Il Consiglio di Stato non intende dar seguito perché il dossier è di sua esclusiva competenza. Schnellmann: ‘Ci aspettiamo la risoluzione governativa’
Si prospetta un ‘niet’. Niente rapporto. Da nostre informazioni, il Consiglio di Stato non intende dar seguito alla richiesta avanzata – per il tramite dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio – dai trentasette deputati che hanno aderito all’invito dell’Mps a sollecitare l’organizzazione di una seduta parlamentare straordinaria, nel frattempo fissata al 25 agosto: la richiesta cioè di ricevere dall’Esecutivo, in vista della sessione di lunedì 25, un documento dettagliato sulle ragioni politiche e amministrative che lo hanno portato a decretare l’arrocchino – lo scambio di alcuni dossier fra i ministri leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali – in occasione della riunione extra muros svoltasi a Bedretto il 9 luglio. La decisione non è ancora formalizzata, ma la proposta di un ‘niet’ era sul tavolo del governo nella seduta odierna, cosiddetta di alleggerimento, consacrata principalmente al Preventivo 2026.
Un no che comunque non sorprende. Il Consiglio di Stato era/è infatti libero di non accogliere la richiesta dei trentasette granconsiglieri e quindi di non redigere il documento, considerato che quanto deciso, all’unanimità, nella seduta di quasi un mese fa era di sua esclusiva competenza. E, ipotizziamo, non si vuole creare un precedente per non dover giustificare ogni volta davanti al Legislativo scelte di pertinenza dell’Esecutivo. Insomma potrebbero essere questi i motivi (il condizionale è d’obbligo) della risposta negativa che si profila all’istanza formulata da una parte del parlamento. Il Consiglio di Stato come detto non ha ancora formalizzato la decisione, ma a quanto ci risulta è intenzionato a rispondere, appunto, picche.
Sul dossier ‘accrocchio’ sono tuttavia pendenti delle interpellanze con domande puntuali, alle quali il governo risponderà – bisognerà vedere se in maniera altrettanto puntuale – nella seduta straordinaria del Gran Consiglio programmata per il 25 agosto e convocata per le 14 al Palazzo dei congressi di Lugano (l’aula di Palazzo delle Orsoline a Bellinzona è inagibile a causa di lavori). Il “tema principale”, come indicato dai Servizi del parlamento in una nota del 22 luglio, sarà “il dibattito sulle decisioni adottate dal Consiglio di Stato” il 9 luglio “relative alla temporanea riallocazione delle responsabilità politiche nei settori della Magistratura, della Polizia cantonale e della Divisione delle costruzioni”. Magistratura e PolCantonale che passano al direttore del Dipartimento del territorio Zali e la Divisione costruzioni al capo del Dipartimento istituzioni Gobbi. Un arrocchino rispetto all’arrocco voluto inizialmente dai consiglieri di Stato della Lega, ossia lo scambio dei Dipartimenti.
Occorre ora vedere se e come il respingimento della richiesta di un rapporto sull’operazione decisa a Bedretto condizionerà la seduta straordinaria del 25 e se alimenterà ulteriormente dibattito politico e polemiche nei giorni precedenti. Una seduta parlamentare straordinaria che probabilmente non sarebbe stata chiesta se il governo, quel 9 luglio, avesse optato per altre modalità comunicative. Se, in altre parole, avesse tenuto una conferenza stampa rispondendo così alle domande dei giornalisti, anziché affidare a una nota stampa le (non) spiegazioni sull’arrocchino.
Non si scompone il presidente del Gran Consiglio Fabio Schnellmann che, da noi interpellato, afferma come «la competenza di questo arrocchino, è stato detto più volte anche da voi media, era ed è esclusivamente del governo. Quindi, se non vogliono fornirci il rapporto richiesto, possono benissimo non farlo». Ciò detto, per Schnellmann sarebbe «quanto meno auspicabile ricevere la risoluzione governativa dedicata a questa decisione, per poter capire appieno i motivi che hanno portato il Consiglio di Stato a questo cambiamento. Almeno la risoluzione governativa penso possano fornircela senza problemi».
Al netto del rapporto, ci sono come scritto delle interpellanze pendenti sul tema. E, su questi atti parlamentari, il presidente del Gran Consiglio si aspetta «risposte vere, chiare ed esaurienti». Perché d’accordo, sulla richiesta di un rapporto «l'Ufficio presidenziale ha fatto il postino portando la voce dei trentasette deputati che l'hanno richiesto», ma sulla trasparenza non si scappa: «Ci aspettiamo risposte, che magari, ripeto, potrebbero già essere nella risoluzione governativa».
Il piatto forte della seduta di oggi era comunque il Preventivo 2026 del Cantone in fase di allestimento. «Abbiamo consolidato le cifre e adesso dovremo contattare Comuni e associazioni del personale – afferma, raggiunto dalla ‘Regione’, il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi -. Ad ogni modo siamo nel segno meno». Poi ci sono i dazi e le previsioni sul Pil… «Sono fra le incertezze – riprende Gobbi –. Fare oggi delle previsioni è assai più difficile di dieci anni fa». Già. Senza dimenticare le iniziative in materia di cassa malati al voto popolare il 28 settembre: quella socialista del 10 per cento e quella leghista per la deducibilità integrale dei premi nella dichiarazione fiscale. «Come governo – preannuncia il presidente – prenderemo posizione a inizio settembre con una conferenza stampa».