laR+ Ticino

Caso Hospita e dintorni, spunti per l'Alta vigilanza del Gran Consiglio

Segretario e giurista del parlamento: le vicende sollevate dall'interrogazione Mps pongono interrogativi rilevanti sulla trasparenza dell'azione pubblica

La nota di Tiziano Veronelli e Roberto Di Bartolomeo alla commissione Gestione. Nella foto una seduta del Gran Consiglio
(Ti-Press)
18 agosto 2025
|

“Le vicende sollevate dall’interrogazione pongono interrogativi rilevanti in merito alla trasparenza dell’azione pubblica e alla necessaria separazione tra politica, interessi economici e giustizia. Pur in assenza di responsabilità penali formalmente accertate, spetta al Parlamento, nell’ambito dell’esercizio della propria funzione di Alta vigilanza, valutare se promuovere un chiarimento pubblico e istituzionale. Ciò al fine di tutelare la credibilità delle istituzioni, rafforzare la fiducia dei cittadini e prevenire ogni rischio – anche solo percepito – di indebite commistioni tra ambiti che devono restare distinti”.

Si chiude con queste parole – eloquenti e significative – la nota, datata 4 agosto, allestita dal segretario generale e dal consulente giuridico del Gran Consiglio, rispettivamente Tiziano Veronelli e Roberto Di Bartolomeo, su incarico della commissione parlamentare della Gestione. L’interrogazione è quella piuttosto articolata (ben sessantaquattro le domande al governo) depositata in giugno dai deputati del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi dal titolo ‘Sabrina Aldi, Cristina Maderni, Alvaro Camponovo, Eolo Alberti, Claudio Camponovo, Norman Gobbi, Claudio Zali: tanti soldi, sponsorizzazioni, politica e magistratura e…tanto altro’. Interrogazione sulla commistione, a detta dei due granconsiglieri, tra affari, politica, inchieste ‘parallele’, conflitti di interessi e nomine in magistratura all’ombra del caso Hospita, deflagrato penalmente nell’estate dello scorso anno e che vede tra gli imputati per presunti reati patrimoniali l’ex deputato leghista Eolo Alberti (membro, sospeso, del Consiglio di amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale in cui era stato eletto dal parlamento, dietro proposta del governo, nell’autunno 2023).

Pronzini e Sergi hanno esortato il Gran Consiglio a considerare l’attivazione dell’alta vigilanza e/o l’istituzione di una Cpi, ovvero una Commissione parlamentare d’inchiesta. La questione sarà al centro di una seduta straordinaria della Gestione in programma domani. La discussione avverrà anche, e soprattutto, alla luce del documento redatto da Veronelli e Di Bartolomeo, ai quali la commissione granconsiliare aveva chiesto, fra l’altro, di esaminare tutti i temi che scaturiscono dall’interrogazione potenzialmente suscettibili di vigilanza o di un’inchiesta parlamentare.

L’inchiesta leghista, le nomine... Il contesto

All’interrogazione i due deputati dell’Mps hanno allegato il rapporto confezionato nell’aprile 2024 dall’avvocato Enea Petrini su commissione del comitato di coordinamento della Lega, guidato allora da Norman Gobbi. Stando all’atto parlamentare, il rapporto sarebbe stato trasmesso da Petrini anche all’altro ministro leghista, Claudio Zali, e discusso nell’ufficio di Gobbi a Bellinzona. È la cosiddetta inchiesta parallela/privata/segreta sui rapporti contrattuali tra Hospita Suisse Anesthesia Care Sa e il precedente direttore amministrativo, cioè Eolo Alberti. Al riguardo Gobbi è stato sentito lo scorso settembre dal procuratore generale come persona informata sui fatti. Autore del ‘referto investigativo’ è, come detto, Petrini, già granconsigliere della Lega e dall’agosto 2023 nel Cda di BancaStato, dove Hospita avrebbe avuto i propri conti.

