In un’interrogazione al governo i deputati del Plr Rusconi e Quadranti sollecitano ‘una risposta coordinata e incisiva a livello federale e cantonale’
“Alla luce della complessità della situazione e della rapidità con cui si stanno evolvendo gli scenari geopolitici, è urgente un coordinamento strutturato tra istituzioni, attori economici e mondo imprenditoriale, per garantire al nostro territorio resilienza, competitività e capacità di reazione efficace”. Anche il mondo politico ticinese è in subbuglio per via dell’aumento dal 31 al 39% dei dazi per i prodotti provenienti dalla Svizzera annunciato dal presidente statunitense Donald Trump. A chiedere al Consiglio di Stato di rispondere “con prontezza, visione e spirito collaborativo” sono, in un’interrogazione, il deputato liberale radicale Patrick Rusconi e il capogruppo Matteo Quadranti.
Questo ulteriore aumento del dazio sulle esportazioni svizzere, si legge nell’atto parlamentare, “aggrava sensibilmente lo scenario, incrementando la pressione sulle imprese esportatrici e rendendo ancora più urgente una risposta coordinata e incisiva a livello federale e cantonale”. A parlare chiaro, i dati esposti dai due granconsiglieri: “Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2023 la Svizzera ha esportato merci verso il Nord America per un valore complessivo di 60,6 miliardi di franchi, con gli Stati Uniti come principale partner commerciale. In particolare, le esportazioni ticinesi verso gli Usa hanno registrato nello stesso anno un incremento del 15,3%, confermando la crescente importanza di questo mercato per l’economia cantonale”. Rusconi e Quadranti evidenziano poi come il Ticino, regione “caratterizzata da una struttura economica fortemente orientata all’export e da settori ad alta specializzazione, tra cui metalmeccanico, elettronico, farmaceutico, orologiero, chimico e automazione”, rischi ora di “subire conseguenze rilevanti”. Ragione per cui, a detta dei due liberali radicali, “il ruolo del Cantone diventa cruciale per accompagnare le aziende nella comprensione e gestione delle nuove condizioni di mercato, semplificare i percorsi burocratici e autorizzativi necessari all’adattamento delle strategie aziendali, promuovere relazioni, alleanze e soluzioni operative condivise e definire una visione chiara sul posizionamento del Ticino produttivo nel nuovo scenario internazionale”.
Diverse quindi le domande rivolte all’Esecutivo. Rusconi e Quadranti chiedono innanzitutto se siano “previste iniziative cantonali di accompagnamento strategico per supportare le imprese nell’analisi degli impatti, nella riorganizzazione delle filiere e nella ricerca di alternative operative o logistiche”, se siano previsti “contatti istituzionali con le Camere di commercio elvetiche all’estero o con altri Cantoni colpiti nell’intento di costruire alleanze e scambiare buone pratiche”, ma anche quali strumenti intenda “attivare il Cantone per semplificare la burocrazia e ridurre gli ostacoli amministrativi per quelle imprese che dovranno modificare rapidamente il loro assetto organizzativo o logistico a seguito della misura americana”. Tra gli altri quesiti, se il governo sia “disponibile a istituire un osservatorio congiunto pubblico-privato sull’impatto delle barriere commerciali internazionali sull’economia ticinese per raccogliere dati, individuare criticità e proporre misure di medio termine”, “quali settori dell’economia ticinese risulterebbero maggiormente colpiti dai dazi statunitensi e con quale incidenza sul valore aggiunto cantonale”, se esistano “stime sull’eventuale impatto dei dazi sull’occupazione in Ticino, in particolare nei comparti manifatturiero ed esportatore”, nonché quale sia “la visione del Consiglio di Stato rispetto al posizionamento del Ticino produttivo nel nuovo scenario di frammentazione commerciale globale, e quali strategie a lungo termine si intendono promuovere per rafforzare la resilienza del nostro sistema economico”.
In questa direzione, sono tre i punti che stando ai due deputati permetteranno di “affrontare efficacemente questa crisi”. Il primo: “L’Associazione industrie ticinesi e la Camera di commercio e dell’industria sono chiamate a svolgere un ruolo chiave nel coordinamento operativo con il supporto politico”. Il secondo: “Il Cantone deve attivarsi immediatamente per sostenere e proteggere le piccole e medie imprese esportatrici”. Il terzo: “È necessario avviare un tavolo di crisi pubblico-privato, offrire consulenze economico-doganali urgenti e promuovere con decisione la diversificazione dei mercati”.