Il motivo del licenziamento, spiega l’Ente ospedaliero, ‘non è il contenuto del rapporto’. Sarebbe infatti legato alle modalità di raccolta dei dati
Una presa di distanze in attesa che la veridicità del “rapporto di sicurezza sulla chirurgia della mano all’Ospedale regionale di Lugano” – all’interno del quale si segnalano importanti lacune organizzative e danni permanenti ai pazienti – sia del tutto chiarita. Prende tempo l’Ente ospedaliero cantonale sul documento datato aprile 2024 e inviato dal responsabile di chirurgia della mano, nel frattempo licenziato, ai vertici dell’Eoc. Rapporto che, come detto, segnala danni permanenti per 28 pazienti sui 147 presi in analisi dal rapporto e altre disfunzioni organizzative.
“L’Ospedale regionale di Lugano – si legge in un comunicato inviato alla stampa – conferma che è ancora in corso l’analisi interna di un ‘rapporto’ allestito spontaneamente da un suo collaboratore relativo ad aspetti organizzativi e clinici oggetto di approfondimento”. Allo stesso tempo, aggiunge l’Ente ospedaliero cantonale, “si stanno verificando la correttezza dei dati ripresi dal ‘rapporto’ e il rispetto delle disposizioni Eoc in materia di uso delle risorse aziendali e delle responsabilità connesse all’esercizio della funzione da parte di chi ha allestito il rapporto”. Detto altrimenti: si sta verificando se i dati siano giusti e se nel redigere il rapporto non siano state violate delle regole interne, come ad esempio quelle in materia di tutela della privacy. Dai contenuti del rapporto, in ogni caso, l’Ospedale regionale di Lugano “si distanza con decisione”.
E sul licenziamento del responsabile di chirurgia della mano? È pendente una procedura civile che riguarda la contestazione della disdetta da parte del medico. Disdetta che, precisa l’Eoc, non è avvenuta “a causa del contenuto del rapporto”. La motivazione sarebbe infatti da ricondurre principalmente alla modalità con cui questi dati sono stati raccolti. A ogni modo, l’Eoc “non intende esprimersi ulteriormente sulla procedura pendente, e si rammarica per la divulgazione non autorizzata di informazioni interne”.
Rispedita poi al mittente, senza mezze misure, la critica sollevata dal medico secondo cui l’organizzazione dell’ospedale, non aggiornata da oltre un decennio, avrebbe facilitato l’emergere di disservizi. “Come in altre realtà ospedaliere svizzere, anche in Eoc la chirurgia della mano è organizzativamente inserita nel Servizio trasversale di ortopedia, pur avendo un proprio perimetro di responsabilità. Per certo – puntualizza l’Ente nel comunicato – non si tratta di un modello obsoleto, ma di una modalità organizzativa efficace ed efficiente, in grado di assicurare una buona presa a carico di queste problematiche chirurgiche”.
L’esistenza del rapporto non era invece nota ai servizi del Dipartimento sanità e socialità che si occupano della vigilanza sanitaria. “Appreso quanto riportato dalla stampa – fa sapere il Dss sollecitato da ‘laRegione’ – i servizi preposti si attiveranno in ogni caso per verificare l’eventuale sussistenza di violazioni dei diritti dei pazienti”. Tra i compiti della Commissione di vigilanza, presieduta dalla giudice di appello Sonia Giamboni, c’è infatti la valutazione della violazione dei diritti dei pazienti. Violazioni che possono essere denunciate dall’interessato, dal suo rappresentante legale (in questo caso è necessaria la procura sottoscritta) e da ogni altra persona, nell’interesse del paziente danneggiato.
E mentre l’Eoc prende tempo, la politica incalza. Come prevedibile, la notizia riportata stamane ha tenuto occupati alcuni schieramenti politici. Due gli atti parlamentari inviati in giornata al Consiglio di Stato.
Va dritta al punto l’interpellanza del capogruppo liberale radicale Matteo Quadranti, cofirmata dal presidente cantonale Alessandro Speziali e dalla deputata Simona Genini: “I fatti segnalati, se confermati, mettono in luce gravi carenze nella qualità e sicurezza delle cure in un settore specialistico dell’Eoc, con potenziali conseguenze per la salute dei pazienti e per la fiducia della cittadinanza nel sistema sanitario pubblico”. Per i granconsiglieri, il comunicato stampa dell’Eoc, “pur prendendo le distanze dai contenuti del cosiddetto ‘rapporto di sicurezza’, solleva interrogativi ulteriori”. E spiegano: “Anziché chiarire i contenuti e affrontare i nodi sollevati, si concentra sull’autore del rapporto, mettendone in discussione le modalità operative e l’uso delle risorse aziendali. Non si esclude – rimproverano – che tale approccio rischi di oscurare la sostanza delle segnalazioni e disincentivare future denunce in ambito sanitario”. Necessario e urgente, dunque, un chiarimento istituzionale. “Il Consiglio di Stato – viene quindi chiesto – è a conoscenza del rapporto interno menzionato dalla stampa, delle cifre in esso contenute e dell’identità del suo autore?”. Nel mirino del Plr anche l’introduzione o il potenziamento di “strumenti di segnalazione anonima o anche nominativa, ad esempio tramite una piattaforma digitale sicura, che garantiscano contemporaneamente la tutela del segnalante (whistleblower), la trasparenza interna e l’attuazione di misure correttive concrete”. Ma anche quale sia la “valutazione del governo in merito al crescente numero di pazienti ticinesi che si rivolgono a strutture ospedaliere extra-cantonali (come Zurigo o Losanna) per ottenere cure specialistiche”, nonché in che modo l’Eoc garantisca “oggi un equilibrio tra la tutela della reputazione istituzionale e la promozione di una cultura interna della sicurezza e dell’apprendimento dagli errori”.
I primi ad attivarsi, già in mattina, sono invece stati i deputati del Movimento per il socialismo che, in un’interpellanza, sottolineano come la vicenda stia “suscitando preoccupazione e allarme in seno all’Eoc”. E non solo. Una decina le domande rivolte da Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi al governo. Tra queste se corrisponda al vero che il responsabile medico della chirurgia dalla mano dell’Ospedale regionale di Lugano abbia “allestito un rapporto sugli eventi avversi dal quale emerge una situazione estremamente preoccupante da ricondurre principalmente a errori medici” e cosa sia stato messo in atto dall’Ospedale regionale di Lugano e dall’Eoc “per evitare il ripetersi di questi errori medici”. A interessare i due granconsiglieri, se l’autore del rapporto sia effettivamente stato licenziato e se il Consiglio di Stato condivida l’opinione che, in caso affermativo, “si tratterebbe di un licenziamento abusivo” sanzionabile. Non da ultimo, “il Consiglio di amministrazione dell’Eoc è stato informato di questo rapporto e del licenziamento del medico? Il consigliere di Stato Raffaele De Rosa (che fa anche parte del Cda dell’Eoc, ndr) ha informato il governo di questa grave situazione?”.