardi, oltre 70mila, attualmente occupati in Ticino e nei Grigioni), sembra aver alzato bandiera bianca rimandando la palla nel campo del governo Meloni.

Quasi una implorazione: diteci come possiamo applicare la ‘tassa sulla salute’ che essendo una legge dello Stato, ora come ora, non può essere disapplicata. Per arrivare al coinvolgimento di Roma il presidente della Commissione speciale Italia-Svizzera di Regione Lombardia, fra i cui compiti ci sono anche i rapporti fra il Pirellone e la Confederazione elvetica, Giacomo Zamperini (Fratelli d'Italia) nei giorni scorsi ha fatto sapere che è pronta una mozione, firmata dallo stesso Zamperini, da portare in Consiglio regionale, passaggio obbligato per sottoporre il problema (non di poco conto) al governo Meloni. A questo punto ci si pone non pochi interrogativi. Insomma, chi ha voluto la ‘tassa sulla salute’ sapeva a cosa sarebbe andato incontro? Sapeva che in mancanza del reddito imponibile dei ‘vecchi frontalieri’ (quelli in servizio prima del 17 luglio 2023) la ‘tassa sulla salute’ sarebbe stata carta straccia, in quanto inapplicabile? E soprattutto, ci si chiede, si era a conoscenza che mai la Svizzera avrebbe messo a disposizione un dato sensibile quale è il reddito imponibile dei frontalieri (come da un anno e mezzo stiamo assistendo, in quanto dapprima i cantoni Ticino, Grigioni e Vallese e poi il Consiglio federale continuano a rispondere picche)? Come se ne esce?

Eventuali soluzioni al vaglio del Ministero del leghista Giorgetti

Stando agli esperti l'unica strada percorribile sembra essere quella dell'approvazione da parte del parlamento italiano di una nuova legge che cancelli la ‘legge sulla salute’. Insomma, una inversione a U. Soluzione che per quanto è dato sapere sarebbe all'esame dei tecnici del Ministero delle finanze guidato da Giancarlo Giorgetti, esponente leghista di primissimo piano, le cui scelte sembrano fare a pugni con l'atteggiamento a lungo tenuto dalla Lega, che ha sempre continuato a sostenere che “nessun euro in più sarebbe stato tolto dalle tasche dei frontalieri”.

Non solo quel balzello

In queste ultime ore si torna a parlare di un balzello in quanto le organizzazioni sindacali italiane e svizzere, Cgil, Cisl, Uil, Unia, Ocst, Syna, Vpod e Syndicom, hanno emesso un lungo comunicato: tornano a porre anzitutto l'accento sugli “indizi di incostituzionalità della legge che siamo determinati a verificare alla prima eventuale applicazione (il ricorso alla Corte Costituzionale è già pronto); il reddito imponibile per applicare l'imposta non è disponibile e la Confederazione elvetica, correttamente, non ha ceduto alle numerose, irrituali richieste italiane dei mesi scorsi di violare il trattato (che prevede lo scambio di informazioni solo per i ‘nuovi frontalieri’); la dimensione del prelievo fiscale non può rappresentare, per dimensione e modalità, un deterrente a migrare in Svizzera per il personale sanitario italiano”. Il prelievo fiscale che Regione Lombardia vorrebbe applicare è quello minimo previsto, cioè il 3% del reddito netto previsto. Dunque un prelievo massimo di 200 euro al mese. Nella loro nota i sindacati dei frontalieri continuano: ‘’Nelle scorse ore, i nostri dubbi sono diventati patrimonio anche di parti consistenti della politica regionale: alla contrarietà del Piemonte, si sono infatti aggiunti una serie di distinguo anche nella maggioranza che governa Regione Lombardia". Le organizzazioni sindacali sollecitano i Consigli regionali della Lombardia e del Piemonte a verificare la legittimità della ‘tassa sulla salute’. Lo faranno? Per ora non è dato sapere. Un'ultima annotazione per dire che dalla ‘tassa sulla salute’ sono esclusi anche i ‘vecchi frontalieri’ che pagano la cassa malati in Svizzera, esercitando il diritto d'opzione nel momento della richiesta del permesso di soggiorno.

I sindacati dei frontalieri vanno oltre la ’tassa sulla salute': aggiungono infatti che "a seguito della convocazione della prima seduta del tavolo interministeriale dello scorso 24 febbraio si possa proseguire con la definizione del regolamento di funzionamento dello stesso, necessario per poter procedere con la fase operativa che sollecitiamo, nel quale poter finalmente aprire, a quasi due anni dall'entrata in vigore della legge (83/23, quella dell'accordo Italia-Svizzera sulla nuova fiscalità dei frontalieri), le discussioni sullo Statuto dei lavoratori, sulla corretta esigibilità dell'Assegno unico universale per i figli a carico (che per i frontalieri occupati nella Confederazione elvetica continua ad essere inapplicato), sulla definizione delle modalità attuative della nuova Naspi (indennità di disoccupazione)".