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Aiuti sociali, Isabella: ‘Si utilizzino le riserve’. Quadranti: ‘Non è così semplice’

Il Centro preme affinché parte del fondo della Cassa di compensazione per gli assegni familiari venga usata per il ‘poker’ sulla natalità. Il Plr frena

La somma ammonta a quasi 200 milioni di franchi
(Ti-Press)
17 giugno 2025
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Fanno discutere i quasi 200 milioni di franchi contenuti nella riserva di fluttuazione della Cassa cantonale di compensazione per gli assegni familiari nel 2024. A interrogare la politica, un suo eventuale impiego, in particolare a sostegno delle famiglie. Della somma è venuta a conoscenza la commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’ nella riunione di settimana scorsa. Le cifre, fornite dal Consiglio di Stato, erano state sollecitate dalla stessa relativamente ad approfondimenti sulle iniziative dell’ex deputato del Ps Raoul Ghisletta e del granconsigliere di HelvEthica Roberto Ostinelli. Entrambe chiedono di aumentare gli assegni per i figli.

Meno nascite, ma versamenti pressoché stabili

I 200 milioni di riserva sono frutto principalmente di due fattori concomitanti. Se da un lato si registra la progressiva diminuzione dell’aliquota contributiva sia dei datori di lavoro che dei lavoratori indipendenti, dall’altro sono anche calate le nascite. In altri termini, al netto di versamenti rimasti negli anni relativamente stabili, la riduzione delle nuove nascite ha fatto sì che nel giro di sei anni le riserve della Cassa siano passate da 115 agli attuali circa 193 milioni.

A manifestare il proprio interesse è specialmente il Centro che, nel gennaio 2024, aveva presentato un ‘poker’ di iniziative per risollevare la natalità. Delle quattro iniziative proposte nel frattempo solo una ha passato lo scoglio della maggioranza della commissione ‘Sanità e sicurezza sociale’. L’unica che non costa nulla e che chiede un cambio culturale, attraverso anche la definizione di un Dipartimento all’interno del Consiglio di Stato che abbia la responsabilità delle politiche di sostegno allo sviluppo demografico, e che il valore della famiglia e della società aperta alla genitorialità sia incluso in ogni ambito di politica cantonale. A non convincere la maggioranza dei commissari le altre tre che vanno nella direzione di aumentare il sostegno economico alle famiglie con figli tramite assegni più pesanti, implementare le iniziative per conciliare lavoro e famiglia, ridurre la tassa del registro fondiario e quella sull’emissione delle cartelle ipotecarie per i giovani che vogliono acquistare casa. Il ‘poker’ dovrebbe a ogni modo presto andare in aula, ma solo dopo che anche la ‘Gestione e finanze’ si sarà espressa in merito.

‘Soldi già destinati a questioni che riguardano le famiglie’

Ed è proprio il co-firmatario del ‘poker’ Claudio Isabella a marcare presenza: «Parte di questa riserva – sostiene il centrista – andrebbe utilizzata a sostegno delle nostre iniziative, dato che sono soldi già destinati a questioni che riguardano l’ambito familiare. Peraltro in un momento difficile per i cittadini e per le famiglie». E più precisamente, il fondo andrebbe impiegato «per quanto concerne le richieste di aumento degli assegni familiari e per rendere gli asili nido gratuiti». Da considerare, prosegue, «che attualmente ci sono quasi 200 milioni di riserva nonostante si sia abbassata la trattenuta in favore dei datori di lavoro e dei lavoratori indipendenti. È un fondo in continuo aumento, ragione per cui ci sarebbero tutti i presupposti per utilizzarne parte per le nostre proposte». Isabella non vede poi «controindicazioni», anche se – ammette – «un approfondimento giuridico andrebbe fatto». Ma aggiunge: «È peccato avere 200 milioni di riserve quando sappiamo bene quanto oggi avere dei figli sia costoso, con tutti gli aumenti di questi ultimi anni. Serve volontà politica. La nostra proposta – continua – non è in ambito sociale, perché spesso ci viene detto che il Ticino è uno dei Cantoni che dà più aiuti sociali. Il nostro è un aiuto in favore delle famiglie e in particolare della natalità, sempre più ai minimi storici. Ne va del futuro del nostro Cantone».

‘Liquidare un costo ricorrente con un fondo non è fattibile’

Non sarebbe però così semplice. A sostenerlo, il capogruppo del Plr Matteo Quadranti. «Questo tipo di fondi – spiega infatti – di solito sono vincolati. Non basta trovare soldi da qualche parte per poterne attingere senza limitazioni». I circa 200 milioni contenuti nella riserva della Cassa cantonale di compensazione non sono per Quadranti «paragonabili per esempio alla distribuzione dei dividendi della Banca nazionale svizzera, di cui si può disporre più o meno liberamente». Non solo. «Bisogna tenere conto – rende attenti il liberale radicale – che le iniziative del Centro hanno un costo che si ripeterebbe ogni anno. Non si tratta di un progetto puntuale che necessita di un finanziamento singolo e basta». E rimarca: «Liquidare un costo ricorrente con un fondo non è fattibile». Va da sé, evidenzia, «che a ogni modo andranno fatte delle verifiche». Ma una cosa è chiara, non saranno questi 200 milioni a risolvere la situazione demografica o delle famiglie, anche perché andrebbero stabilite delle priorità: «Anche nel caso in cui questi soldi dovessero essere ‘liberi’ ed entrare in una contabilità generale – puntualizza –, non per forza andrebbero in automatico dedicati alle iniziative del Centro». Quadranti traccia poi un parallelismo con le riserve delle casse malati: «Sembrano sempre un sacco di soldi, ma basta una congiuntura complicata perché si riducano». Prima le valutazioni, insomma, poi si vedrà.

Tra autonomia, equilibrio finanziario e politica

“Le casse di compensazione per assegni familiari – viene indicato in tal senso nella Legge federale sugli assegni familiari e sugli aiuti finanziari a organizzazioni familiari – provvedono all’equilibrio finanziario alimentando un’adeguata riserva di fluttuazione”. Di più. Nell’Ordinanza sugli assegni familiari si legge che “la riserva di fluttuazione è adeguata se ammonta almeno al 20 per cento e al massimo al 100 per cento delle uscite annue medie per gli assegni familiari”. In altri termini: la riserva di fluttuazione è fondamentale per far fronte a potenziali imprevisti e il suo capitale ha un carattere vincolante. La riserva di fluttuazione della Cassa cantonale ticinese è quasi al 100% ed è per questo che negli ultimi anni è stata a più riprese ridotta l’aliquota. Ogni cassa di compensazione è poi autonoma e ha il proprio organo decisionale: sulle riserve non può quindi decidere la politica, il parlamento può eventualmente incidere sull’ammontare a livello cantonale degli assegni, aumentandoli o diminuendoli.

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