Tra i vari capitoli dell’interrogazione c’è anche quello dell’elezione (marzo 2024), da parte del Gran Consiglio, di Alvaro Camponovo a procuratore pubblico. Viene nominato nel marzo 2024 in quota Lega. Nella commissione parlamentare Giustizia e diritti, chiamata a proporre al plenum l’elezione di questo o quell’aspirante magistrato, siede la deputata leghista Sabrina Aldi, direttrice amministrativa (subentrata ad Alberti dopo l’entrata di questi nel Cda dell’Eoc) di Hospita, dove è presente pure il padre di Alvaro, il dottor Claudio Camponovo. Breve parentesi: Aldi si è nel frattempo dimessa dal parlamento e attuale presidente della ‘Giustizia e diritti’ è un altro leghista, ossia Alessandro Mazzoleni, nel comitato di coordinamento che aveva deciso l’inchiesta ‘parallela’.

‘Problematiche’ e ‘approfondimenti’

Dopo aver spiegato in maniera dettagliata in cosa consista l’alta vigilanza e quali sono i margini di manovra del Gran Consiglio, Veronelli e Di Bartolomeo – rispondendo ai quesiti posti loro dalla Gestione – entrano nel merito degli aspetti sollevati dall’atto parlamentare dell’Mps. “Dall’esame dell’interrogazione, del rapporto allestito dall’avv. Enea Petrini e delle fonti disponibili, emerge un quadro articolato, dal quale – scrivono il segretario generale e il giurista del Gran Consiglio – è possibile sostanzialmente desumere le seguenti problematiche che potrebbero essere oggetto di puntuali approfondimenti eseguiti nel contesto dell’esercizio dell’alta vigilanza di spettanza della vostra commissione” (la Gestione). Le problematiche, vale a dire: “Le relazioni personali e politiche potenzialmente rilevanti ai fini dell’indipendenza della magistratura e dell’imparzialità delle nomine pubbliche; i comportamenti di rappresentanti istituzionali che, pur non costituendo necessariamente violazioni giuridiche accertate, possono sollevare interrogativi legittimi sul piano dell’opportunità politica e dell’etica pubblica; il coinvolgimento del consigliere di Stato Norman Gobbi nella sua veste privata (o di membro di un movimento politico) nel commissionare un’inchiesta privata avente per oggetto la condotta di un ex parlamentare (Alberti, ndr), che potrebbe essere percepita come inopportuna sotto il profilo istituzionale; l’eventuale mancata informazione, da parte del consigliere di Stato Norman Gobbi al governo, delle eventuali criticità rilevate dall’inchiesta privata e che avrebbero potuto avere delle possibili conseguenze su alcune decisioni governative; la trasparenza dell’operato del consigliere di Stato Norman Gobbi circa le sue dichiarazioni sull’esistenza o meno del rapporto allestito dall’avv. Enea Petrini, le quali pur non costituendo necessariamente violazioni di norme giuridiche, possono sollevare interrogativi legittimi sul piano dell’opportunità politica e dell’etica pubblica; l’uso di locali governativi per fini non istituzionali da parte dei consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali”.

‘Possibili interventi’

