Il deputato democentrista al Nazionale chiede al Consiglio federale l'adozione di alcune misure
Le aggressioni sui treni “sono diventate un fenomeno quotidiano e allarmante”. Ad affermarlo è Piero Marchesi. Con una mozione il consigliere nazionale ticinese dell’Udc avanza quindi al Consiglio federale una serie di richieste. Ovvero: la presentazione di “un piano nazionale” di rafforzamento della sicurezza sui treni, in collaborazione con le Ffs, le altre aziende di trasporti e i Cantoni; l’introduzione di “pattugliamenti sistematici delle polizie dei trasporti” sulle tratte più sensibili, specialmente nelle ore notturne; il “potenziamento” della formazione e del sostegno del personale ferroviario nella gestione delle situazioni di rischio; la valutazione della possibilità di introdurre “un’arma di difesa personale (spray al pepe)” per il personale più esposto; la proposta di eventuali relative modifiche di legge.
Le Ferrovie federali svizzere, rileva Marchesi, “stimano circa 10 aggressioni al giorno contro il proprio personale, per un totale di 3’600 casi l’anno a livello nazionale”. E “non si tratta soltanto di insulti o minacce verbali: sempre più spesso si registrano episodi di violenza brutale con pugni, morsi e colpi alla testa”. il parlamentare democentrista ricorda alcuni episodi. Come quello avvenuto il 23 dicembre 2024 su un Intercity verso Basilea, dove una dipendente delle FFS “è stata aggredita da una passeggera con morsi e pugni, riportando ferite e shock”. E ancora: “Lo scorso 8 settembre, su un treno Lucerna–Basilea, un controllore è stato colpito violentemente alla testa da un giovane, fino a perdere conoscenza: solo l’intervento di altri passeggeri ha evitato conseguenze peggiori”.
Le dinamiche di queste aggressioni, evidenza Marchesi, “sono ricorrenti: si verificano soprattutto nelle ore critiche della giornata, dopo le 22 e nei primi treni del mattino”. Le cause principali “sono i controlli dei biglietti, i vagoni sovraffollati e tensioni sociali che, acuite durante la pandemia, continuano a sfociare in episodi di violenza incontrollati”. Le misure interne delle Ferrovie federali (denunce sistematiche, sensibilizzazione, supporto psicologico) “sono necessarie ma chiaramente insufficienti”. La sicurezza a bordo “non può dipendere unicamente dall’iniziativa aziendale o dal coraggio dei passeggeri: è responsabilità dello Stato garantire protezione a chi lavora e a chi viaggia”.