Zugo, Basilea Città e Zurigo rimangono - nell'ordine - i tre cantoni svizzeri più competitivi in materia di potenziale crescita economica, stando a uno studio di UBS. Ticino e Grigioni navigano in fondo classifica.
L'indicatore di competitività dei cantoni (ICC) - spiegano gli specialisti della banca nella loro ricerca pubblicata oggi - è basato su 57 parametri raccolti in otto ambiti tematici e fornisce informazioni sulle prospettive di espansione economica a lungo termine di una regione. Al cantone migliore viene assegnato il punteggio di 100, gli altri seguono in proporzione. Le realtà con bassi valori ICC non hanno necessariamente un limitato potenziale assoluto, bensì semplicemente opportunità inferiori alla media rispetto agli altri cantoni.
Fatte queste premesse, dall'analisi emerge un netto distacco fra i tre migliori della classe (con ICC rispettivamente di 100, 94 e 91) - che si confermano nelle stesse posizioni rispetto alla precedente analisi del 2023, seguita a quelle del 2021 e del 2019, pure con lo stesso risultato in vetta alla graduatoria - e gli inseguitori, guidati da Vaud (78), Argovia (77), Ginevra (73), Basilea Campagna (73), Lucerna (72), Svitto (71) e - per completare la top ten - Sciaffusa (68).
Il Ticino sale al 20esimo rango, guadagnando una posizione rispetto a due anni or sono, con un ICC di 52: raccoglie punti soprattutto per la struttura economica (74), ma a pesare in modo negativo è l'ambito del mercato del lavoro, dove è penultimo con un punteggio di 5.
Analogamente al vertice, anche il fondo della classifica elvetica rimane invariato: i valori peggiori vengono messi a referto da Grigioni (44), Vallese (44) e Giura (33). Per quanto riguarda il cantone con capoluogo Coira la penalizzazione è dovuta soprattutto alla geografia, che si traduce in problemi di raggiungibilità e di limitato bacino di utenza per le imprese.
La maggior parte dei cambiamenti sopraggiunti dall'ultima edizione della ricerca del 2023 sono dovuti principalmente agli sviluppi nel mercato del lavoro e al contesto dei costi. Nei prossimi dieci anni, la popolazione attiva diminuirà o ristagnerà in più della metà dei cantoni, con un conseguente notevole impatto sulla loro competitività.
La concorrenza fiscale intercantonale ha perso parte della sua importanza a causa dell'imposizione minima dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Secondo gli esperti di UBS per la maggior parte delle aziende però le aliquote fiscali cantonali rimangono determinanti. Un contesto fiscale attraente rimane quindi un fattore chiave per la scelta della sede. Il contesto dei costi è comunque caratterizzato non solo dalle imposte, ma anche, in misura crescente, dalla carenza di alloggi, dall'aumento degli affitti e dai prezzi più elevati dell'energia elettrica.
La ricerca analizza anche la dipendenza dei cantoni dalle esportazioni. A livello mondiale, la politica industriale sta vivendo una rinascita, accompagnata da un crescente protezionismo, come dimostrano gli ultimi dazi doganali specifici per paese introdotti dal governo statunitense. Questa evoluzione rappresenta un rischio considerevole soprattutto per i cantoni orientati all'esportazione: particolarmente colpiti sono Nidvaldo e Neuchâtel, poiché rispettivamente il 44% e il 38% del loro export è destinato agli Stati Uniti. Zurigo, Vaud, Ginevra, Zugo e Basilea Città mostrano invece la massima resilienza nei confronti delle barriere commerciali. Nella graduatoria dei meno colpiti, il Ticino è 12esimo e i Grigioni sono 14esimi.
La competitività rilevata a livello cantonale nasconde peraltro spesso differenze regionali talvolta anche marcate. Da una cartina pubblicata nello studio emerge per esempio che la zona di Lugano presenta prospettive migliori del Bellinzonese e del Mendrisiotto, che a loro volta appaiono assai meglio piazzate delle valli più a nord del Ticino. Anche nei Grigioni si osserva un fenomeno analogo, con Coira più dinamica di altri distretti.