I casi trattati dall'Autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA/ARP) sono aumentati lo scorso anno del 2,6% a livello nazionale e di oltre il 10% in Ticino. Lo riporta oggi in una nota la Conferenza per la protezione dei minori e degli adulti (COPMA). Complessivamente sono dunque 158'934 (+3953 rispetto al 2023) le persone oggetto di una misura di protezione in Svizzera.
Si conferma quindi la lieve tendenza al rialzo osservata negli ultimi anni, sebbene in maniera inferiore al 2023, quando si era registrato un +6,5% da record. Due terzi delle misure emesse nel 2024 concernono adulti, l'altro terzo minori.
Per questi ultimi lo strumento più applicato rimane la tutela del diritto di visita (43% del totale), che mira a favorire la mediazione tra genitori in conflitto e a garantire il mantenimento dei contatti tra i figli e i genitori.
L'aumento più netto si è registrato, raggiungendo punte oltre al 10% in Ticino, Giura, Vallese e Vaud. "Una crescita sorprendente" spiega a Keystone-ATS la segretaria generale della COPMA, Diana Wider, ma che si spiega in parte con il fatto che i cantoni romandi dispongono più facilmente misure di protezione rispetto alla controparte svizzerotedesca.
In tredici cantoni, la metà del totale e non erano mai stati così tanti, il numero di tutele ordinate è invece decresciuto. Una delle ragioni potrebbe essere, secondo Wider, l'introduzione di soluzioni di sostegno volontario.
Per esempio, in un caso di divorzio può essere più efficace una mediazione, invece di una tutela del diritto di visita. In questo modo "la città di Berna è stata in grado di dimezzare il numero di nuove curatele".
Va infine rilevato come l'APMA (o KESB com'è nota in tedesco) non intervenga quasi mai di propria iniziativa ma prevalentemente in seguito a una segnalazione. Nel caso di minori queste giungono perlopiù dai genitori o dalla polizia, per quanto riguarda gli adulti, troviamo con il 24% le segnalazioni di persone vicini e con il 22% delle persone direttamente interessate.