Ticino

In attesa di un vescovo, Grampa: ‘Eppure di preti ticinesi in gamba ce ne sono...’

Don Mino: ‘Il celibato? Anacronistico. La Chiesa non ha saputo adattarsi’

Il vescovo emerito della Diocesi di Lugano, Pier Giacomo Grampa, 88 anni
(Ti-Press)
9 luglio 2025
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“È una pagina nerissima, qualcosa di orribile che va condannato. In passato la Chiesa avrebbe dovuto essere più ferrea e dura su questi casi. Detto ciò non mi piace che si faccia di ogni erba un fascio”. Così il vescovo emerito della Diocesi di Lugano Pier Giacomo Grampa, intervenendo nei giorni scorsi a ‘TioTalk’, a proposito degli abusi sessuali nella Chiesa.

Intervistato da Patrick Mancini, Grampa, 88 anni, da molti conosciuto come don Mino, si è espresso su più temi. Come quello della mancanza a tutt’oggi di un vescovo, dopo il ritiro di Valerio Lazzeri: dal 2022 la Diocesi ha infatti un amministratore apostolico, ovvero Alain de Raemy, designato da papa Bergoglio. “Non ho nulla contro monsignor de Raemy. Ma se le regole dicono che quel ruolo deve essere ricoperto da un ticinese – ha aggiunto il vescovo emerito – non si comprende come mai si continui a seguire un’altra via. Di preti ticinesi in gamba ce ne sono”.

Altra questione: il celibato. “Anche su questo punto – ha dichiarato Grampa – la Chiesa non ha saputo adattarsi. Praticamente tutti gli altri sacerdoti cristiani possono sposarsi. Solo i cattolici no. Anacronistico. E lo dico pur avendo vissuto bene il mio celibato”.