È stato un weekend impegnativo per l'Eoc, con molte persone che hanno necessitato di un consulto. Numeri in crescita anche su base mensile
Arriva la canicola e si affollano le corsie dei Pronto soccorso ticinesi. Lo scorso fine settimana – quando l’allerta canicola è stata alzata al livello 3 (pericolo marcato). Allerta che sarà in vigore almeno fino a venerdì – il numero di persone che ha avuto bisogno di un consulto medico è stato più alto del solito. «Lo scorso weekend abbiamo avuto tanti accessi, più della media degli ultimi anni», afferma Roberta Petrino, primario di medicina d’urgenza all’Ente ospedaliero cantonale. Un fenomeno che emerge chiaramente nei dati forniti dall’Eoc: lo scorso fine settimana i quattro Pronto soccorso dell’Ente (a Lugano, Locarno, Bellinzona e Mendrisio) hanno registrato in totale 825 accessi e per 190 persone si è reso necessario un ricovero. «I sintomi con i quali le persone si sono presentate al Ps, sospettati di essere legati al caldo, sono stati molti. Parecchi pazienti anziani, ma anche pazienti più giovani con traumi. Circa il 40% dei pazienti visitati nel fine settimana – aggiunge Petrino – ha dovuto essere ricoverato».
Una bella differenza rispetto al passato la si nota anche confrontando tutto il mese di giugno con lo stesso periodo del 2024. Il numero di visite è infatti stato di circa il 10% superiore rispetto al passato. 7'632 accessi nel 2025, 6'820 lo scorso anno. Piuttosto stabile invece il numero di ricoveri, sempre intorno alle 1'700 unità. I sintomi con i quali le persone si sono presentate al Pronto soccorso, e che hanno una possibile correlazione con l'esposizione al caldo sono stati soprattutto: traumi, malessere e problemi renali.
Per avere un quadro d'insieme della situazione, e per implementare soluzioni negli anni, l'Eoc e il Gruppo operativo salute e ambiente del Cantone hanno attivato un monitoraggio. «Il monitoraggio sanitario si svolge presso i Pronto soccorso dell’Eoc, e in particolare il numero di visite che viene effettuato durante l’estate e le cui cause principali sono da attribuire al caldo intenso», spiega Federico Peter, medico capo del servizio di promozione e valutazione sanitaria e presidente del Gosa, il Gruppo operativo salute e ambiente. Una prima valutazione, da prendere con le pinze in quanto non rappresentativa, mostra in ogni caso un aumento delle consultazioni rispetto allo scorso anno. «Restiamo però molto cauti nel comparare questi dati, visto che lo scorso anno il mese di giugno era stato molto meno caldo». In ogni caso quest’anno i dati saranno «più completi e di miglior qualità», afferma Peter: «Gli anni scorsi guardavamo solo primariamente il sintomo con il quale una persona si presentava al Pronto soccorso. Ora verrà analizzata tutta la diagnosi precisa secondo ICD10». Non solo, il monitoraggio prenderà in considerazione pure il luogo dove il paziente è stato male, nel rispetto dell’anonimato e della sfera privata. «In questo modo si potrà avere, alla fine dell’estate, una ‘mappatura’ dei casi di malore. Uno strumento utile per verificare se in determinate zone, specialmente in città dove possono svilupparsi isole di calore, ci sia un maggior numero di casi». Per ora a recarsi ai Pronto soccorso del Ticino sono state soprattutto persone con più di 50 anni. A queste si aggiunge un picco, seppur molto più limitato, di giovanissimi bambini. «Potrebbe essere la mancanza di sensibilizzazione e informazioni che li portano a svolgere attività intense all’aperto durante le ore più calde». Un altro motivo che implica degli stati di malore o malessere legati al caldo è l’utilizzo dei farmaci, ad esempio quelli usati per trattare l'ipertensione, ovvero per la pressione alta. «Per questo motivo con il medico e il farmacista cantonale abbiamo voluto sensibilizzare i medici di famiglia e i farmacisti su questa tematica, adattando anche il dosaggio e la somministrazione di farmaci se necessario».