Pur “non avendo poteri istruttori e sanzionatori”, la commissione parlamentare della Gestione, rammentano Veronelli e Di Bartolomeo, dispone “di strumenti per svolgere l’attività di alta vigilanza ovvero promuovere l’audizione di persone informate sui fatti, accedere a documentazione utile, nei limiti consentiti dalla legge, nonché formulare raccomandazioni vincolate a una presa di posizione da parte delle autorità responsabili”. Ebbene, “si intravedono i seguenti possibili interventi: 1) Approfondimento del ruolo dei/delle deputati/e e dei consiglieri di Stato coinvolti, in particolare per quanto concerne le relazioni personali e politiche rilevanti, procedendo eventualmente a: chiarire il coinvolgimento, l’organizzazione e l’utilizzo del rapporto allestito dall’avv. Enea Petrini; verificare che non sussistano eventuali collisioni di interessi nelle proposte formulate dal governo per l’elezione nel Consiglio di amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale da parte di consiglieri di Stato (cfr. messaggio n. 8343 del 18 ottobre 2023); esaminare che non sussistano eventuali collisioni di interessi nell’elezione del Cda dell’Eoc e in quella del procuratore pubblico da parte di deputati/e; verificare se vi sia stato un eventuale abuso sull’utilizzo delle risorse istituzionali nello specifico l’uso di locali governativi per fini non istituzionali. 2) Procedere, qualora si rendesse necessario, con l’audizione dei consiglieri di Stato e richiedere la documentazione riguardante il messaggio del 18 ottobre 2023 concernente la proposta di elezione dei membri del Cda dell’Eoc (ad eccezione di quella che non può essere trasmessa in virtù di leggi speciali). 3) Valutare, tramite la formulazione di raccomandazioni se sia necessaria l’eventuale adozione da parte del Consiglio di Stato di linee guida (o un codice etico) sull’incompatibilità tra ruoli politici e ruoli gestionali in ambito privato. 4) Valutare l’eventuale proposta di revisione dell’articolo 50 della Lgc (Legge sul Gran Consiglio, ndr) intesa a introdurre ulteriori criteri (più chiari) in grado di definire meglio l’eventuale esistenza di un conflitto d’interesse. 5) Valutare una riforma dei meccanismi di nomina negli organi degli enti pubblici e nella magistratura (riforma da concordare con la commissione Giustizia e diritti, ndr) al fine di rafforzarne la trasparenza e di delineare con maggiore chiarezza la separazione tra ambiti politici e professionali”.

Conflitti di interessi e ‘opportunità istituzionale’

I presunti conflitti/collisioni di interessi: altro capitolo dell’atto parlamentare targato Mps. “Nel caso oggetto dell’interrogazione, si tratta in particolare – annotano Veronelli e Di Bartolomeo – di valutare se i rapporti di lavoro intrattenuti dalle deputate Sabrina Aldi e Cristina Maderni nel contesto di società attive nel settore sanitario, dirette dal padre (Claudio Camponovo, ndr) di un candidato (Alvaro) poi eletto alla carica di procuratore pubblico, e il fatto di aver partecipato dapprima in sede commissionale alla selezione del candidato da proporre al plenum e in seguito all’elezione dello stesso possano configurare una situazione di collisione d’interessi ai sensi dell’articolo 50 della Lgc”, la Legge sul Gran Consiglio. Passo indietro: a fine aprile 2024 nasce la Swiss Anesthesia Solutions Sa. Alla costituzione della Sa partecipano fra gli altri, stando all’interrogazione, il dottor Claudio Camponovo e Sabrina Aldi. Amministratrice unica è Cristina Maderni, deputata del Plr e anche lei, come lo è stata Aldi, nella commissione Giustizia e diritti.

Sostengono Veronelli e Di Bartolomeo: “Occorre anzitutto evidenziare che l’oggetto in questione (ossia elezione del procuratore pubblico) non riguarda direttamente né le deputate né soggetti a loro legati nei gradi di parentela indicati all’art. 50 cpv. 2 Lgc. Nel contesto dell’elezione del procuratore pubblico, il ruolo e i rapporti delle deputate con le società menzionate, attive nel settore sanitario – per quanto possano sollevare interrogativi sul piano dell’opportunità politica o influenzare la percezione pubblica – non configurano, di per sé, una collisione d’interessi giuridicamente rilevante ai sensi dell’articolo 50. Ciò, salvo che non sia possibile dimostrare che le deputate abbiano ottenuto, in conseguenza dell’elezione del neo procuratore pubblico, benefici di natura giuridica, economica, ideale o anche soltanto fattuale, derivanti dal loro ruolo in società riconducibili al padre dello stesso. Sotto questo profilo, non si ravvisa pertanto, in linea di principio, una presunzione legale di collisione d’interessi nel caso di specie”. Chiosano segretario generale e giurista del Gran Consiglio: “Resta inteso che, al di là della legalità formale, il caso potrebbe suscitare riflessioni in merito all’opportunità istituzionale e all’esigenza di tutelare l’apparenza di imparzialità del procedimento”.

Domani la seduta straordinaria della commissione Gestione.