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Corpi rocciosi del Sistema solare, monitoraggio ticinese

Oggi è la Giornata mondiale degli asteroidi. Sposetti: ‘Oggetti con informazioni preziose su cosa c'era prima dell'essere umano. Ecco come li studiamo’

L’asteroide Bennu e nel riquadro Stefano Sposetti, fisico e già presidente della Società astronomica ticinese
(Keystone/Ti-Press)
30 giugno 2025
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«Sono corpi rocciosi che popolano il Sistema solare. E insieme a tutti gli altri corpi che lo compongono – ovvero Sole, pianeti, tra cui la Terra, comete e altri oggetti celesti non stellari – si sono formati miliardi di anni fa. Studiarli significa anche capire meglio le origini del Sistema solare». Di asteroidi, il bellinzonese Stefano Sposetti – docente di fisica al liceo di Bellinzona prima della pensione e una grande passione per l’astronomia che coltiva dall’adolescenza – si intende parecchio. Dal suo osservatorio a Gnosca, dove risiede, ne ha scoperti diversi. Telescopi, camere Ccd e videocamere: sono gli strumenti con cui osserva per molte notti all’anno questi corpi rocciosi. E oggi, 30 giugno, ricorre la ‘Giornata mondiale degli asteroidi’.

Sposetti, perché una giornata internazionale?

È stata istituita nel 2015 allo scopo di far conoscere al grande pubblico il problema rappresentato dagli asteroidi pericolosi, la cui orbita è prossima a quella terrestre. Per questo motivo possono costituire una minaccia per il nostro pianeta. È stata quindi scritta una Dichiarazione per centuplicare in dieci anni il numero di scoperte di asteroidi pericolosi. Il 30 giugno è stato scelto poiché quel giorno, correva l’anno 1908, vi era stato l’impatto di un piccolo asteroide a Tunguska, in Siberia. La probabilità di un impatto è piuttosto bassa, ma non esiste il rischio zero. L’evento di Tunguska lo dimostra. Altro esempio: si ritiene che l’estinzione dei dinosauri avvenuta oltre 60 milioni di anni fa sia da attribuire alle conseguenze per il clima dell’impatto di un asteroide sulla Terra.

Dunque oggetti del Sistema solare particolarmente ‘attenzionati’ dalla comunità astronomica.

Proprio così. C’è un monitoraggio costante di questa categoria di asteroidi, sia da Terra con telescopi ottici e radiotelescopi, sia dallo spazio con satelliti a uso astronomico.

Quali le contromisure se uno di questi corpi rocciosi dovesse dirigersi verso la Terra?

Nel settembre del 2022 la Nasa eseguì, con successo, un test che è passato alla storia. Riuscì, con la sonda Dart, a colpire Dimorphos, satellite del diametro di appena centosessanta metri di un altro asteroide, Didymos, quasi ottocento metri di diametro. L’orbita di Dimorphos venne deviata. Insomma, dalla fantascienza alla realtà. Il ‘bombardamento’ di un asteroide che rischia di collidere contro la Terra è una delle possibili contromisure. Chiaramente il rapido sviluppo della tecnologia permetterà di individuare nuove modalità per contrastare questa minaccia proveniente dallo spazio. Ma ripeto, le probabilità di un impatto sono piuttosto basse. Ad ogni modo è cosa saggia attrezzarsi.

Ci sono anche asteroidi per così dire innocui…

Certo. Attualmente gli asteroidi noti superano il milione. Solo una minima parte di quelli sin qui scoperti è pericolosa per la Terra. Il grosso è costituito di corpi rocciosi che orbitano intorno al Sole senza intersecare l’orbita del nostro pianeta. Come ho detto prima, lo studio degli asteroidi in generale è fondamentale per capire le origini del Sistema solare. Si sa quando si è formato, cioè 4,5 miliardi di anni fa. Ma c’è ancora molto da indagare. Questi corpi rocciosi, con un diametro che va da pochi metri a un migliaio di chilometri, forniscono informazioni formidabili su cosa c’era prima che arrivasse l’essere umano.

In seno alla Società astronomica ticinese, della quale è stato anche presidente, lei è responsabile del gruppo dedicato all’osservazione dei corpi minori del Sistema solare. Solo asteroidi?

No, ci sono anche i pianeti nani e le comete. Gli astronomi dilettanti che fanno parte di questo gruppo di lavoro della Società astronomica, costituito nel 2010, osservano in prevalenza asteroidi. Lo fanno in maniera scientifica con misure sia della luminosità che della posizione di questi oggetti. In Ticino ci siamo specializzati nelle occultazioni asteroidali, che si osservano quando un asteroide transita esattamente di fronte a una stella – che rispetto al corpo roccioso e alla Terra si trova a una distanza molto maggiore, parliamo infatti di anni luce –, causando un repentino calo di luminosità dell’astro. Oltre a essere scientificamente importanti, sono fenomeni spettacolari e talora non del tutto prevedibili.

Spettacolo a parte, in che cosa consiste l’osservazione?

Misuriamo gli istanti di tempo della sparizione e della riapparizione della luce della stella, in tal caso come detto occultata da un asteroide, senza elaborazioni elettroniche complicate. Una misura semplice e precisa. Lo scopo è di ricavare un modello, prima in 2D, poi in 3D, dell’asteroide coinvolto. In poche parole, le sue dimensioni e la sua forma. Il gruppo collabora con la sezione ad hoc della Società astronomica svizzera, sezione che invia le misure eseguite in tutto il Paese a un ente europeo formato da astronomi dilettanti e professionisti. Una volta controllati e vidimati dai professionisti, i dati vengono trasmessi sia al Minor Planet Center dell’Unione astronomica internazionale sia al Planetary Data System della Nasa. Ed è una notevole soddisfazione vedere le misure ticinesi su siti web e riviste professionali del settore. Ricordo inoltre che questo genere di osservazioni consente anche di affinare i parametri orbitali degli asteroidi.

La strumentazione?

Il materiale che utilizziamo è facilmente reperibile sul mercato. Un telescopio e una videocamera. Punto.