Informare in maniera adeguata, chiara e rapida attraverso la ‘lingua facile’. I dubbi sollevati dal Plr di Massagno e le idee di Pro Infirmis
Una politica sempre più lontana dai cittadini, anche per colpa di un linguaggio troppo tecnico e difficile. A rilanciare il tema è una recente interrogazione del PLR di Massagno, “non sempre gli atti pubblici sono redatti in modo da essere facilmente e compiutamente compresi dai cittadini”. La constatazione è stata fatta in seguito alla divulgazione dell’esame dell’incarto della pubblicazione cantonale per la ristrutturazione stradale del comparto Pian Povrò - Cappella Due Mani (Massagno/Savosa), ritenuta dai firmatari inadeguata rispetto alla partecipazione della popolazione al processo pianificatorio. Nell’introduzione alle Direttive sull’informazione e sulla comunicazione della repubblica e Cantone Ticino si afferma “l’obbligo per le autorità di informare adeguatamente la popolazione” e l’importanza della comunicazione “per garantire la libera formazione dell’opinione pubblica, aumentare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e favorire la loro partecipazione alla vita pubblica”. Secondo il PLR il Municipio non avrebbe rispettato questi principi, per questo motivo suggeriscono l’accompagnamento degli incarti tecnici con una relazione generale in lingua facile e l’organizzazione di conferenze stampa aperte alla discussione con la cittadinanza prima di una pubblicazione formale.
Per capire meglio il concetto di lingua facile abbiamo raccolto le testimonianze di Michela Luraschi, collaboratrice di Pro Infirmis Ticino e Moesano, che si occupa di questo strumento linguistico.
Che cos’è e a chi è indirizzata la “lingua facile"?
La lingua facile è un modo di comunicare, scritto e verbale, che permette di semplificare le informazioni. Dal punto di vista “tecnico”, significa adottare accorgimenti concreti come l’utilizzo di parole semplici e la costruzione di frasi brevi, nonché evitare metafore, abbreviazioni e tutto quello che può creare confusione. Più in generale, è uno strumento che richiede di analizzare la propria comunicazione, identificando con attenzione cosa si vuol dire e a chi: chiarire il proprio messaggio, strutturando l’ordine delle informazioni, “sacrificando” aspetti non fondamentali. In Svizzera 1,25 milioni di persone tra i 16 e i 65 anni non dispone delle competenze di lettura necessarie per affrontare in autonomia la propria quotidianità. Le persone che possono beneficiare della lingua facile sono dunque molte, ad esempio le persone con una disabilità intellettiva, con neurodivergenze o di lingua madre straniera.
Perché pensa sia uno strumento necessario a livello politico e istituzionale?
A livello politico e istituzionale la lingua facile non è solo uno strumento necessario, ma è anche un diritto. La costituzione del Cantone Ticino nel 2023 ha introdotto una modifica – l’articolo 13a – indicando che “Nel rapporto con il Cantone, con i Comuni e con le altre corporazioni e istituzioni di diritto pubblico le persone con disabilità hanno il diritto di ottenere informazioni e di comunicare in una forma adatta ai loro bisogni e alle loro capacità”. È necessario perché le persone con disabilità o con difficoltà nelle competenze di base sono cittadine e cittadini a pieno titolo. Accedere alle informazioni e capirle, permette di aumentare la propria autonomia, di costruirsi un’opinione, prendere decisioni, esprimersi. Ma, soprattutto, significa considerare tutte le cittadine e tutti i cittadini a un livello paritario.
Quali vantaggi offre e quali limiti comporta, secondo lei?
La Lingua facile offre la possibilità alle persone che hanno delle difficoltà in ambito di lettura o comprensione di accedere alle informazioni, di sentirsi più sicure e, di conseguenza, di esercitare maggiormente i propri diritti, di partecipare maggiormente alla vita, sia essa sociale, culturale, politica, formativa… La lingua facile avvantaggia il ‘sentirsi parte’ per quelle persone che, a causa di informazioni difficili, troppo rapide o astratte, sono escluse da molti contesti. Limiti? Non ne intravedo. Costruire una società più accessibile, è vantaggioso.
Come valuta il rapporto tra le istituzioni ticinesi e la lingua facile?
Il Cantone Ticino, seguendo le indicazioni della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dalla Svizzera nel 2014) e a seguito di una mozione parlamentare del 2019, ha introdotto l’utilizzo della Lingua facile, principalmente in due modi: aggiungendo sul sito internet ufficiale una descrizione del funzionamento delle istituzioni cantonali e elaborando, a partire dal 2019, la traduzione in lingua facile di tutti gli oggetti in votazione cantonale, elezioni incluse. Altre iniziative sono state riconosciute e apprezzate da molte persone: alcuni uffici pubblici hanno elaborato parte delle loro informazioni rivolte alla cittadinanza in Lingua facile e la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI) da gennaio di quest’anno ha introdotto un’edizione del radiogiornale in Lingua facile. Tuttavia, l’utilizzo della lingua facile è ancora, a mio modo di vedere, non sufficientemente diffuso. Ho il sentimento che sia ritenuto superfluo, un costo e forse anche un “capriccio” di pochi.
Rispetto al tema, laRegione ha ascoltato anche il pensiero di Renato Martinoni, professore emerito di letteratura italiana all’Università di San Gallo. Secondo lo studioso, molto spesso l’informazione istituzionale non è chiara e immediata per tutti: «chi per esempio legge le motivazioni giuridiche per una multa che ha ricevuto fatica non di raro a capire. Da un lato c’è la necessità di essere ineccepibilmente precisi, dall’altro il rischio per il cittadino, non capendo quasi nulla, è quello di doversi rivolgere a un avvocato per uscire dal buio. Qualcosa evidentemente non funziona». Ovviamente, sottolinea Renato Martinoni, «nei settori specialistici non si può fare a meno delle parole settoriali. Ma lo stesso discorso può essere fatto in modi diversi, per destinatari differenti, senza venire meno alla serietà. Sarebbe una scelta democratica che favorirebbe l’inclusione». «Più che di lingua facile occorrerebbe parlare di lingua trasparente». Martinoni intende evidenziare come una lingua possa essere facile ma di difficile comprensione per chi non ha i mezzi per utilizzarla. «La trasparenza invece è il risultato di una capacità tutt’altro che scontata: quella di scegliere parole accessibili ma corrette nel loro contesto». Per farlo, prosegue, «bisogna conoscere bene la lingua e avere cose serie da dire».