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‘Sconcertante la decisione del governo di confermare la nomina di Pini e Mallè’

Sezione insegnamento medio superiore, il ricorso bis del candidato scartato. Il legale: il Consiglio di Stato ha ignorato bellamente la sentenza del Tram

La parola torna ai giudici del Tribunale cantonale amministrativo
(Ti-Press)
22 maggio 2025
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“È francamente sconcertante il fatto che il governo cantonale abbia ‘sic et simpliciter’ deciso di ignorare bellamente tutto quanto indicato nelle motivazioni della sentenza (quella del Tribunale cantonale amministrativo del 21 febbraio, ndr) e deciso di rinominare i medesimi due candidati (Mattia Pini e Désirée Mallè, ndr), come se nulla fosse. Va da sé che, a fronte delle evenienze concrete, la decisione qui dedotta in giudizio (quella del governo del 24 marzo, ndr), oltre a essere oggetto di ben due interpellanze e tre interrogazioni in Gran Consiglio, ha suscitato (giustamente) diverse reazioni di scandalo e sconcerto, sia nella società civile che nel mondo della scuola. Il tutto, dopo che già la prima decisione di nomina era stata oggetto di contestazione subito dopo il suo pronunciamento”. Usa l’artiglieria pesante fin dalle prime delle ventinove pagine del ricorso bis al Tram, l’avvocato Gianluca Padlina.

Il legale e deputato del Centro al Gran Consiglio patrocina uno dei candidati scartati che lo scorso anno aveva contestato la nomina, da parte del governo, di Pini e Mallè alla direzione congiunta della Sezione dell’insegnamento medio superiore (Sims) in seno al Decs, il Dipartimento educazione, cultura e sport. Con verdetto emesso nel febbraio di quest’anno il Tribunale amministrativo gli aveva dato ragione, annullando la duplice nomina. “Occorre concludere che la valutazione dell’autorità di nomina è insostenibile nella misura in cui non ha verificato che i due candidati nominati fossero in possesso dei (...) requisiti posti dal bando di concorso. Idoneità che deve essere dimostrata da entrambi singolarmente; l’inusuale nomina in job sharing non permette infatti di prescindere dal rispetto dei requisiti posti dal bando di concorso da parte di ognuna delle due persone nominate”, avevano rilevato i giudici. Incarto rispedito quindi al Consiglio di Stato per una nuova decisione. Che l’Esecutivo ha preso il 24 marzo e che il giorno seguente la direttrice del Decs Marina Carobbio ha comunicato in parlamento: “Dopo una nuova verifica dei requisiti e delle competenze dei candidati selezionati, il governo ha confermato l’idoneità degli attuali capisezione Sims a ricoprire la funzione”. Ergo: Pini e Mallè (ri)nominati. Padlina, interpellato dalla ‘Regione’, si era detto sorpreso e aveva aggiunto: “Conoscendo gli atti che hanno portato il Tribunale cantonale amministrativo al pronunciamento di febbraio, difficilmente, ritengo, vi saranno elementi che ci faranno accettare quanto stabilito dal governo e oggetto della comunicazione di Carobbio”.

‘Violato ancora il diritto di essere sentito e di accesso agli atti’

Così è stato. Ecco allora il ricorso bis, datato 9 maggio. Ricorso con cui il candidato patrocinato da Padlina chiede ai giudici del Tram di annullare la decisione del 24 marzo con la quale come detto il Consiglio di Stato ha confermato la doppia nomina. Anche stavolta il ricorrente lamenta, fra l’altro, la violazione del diritto di essere sentito e del diritto di accesso agli atti. Al riguardo Padlina va giù duro: “Dopo aver crassamente violato il diritto di accesso agli atti nell’ambito della prima procedura – tentando di tenere nascosti al ricorrente e a codesto lodevole Tribunale cantonale amministrativo atti rilevantissimi – la controparte continua a perseverare nel proprio atteggiamento ostinatamente renitente il che, visti i precedenti specifici, non può che alimentare il sospetto che ulteriori atti rilevanti per l’esito della procedura siano volutamente tenuti nascosti”. Rincara l’avvocato: “Di fatto, dopo l’annullamento della precedente (prima) decisione di nomina, l’Autorità si è limitata a elaborare ad arte delle nuove valutazioni al solo scopo di tentare di (ri)giustificare la nomina dei signori Désirée Mallè e Mattia Pini quali capisezione della Sezione dell’insegnamento medio superiore”. E ancora: “Appare utile rilevare che nemmeno le esperienze maturate dai due candidati nominati in ambiti diversi dal settore della scuola sono di natura tale da soddisfare le esigenze poste dal bando di concorso in tema di gestione, gestione amministrativa e gestione del personale. In particolare si rileva che le attività svolte in ambito associativo non sono di natura tale da poter soddisfare le esigenze poste dal bando”.

‘Accertamento manifestamente errato e arbitrario’

Queste e altre considerazioni vengono riassunte nelle ultime pagine del ricorso, al quale Padlina chiede ai giudici di conferire l’effetto sospensivo. “Il ricorrente – annota il suo legale – non può esimersi dal ribadire che la decisione (del governo, ndr) qui avversata, oltre a essere stata caratterizzata da gravi, quanto insanabili, irregolarità procedurali – in primis legate al fatto che ai candidati nominati sia stata concessa la possibilità di affrontare le prove attitudinali in coppia – è palesemente scaturita in esito a un accertamento manifestamente errato e arbitrario, ritenuto che a essere stati nominati sono stati due candidati che manifestamente non disponevano dei requisiti stabiliti dal bando di concorso”. A essere “particolarmente reprensibile”, prosegue Padlina, “risulta essere il fatto che, dopo il primo chiaro pronunciamento” del Tribunale amministrativo, per il tramite del quale è stato disposto l’annullamento della prima decisione di nomina, il Consiglio di Stato “abbia deciso di rinominare gli stessi candidati”.

Scrive ancora il legale: “Di fatto, dopo l’annullamento della prima decisione di nomina, l’Esecutivo cantonale non ha esperito alcun accertamento supplementare sulle candidature ma si è limitato semplicemente a elaborare due documenti all’interno dei quali ha cercato (invano) di dimostrare che l’attività di esperti di materia nel settore delle Scuole professionali, svolta dai signori Désirée Mallè e Mattia Pini (in job sharing) a tempo parziale e per un tempo molto limitato, potesse essere qualificata alla stregua di una pluriennale esperienza di gestione, gestione amministrativa e gestione del personale”. Il tutto, sostiene Padlina, “con l’obiettivo, predeterminato, di tentare di dimostrare che i profili dei due candidati potessero essere ritenuti conformi alle esigenze poste dal bando di concorso, ancorché nel corso dell’assessment fosse già chiaramente emerso che ciò non fosse in realtà il caso”. Per “tutte le ragioni” esposte nel ricorso, afferma Padlina, “si deve necessariamente giungere alla chiara conclusione per cui le strumentali valutazioni dell’autorità di nomina si appalesino essere manifestamente insostenibili e arbitrarie, con la conseguenza per cui anche questa (seconda) decisione di nomina del 24 marzo 2025 debba essere necessariamente annullata”.

La parola passa, anzi torna al Tribunale cantonale amministrativo. Durante la procedura il Consiglio di Stato formulerà le proprie osservazioni al ricorso. Insomma la vicenda della controversa nomina di Mallè e Pini alla co-conduzione dell’importante Sezione dell’insegnamento medio superiore è tutt’altro che chiusa.