Ticino

L’Udc torna alla carica sulla gestione del lupo

Un’interpellanza di Bühler (sottoscritta da altri 24 deputati) e una lettera di Marchesi e Morisoli chiedono al governo di attivarsi senza indugio

‘La situazione non può più essere rimandata’
(Keystone)
25 luglio 2025
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L’Udc torna alla carica sulla gestione del lupo. E lo fa con un’interpellanza presentata dal deputato Alain Bühler (sottoscritta da altri ventiquattro parlamentari di Plr, Centro, Avanti con Ticino & Lavoro, Pc ed HelvEthica), e con una lettera al Consiglio di Stato a firma del presidente cantonale Piero Marchesi e del capogruppo in Gran Consiglio Sergio Morisoli.

‘Gli altri Cantoni agiscono, e il Ticino?’

Al netto delle “differenze sostanziali non solo nei risultati ottenuti, ma nell’approccio politico e amministrativo al tema” tra il Ticino e gli altri Cantoni alpini limitrofi, in particolare Vallese e Grigioni, nell’atto parlamentare si mette in evidenza come le dichiarazioni del direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali – “che attribuisce l’intera responsabilità delle difficoltà ticinesi alla legislazione federale e al contesto normativo imposto da Berna” – appaiano “difficilmente conciliabili con quanto dichiarato da esponenti politici dei Cantoni che hanno invece”, appunto, “ottenuto risultati concreti”. Tant’è, si legge dunque nell’interpellanza, che “è legittimo interrogarsi su quale sia il vero ostacolo alla gestione del lupo in Ticino: il quadro normativo federale, che è identico per tutti i Cantoni, o piuttosto la linea politica imposta dal direttore del Dt che privilegia la protezione del lupo rispetto a tutelare gli interessi dei contadini?”. Nel dettaglio, viene ricordato da Bühler, “nel periodo tra settembre 2024 e gennaio 2025, in Vallese sono stati abbattuti trentaquattro lupi, nei Grigioni quarantotto, mentre in Ticino soltanto tre”. In merito, è notizia di qualche giorno fa, stando a uno studio dell’Università di Losanna, la metà dei lupi in Vallese sarebbe però stata abbattuta per sbaglio.

Ciò detto, e anche alla luce del recente appello lanciato dal presidente del Centro Fiorenzo Dadò e da Marchesi “affinché si diano risposte concrete e tempestive al mondo contadino ticinese”, sono una decina i quesiti girati dal deputato democentrista e cofirmatari al governo. I parlamentari chiedono quindi se il Consiglio di Stato condivida “le dichiarazioni di Zali secondo cui la gestione del lupo in Ticino sarebbe fortemente limitata dalle disposizioni federali”, come si spieghi “le profonde divergenze nei risultati ottenuti tra il Ticino e i Cantoni Vallese e Grigioni, che operano nel medesimo quadro normativo”, se ritenga “che l’attuale legislazione, riformata anche grazie all’intervento del consigliere federale Albert Rösti, offra sufficienti margini d’azione ai Cantoni, come affermato dai rappresentanti vallesani e grigionesi, oppure che la colpa sia della Confederazione come sostenuto dal direttore del Dt”, nonché se sia in grado di “elencare nel dettaglio le prassi e le strategie seguite da Grigioni e Vallese nella gestione preventiva e reattiva dei lupi e se le ritenga attuabili anche in Ticino”. Seguono altri quesiti all’indirizzo di Zali: “Da parte del direttore del Dt e degli uffici cantonali ci sono stati dei contatti e degli scambi di esperienze tra i Cantoni toccati dal problema, affinché il Ticino possa approfittare delle buone prassi utilizzate da Grigioni e Vallese? Il direttore del Dt ha incontrato negli ultimi due anni di persona Rösti per discutere della tematica del lupo?”. Non da ultimo, si chiede, “considerata la frustrazione crescente tra i contadini e il senso di abbandono percepito nelle regioni periferiche, quali misure concrete e urgenti intenda intraprendere il Consiglio di Stato per tutelare le attività agricole e pastorali”.

‘Il Consiglio di Stato imponga direttive chiare’

Venendo invece alla lettera inviata al governo, secondo Marchesi e Morisoli “non vi è alcun motivo per cui il Ticino non possa fare altrettanto”, ovvero “intraprendere misure tempestive” come fatto da altri Cantoni, “trasformando il problema da emergenza a normale amministrazione”. Di più. “La situazione – rimarcano – non può più essere rimandata”. E in merito ricordano: “Il Gran Consiglio, con una chiara e ampia maggioranza, ha chiesto al governo di adottare una strategia cantonale per la gestione del lupo. Tuttavia, nonostante il mandato ricevuto, questa richiesta è finora rimasta lettera morta”. Tra chi ha espresso pubblicamente l’urgenza di agire, osservano i democentristi, anche il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi. E quindi: “Ci pare di capire che nel Consiglio di Stato vi sia una chiara maggioranza a sostegno della necessità di intervenire per proteggere i nostri agricoltori. Chiediamo dunque che tale maggioranza venga finalmente esercitata, con il governo che imponga direttive chiare a chi deve occuparsi della questione, portando il dossier alla competenza del Consiglio di Stato”.

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