I vertici di Centro, Plr, Udc, Verdi e Ps chiedono all'Esecutivo di ‘ponderare con estrema attenzione l'opportunità dello scambio’. Tradotto: bocciatelo
L'appello del Partito socialista lanciato ieri sera dal copresidente Fabrizio Sirica ha raggiunto il suo obiettivo. I presidenti di Centro, Plr, Udc, Verdi e Ps, infatti, hanno preso carta e penna per scrivere al Consiglio di Stato offrendo “una riflessione seria e preoccupata in merito alla proposta di cambio di Dipartimenti formulata dai Consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali, e alla situazione istituzionale che ne è scaturita negli ultimi giorni”. Non è scritto chiaramente, perché la politica richiede un certo stile e una certa ponderazione. Ma il concetto è uno: questo arrocco non s'ha da fare, e l'auspicio è che l'Esecutivo lo capisca.
Fiorenzo Dadò, Alessandro Speziali, Piero Marchesi, Samantha Bourgoin e Marco Noi, Laura Riget e Fabrizio Sirica, infatti, lo concedono: “Siamo ben consapevoli che la competenza decisionale in merito spetta al Governo, e non intendiamo in alcun modo interferire con tale prerogativa”. Al contempo, però, “riteniamo doveroso, nel quadro della dialettica istituzionale e della responsabilità che ci compete come forze politiche rappresentative, portare ufficialmente all’attenzione del governo la nostra posizione”.
E guardando alla situazione concreta, “ci interroghiamo su un eventuale cambio di Dipartimenti a questo stadio della legislatura, visto il tempo residuo a disposizione”. E chiedono, abbastanza retoricamente, se “ciò produrrebbe nella pratica un beneficio concreto per l’operatività dei singoli Dipartimenti oppure rischierebbe di tradursi in rallentamenti e nella sospensione di dossier che avrebbero invece bisogno di stabilità e continuità di azione fino a fine legislatura”. Inoltre, si legge ancora nella lettera, “non possiamo nascondere una crescente inquietudine per quanto concerne il rispetto delle prassi istituzionali che dovrebbe sempre contraddistinguere le decisioni del massimo organo esecutivo del nostro Cantone. Gli sviluppi delle ultime settimane, e le modalità con cui la vicenda è stata gestita sul piano comunicativo e procedurale, hanno purtroppo sollevato interrogativi sul piano del rispetto formale e sostanziale delle istituzioni”.
Per tutte queste ragioni, “nel rispetto della vostra autonomia decisionale, invitiamo il Consiglio di Stato a ponderare con estrema attenzione l’opportunità, o meno, di procedere con questo cambio di Dipartimenti, ponderando attentamente la scelta nel solo interesse del Paese. A nostro avviso, in questo momento l’interesse superiore del Cantone e dei cittadini richiede che ogni consigliere di Stato si concentri con la massima determinazione sull’efficacia della propria azione e quella del governo. Restiamo fiduciosi che il governo saprà valutare con senso di responsabilità e visione istituzionale queste considerazioni”.
A prendere posizione sono anche i Verdi liberali, che “esprimono sconcerto per la gestione comunicativa e politica dell’ipotesi di scambio di dipartimenti tra i Consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali. Una decisione così rilevante – si legge nella nota firmata dal presidente del Pvl Stefano Dias – che influisce sul funzionamento del governo cantonale e sull’attuazione delle politiche pubbliche, non può essere trattata come un affare interno di partito”.
I Verdi liberali, sono “rimasti senza parole di fronte a modi e tempi completamente sbagliati. Il rispetto per le istituzioni e per i cittadini impone trasparenza, chiarezza e soprattutto responsabilità. Speriamo che le scuse annunciate dai due ministri servano almeno a ristabilire il clima necessario per tornare a lavorare con serietà nel governo”.
Al Consiglio di Stato, adesso, il Pvl chiede “un atto di chiarezza”. Perché “è urgente che venga presa una decisione definitiva, che chiuda rapidamente questo capitolo diventato fonte di incertezza e tensione”.