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In Ticino potrebbero essere smantellati 140 chilometri di linee elettriche

Pari al 25% del tracciato esistente. Costi stimati intorno al miliardo per i prossimi trent’anni. Zali (Dt): ‘Il Ticino ha giocato un ruolo pionieristico’

‘Obiettivi di risanamento e potenziamento, ma anche di pianificazione territoriale’
(Ti-Press)
27 maggio 2025
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In futuro potrebbero essere rimossi dal territorio ticinese 140 chilometri di linee elettriche ad alta e altissima tensione, pari al 25% del tracciato esistente. A metterlo in evidenza, gli esiti dello Studio generale sulle reti ad alta e altissima tensione in Ticino presentati questa mattina ai media. Scopo dello studio, come ricordato dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, «fornire una visione complessiva e a lungo termine su scala cantonale della rete di trasporto dell’energia ad alta e altissima tensione coordinando obiettivi di risanamento e potenziamento con quelli di pianificazione territoriale».

Dal 2013 a oggi

Ma facciamo un passo indietro. Nel 2013, è stato ricordato durante la conferenza stampa, il Cantone ha deciso di riunire allo stesso tavolo i gestori di rete ad alta e altissima tensione: l’Azienda elettrica ticinese (Aet), le Ferrovie federali svizzere (Ffs) e Swissgrid. «Gran parte della rete elettrica ticinese – osserva il direttore di Aet Roberto Pronini – è stata concepita negli anni 50 da più attori tenendo conto principalmente delle proprie esigenze. Le linee elettriche sono state costruite in zone e tracciati differenti e oggi si nota come il territorio venga così sfruttato in maniera inefficiente». Il mancato coordinamento tra gestori, aggiunge quindi, «ha portato allo sviluppo di una rete caratterizzata da numerosi tracciati, spesso sovrapposti tra loro». Situazione che, al netto di un fabbisogno di energia elettrica in costante aumento, necessita un cambiamento. Un tema che tocca anche la mobilità sostenibile, indica Stefano Azzalin, Asset Manager Reti delle Ffs, sottolineando l’importanza di «una rete di distribuzione efficiente, che garantisca un approvvigionamento sicuro della corrente di trazione».

Tre i futuri progetti

Tre i grandi progetti che permetterebbero lo smantellamento dei circa 140 chilometri di tracciato: il progetto Airolo-Lavorgo per nuove linee elettriche in Leventina, il progetto All’Acqua-Vallemaggia-Magadino in Vallemaggia e il progetto Lavorgo-Magadino in Riviera e sul Piano di Magadino.


Dipartimento del territorio
Aree di intervento e panoramica della rete Swissgrid

A preoccupare, però, il rallentamento della costruzione di nuove linee elettriche a causa di procedure di approvazione che si protraggono nel tempo. «In Svizzera – illustra il vicedirettore e responsabile della Divisione reti di Swissgrid Adrian Häsler – per costruire una nuova linea elettrica, spesso occorrono più di quindici anni». Attraverso questo studio è però stato possibile «coordinare al meglio la pianificazione delle nuove linee elettriche in Ticino. Il che permetterà di presentare alle autorità federali soluzioni condivise per la progettazione delle nuove linee», indica Häsler. In tal senso, la realizzazione dei progetti previsti – i cui costi complessivi si attestano sui 500 milioni in Vallemaggia, a cui si aggiunge quasi un miliardo nei prossimi trent’anni, come pure i costi delle Ffs e dello spostamento anticipato delle reti di Aet – avverrà coinvolgendo autorità locali e popolazione secondo quanto previsto dalle procedure federali.

Il Ticino, evidenzia non da ultimo Zali, «ha avuto un ruolo pionieristico che sta suscitando interesse anche a livello nazionale». L’approccio adottato al Sud delle Alpi, afferma dal canto suo Häsler, «rappresenta un unicum a livello nazionale. Il Consiglio federale ne ha riconosciuto il valore aggiunto e ha proposto, in una modifica di legge recentemente trasmessa al Parlamento, di estendere il modello ticinese agli altri cantoni».