Ticino

‘Studenti obbligati a comprare un pacchetto informatico che poi non usano’

Alessio Ghisla (Centro) interroga il governo dopo le segnalazioni di genitori e docenti. ‘La piattaforma offre un materiale didattico non adatto’

(Ti-Press)
15 settembre 2025
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La scuola pubblica non dovrebbe obbligare gli studenti delle scuole di commercio a comprare un pacchetto informatico – quello che permette di accedere alla piattaforma Konvik – che poi non viene utilizzato, se non in minima parte. È quanto afferma il deputato del Centro Alessio Ghisla attraverso un’interrogazione inoltrata al Consiglio di Stato. Interrogazione che parte da una serie di segnalazioni arrivate negli ultimi mesi. «Diversi genitori, ma pure docenti e dirigenti scolastici, hanno fatto sapere che il sistema non porta alcun vantaggio ma ha un costo non indifferente. Circa 200 franchi l’anno», afferma Ghisla. «La piattaforma viene usata solo per inserire le valutazioni di fine anno e fare qualche test. Due operazioni che potrebbero essere fatte anche con strumenti decisamente più economici». Un esempio: Moodle che già oggi è utilizzato all’interno della scuola ticinese e potrebbe essere adattato a tale scopo. «I materiali didattici presenti su Konvik non sono adeguati alla formazione proposta nelle scuole di commercio e non vengono quindi utilizzati. Non lo dico io, ma gli stessi docenti che con la piattaforma non hanno nemmeno la possibilità di personalizzare i supporti didattici», precisa Ghisla.

Sono diverse le criticità riportate nero su bianco da Ghisla. La prima: la libertà di acquisto, “gli studenti – si legge nell’atto parlamentare – non hanno possibilità di scelta se acquistare il prodotto e dove acquistarlo, questo nonostante si possano implementare strumenti alternativi gratuiti sia per la trasmissione del materiale didattico sia per la gestione del monitoraggio dei progressi degli allievi”. Secondo: la qualità dei contenuti, “i materiali forniti non risultano all’altezza delle esigenze didattiche delle scuole pubbliche, specialmente per la scuola cantonale di commercio, rendendo di fatto inutile l’utilizzo della piattaforma". Terzo: la privacy e la gestione dei dati, “non è chiaro chi controlli i dati inseriti né come venga garantita la protezione delle informazioni sensibili. Il sistema ticinese Gagi, garantito dal Cantone per l’immissione dei giudizi e delle valutazioni, sembra essere più che sufficiente e con una garanzia di sicurezza e privacy più elevata e certificata”. La piattaforma Konvik, fa notare Ghisla, è infatti sviluppata e gestita da una società privata con sede a Sciaffusa. Per Ghisla c’è poi un problema di principio: « è chiaro che in questo modo si arricchisce un ente privato a spese delle famiglie, svilendo al contempo il ruolo dei docenti che diventano dei “gestori” della piattaforma e non possono emanciparsi con la preparazione di materiale didattico, senza contare che questo è uno dei compiti loro assegnati esplicitamente dalla legge».

Ma cosa fanno gli altri Cantoni? Anche qui, per Ghisla, c’è qualcosa da far notare: «in alcuni Cantoni tedeschi questo modello è stato abbandonato, mentre nei Cantoni romandi la valutazione di rinunciare alla piattaforma è attualmente in corso. In Ticino, invece, la scelta appare già imposta senza un reale dibattito».

Ecco quindi che al governo vengono rivolte quattordici domande. Tra queste viene chiesto se sia stata fatta una valutazione della piattaforma dopo i primi tre anni di utilizzo e se è vero che questo strumento viene utilizzato unicamente per inserire le valutazioni mentre il materiale didattico viene fornito ancora in forma cartacea. Il deputato del Centro vuole anche sapere se è stata avviata una riflessione sulla piattaforma Konvik dopo la rinuncia a questo strumento da parte di altri Cantoni