Ticino

‘Lupo, il Cantone sia pronto per permettere agli allevatori di difendere i propri animali’

Una mozione chiede al Consiglio di Stato di attivarsi: ‘Se arriverà la base legale federale, non si dovrà perdere tempo’

Il tema resta al centro del dibattito
(Ti-Press)
28 luglio 2025
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Quello del lupo è uno dei temi che più stanno tenendo banco in Ticino nelle ultime settimane. A ogni notizia di una nuova predazione – specialmente quelle in prossimità dei centri urbani – è seguita la reazione della politica che chiede, in particolare al direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, il pugno duro. Ultima in ordine di tempo è la mozione presentata da Sem Genini (Lega) e Roberta Soldati (Udc). Atto parlamentare, sottoscritto anche da esponenti di Plr e Centro, che chiede al Cantone di prepararsi alla possibilità che venga introdotta a livello federale la base legale necessaria per permettere tiri d’inselvatichimento e dissuasione anche da parte degli allevatori. La proposta, avanzata da Fabio Regazzi quando ancora sedeva in Consiglio nazionale, è stata approvata dalla Camera del popolo e ora si trova in commissione del Consiglio degli Stati. “La situazione del lupo in Ticino è ormai degenerata e le soluzioni che si prospettano, almeno per le greggi non proteggibili, sono poche o nulle“, fanno notare Soldati e Genini. “Il famoso studio ‘Guggiari’ sulla proteggibilità di tutte le aziende ovi-caprine ticinesi ha mostrato dei risultati a dir poco tragici, molto peggiori di quanto ci si poteva aspettare: il 74% degli alpeggi caricati a ovini e il 79% di quelli con capre non munte nel nostro cantone non è ragionevolmente proteggibile di notte, e addirittura il 94% di capre e pecore non lo è durante il pascolo di giorno”. È quindi chiaro per i due granconsiglieri che "oltre alle misure passive come recinzioni, pastori, cani da protezione" è imperativo attuare delle misure attive. Quali? “Abbattimenti veri e propri, che nel nostro cantone devono essere assolutamente aumentati, così come avviene in altri cantoni (il riferimento è in particolare ai Grigioni e al Vallese, ndr), ma anche velocizzare le procedure, anche i tiri di dissuasione/inselvatichimento con proiettili di gomma, o persino altre armi come paintball, softair, petardi e scacciacani possono dare una mano ad allontanare i lupi da luoghi più sensibili e quindi a non avvicinarsi alle greggi al pascolo e agli abitati e a desistere dalle predazioni”.

La mozione di Genini e Soldati ricorda come il tema dei tiri di inselvatichimento da parte degli stessi allevatori fosse stato già discusso a livello parlamentare con il Gran Consiglio che ha dato la sua approvazione a questa possibilità. “Durante le discussioni – ricordano i due mozionanti – si è potuto appurare che in Ticino i tiri di inselvatichimento sono già praticati su puntuale delega delle autorità, ma solo quale strumento per tenere lontani i lupi nel caso di avvicinamento del predatore ai centri abitati. Ciò è stato confermato nel caso specifico delle recenti predazioni ad Artore, dove il Cantone ha aumentato il monitoraggio e autorizzato i guardiacaccia a usare proiettili di gomma, prima di finalmente autorizzare l’abbattimento del lupo problematico”. Tutto bene quindi? Mica tanto. “Salutiamo con piacere questa decisione – riconoscono Genini e Soldati –. Tuttavia a livello concettuale è di certo una disparità di trattamento non di poco tra la capitale e altri luoghi del cantone, anche vicino alle case, ai parchi giochi dei bambini, alle fermate dei bus, ma in regioni di montagna più discoste, ma di certo non di meno valore. Sia gli allevatori direttamente interessati, che le persone nelle valli, dove il lupo più volte era presente in tutti questi anni, non devono essere considerati dei cittadini di serie B”.

Al Consiglio di Stato viene quindi chiesto, a proposito dei tiri d’inselvatichimento e dissuasione: di pianificare un progetto concreto e strutturato per concedere agli allevatori la possibilità di difendere i propri animali da reddito sugli alpeggi; di predisporre un corso di formazione sull’utilizzo responsabile delle armi di dissuasione e fornire il materiale in dotazione “fermo restando – si precisa – che il corso dovrà essere semplice e orientato alla pratica specifica, senza essere subordinato all’ottenimento della patente di caccia; e infine, se necessario, di attivarsi immediatamente presso le autorità federali preposte per proporre un progetto pilota, come chiesto anche da altri Cantoni, teso a premettere l’attuazione dei tiri d’inselvatichimento e dissuasivi contro i lupi, autorizzando anche gli allevatori a proteggere i loro animali.