Cadenazzi (Federviti): ‘Il settore deve fare fronte comune davanti alle difficoltà’. Per quest'anno si prevede di raccogliere 55-58mila quintali di uva
Il periodo non è certo dei migliori: calano i consumi di vino, quindi anche gli acquisti, e sempre più spesso bussano alla porta del Ticino insetti infestanti che attaccano i vigneti. Ultimo in ordine di tempo: il coleottero giapponese. Nonostante questo il settore vitivinicolo guarda ai prossimi anni con fiducia: «È un momento cruciale per definire il nostro futuro. Serve fiducia e uno sforzo condiviso», afferma il presidente della Federazione dei viticoltori della Svizzera italiana Davide Cadenazzi. Già, ma come? Una soluzione potrebbe essere il Forum viticolo, una novità presentata questa mattina da Federviti. «Il mondo del vino è una filiera: c’è chi coltiva l’uva, chi la lavora, chi vende il vino e chi lo serve in tavola – afferma Cadenazzi –. Con questo Forum, che speriamo di allargare sempre di più, vogliamo far sedere tutti questi attori allo stesso tavolo. Per parlarsi e trovare strategie comuni».
Nel frattempo c’è la vendemmia alle porte. «Le prime uve, quelle di spumanti e vini bianchi, sono già in cantina», dice il presidente di Federviti. Il grosso della raccolta, quella dei grappoli destinati al vino rosso, è invece previsto per la metà di settembre. «La qualità dell’uva di quest’anno è molto interessante. Il carico dei vigneti, ovvero la quantità di uva presente, risulta invece eterogeneo. Si può in ogni caso stimare una produzione globale, quindi sia uva bianca che rossa, di circa 55-58mila quintali. Il carico ridotto lascia poi sperare a una qualità generalmente superiore». Poca ma buona.
Tornando alle vendite: un calo si è registrato sul mercato nazionale, mentre a livello ticinese, «grazie alla fedeltà dei clienti locali», per ora si regge il colpo. Le esportazioni verso l’estero rappresentano invece solo una minima parte delle vendite. Niente paura dei dazi americani, quindi? Non proprio… «Temiamo l’effetto indiretto – ammette Cadenazzi –. I produttori europei, quelli che esportano massicciamente negli Stati Uniti vedranno verosimilmente calare le vendite oltreoceano e potrebbero quindi decidere di insistere ancora con più forza sul mercato svizzero, aumentando ulteriormente la concorrenza». La Svizzera, è stato spiegato a margine del Forum, resta un mercato di intenditori con un alto potere d’acquisto.
Oltre al meteo, con le abbondanti precipitazioni di giugno, a preoccupare è anche il coleottero giapponese, che ha aumentato la sua presenza sul territorio rispetto al passato. Gli attacchi si sono registrati soprattutto nel Sottoceneri. «Per contenere i danni causati dall’insetto i viticoltori hanno dovuto ritardare la cimatura delle piante. Nei vigneti più colpiti le viti sono quasi completamente defogliate, con perdite di produzione anche importanti». Ma i problemi più grandi potrebbero arrivare nei prossimi anni. «La continua perdita di superficie fogliare indebolisce le piante, rendendole più suscettibili ad altre malattie». Insetti, ma anche ungulati. In alcune zone, specialmente nel Mendrisiotto, si sono riscontrati danni ingenti e nel complesso i risarcimenti ricevuti dai viticoltori per i danni subiti hanno superato il milione e mezzo di franchi.
Invariati i prezzi di retribuzione delle uve: 4,20 franchi al chilo come prezzo di riferimento. Per le produzioni di blanc de noir con uve merlot, bondola e pinot noir è stato concordato il prezzo di 4,20 fr. fino a una produzione di un chilo a metro quadrato. Fino a 1,2 chili al metro la contrattazione è invece lasciata al privato e alla cantina acquirente.