L'associazione ambientalista d'area Plr scrive una lettera aperta al nuovo responsabile: ‘Anni di ritardi, adesso si tenga conto della qualità di vita’
Tanto si è detto di giustizia e polizia, parlando dello scambio di dossier in Consiglio di Stato tra Claudio Zali e Norman Gobbi, meno dell'unica Divisione che ha interamente cambiato responsabile: quella delle Costruzioni, passata ad avere come referente il direttore del Dipartimento delle istituzioni. E proprio a Gobbi si rivolge, con una lettera aperta, ‘Libertà, energia, ambiente’ (Lea), l'associazione d'area del Plr con un appello inequivocabile: “Le grandi opere vanno sbloccate, ma tenendo conto della qualità di vita”.
Lo fa partendo dal fatto che la recente decisione dell'Esecutivo “rappresenta una svolta importante nella struttura del governo cantonale. Una scelta che non può ridursi a una semplice riorganizzazione interna, ma che chiama in causa la responsabilità politica verso un settore strategico e purtroppo segnato da ritardi strutturali di oltre 25 anni”. E l'elenco è lungo: “Parliamo di grandi opere, infrastrutture, cantieri di interesse pubblico che spesso restano bloccati tra progetti mai partiti, competenze sovrapposte, tempi lunghissimi e scarsa chiarezza nei processi”.
Non solo. “A lei – ricorda Lea – è stata affidata anche la competenza sulla semplificazione del rapporto tra cittadino e Stato: una promessa ricorrente, che oggi rischia di suonare come uno slogan, se non accompagnata da atti concreti”. Insomma: “Chiediamo chiarezza – mette nero su bianco l'associazione ambientalista liberale radicale –. Chiediamo una visione. Non vogliamo assistere all’ennesimo annuncio, destinato a incagliarsi come già accaduto con Giustizia 2018 o Ticino 2020, rimasti ancorati al palo nonostante le grandi aspettative iniziali”. Il pericolo secondo Lea è dietro l'angolo, siccome “se la polis oggi è affaticata, è proprio perché troppi dossier sono stati aperti e mai conclusi”.
Proprio seguendo queste preoccupazioni, ecco le domande “semplici, ma quanto mai fondamentali” che Lea rivolge a Norman Gobbi: “Cosa intende fare, concretamente, con la Divisione delle costruzioni e con il dossier della semplificazione? Quali sono le sue priorità? Quali strumenti adotterà per dare risposte tempestive e misurabili ai cittadini e alle imprese? Quali saranno le tempistiche reali e misurabili per opere strategiche come il collegamento A2-A13, la circonvallazione Agno-Bioggio (tenendo conto delle criticità emerse nei Comuni coinvolti), la rete Tram-treno del Luganese, la galleria di Moscia? Intende garantire maggiore qualità di vita ai cittadini di questo cantone anche grazie a progetti che ridiano una ritrovata dignità alla popolazione? Ad esempio, si impegna a sostenere la copertura dell’autostrada tra Bissone e Chiasso presso le autorità federali?”.
Ciò chiesto, l'affilata conclusione: “Noi non ci lasciamo distrarre da polemiche inutili istituzionali sul Consiglio di Stato. Guardiamo ai contenuti. Perché il cittadino non chiede rimpasti, ma azioni chiare, verificabili e orientate al bene comune. Se davvero vuole segnare una svolta, dimostri di avere un progetto. E il coraggio di realizzarlo”.
Da noi interpellato, il presidente di Lea Christian Fini rincara: «Ci aspettiamo davvero che questo arrocco o arrocchino non sia un classico gioco di palazzo, e quindi dopo essere andati a riprendere puntualmente i dossier più caldi della Divisione delle costruzioni vigileremo con fermezza sulla tabella di marcia». L'auspicio è «di vedere che questi progetti da noi menzionati, come altri in cantiere, vengano realizzati al più presto ma non così per fare e mettere una bandierina, bensì tenendo conto di tutte le criticità che emergono dai Comuni, dalle regioni e dal territorio: un esempio su tutti la Agno-Bioggio». Il motivo è semplice, per Fini: «Questi progetti devono essere integrati nel territorio, e ridare una qualità di vita ai cittadini che negli ultimi anni, su questo tema fondamentale, hanno dato troppo ricevendo poco o nulla in cambio».