laR+ Ticino

‘È una vergogna’. La politica commenta i disordini Pro Pal di Bellinzona. Col distinguo socialista

Gobbi: ‘Il dispositivo ha funzionato’. Plr, Lega, Udc, Centro e Verdi condannano quanto successo. Sirica: ‘Le vere violenze sono quelle a Gaza’

Prima degli scontri
(Ti-Press)
20 2025
|

«Una vergogna». È questo in soldoni, e con l'unica eccezione del Partito socialista, quello che pensa la politica dei fatti di Bellinzona di venerdì sera, quando la manifestazione a sostegno della Palestina davanti al Teatro Sociale è stata occasione di insulti, tentate aggressioni e inseguimenti sia al consigliere federale e ‘ministro’ degli esteri Ignazio Cassis sia ai presenti all'incontro organizzato dalla Camera di commercio sugli Accordi bilaterali III tra Svizzera e Unione europea: politici, imprenditori, avvocati, persone normali, segretarie. Offese sessiste e irripetibili lanciate verso alcune donne, insulti distribuiti con disinvoltura, esponenti della politica scortati fuori dal Teatro dalla Polizia cantonale intervenuta in forze, per evitare problemi col centinaio di manifestanti presenti.

Gobbi: ‘Si rischiano lacerazioni pericolose’

«La cosa positiva è che il dispositivo ha funzionato con successo e non è accaduto niente di grave», commenta da noi interpellato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. E questo «è positivo».

Ma l'altro lato della medaglia, per Gobbi, è più opaco: «Nel nostro Paese la libertà di espressione è garantita, come è successo a Losanna con due manifestazioni in parallelo tra Pro Palestina e Pro Israele. Quello che però non può essere superato è, al di là dell'esprimere un'opinione e un'indignazione davanti al genocidio, il passare a minacce e atti violenti».

Il direttore del Di conferma che «come ho già avuto modo di dire mercoledì nella seduta di Consiglio di Stato, rischiamo di litigare e sfaldarci socialmente tra di noi per un problema che non dipende da noi, perché nemmeno organizzazioni internazionali riescono a porgli una fine. Queste lacerazioni interne – secondo Gobbi – rischiano di lasciare dietro scorie che vanno a detrimento della civile convivenza e del confronto, al di là, ripeto, di come la si pensa su una situazione umanitaria grave che noi, come governo, abbiamo denunciato tra i primi tempo fa». Il problema è che «manifestando in maniera non civile si passa dalla parte sbagliata».

Farinelli: ‘Non è assolutamente normale quello che è successo, e c’è chi soffia sul fuoco’

Presente (e insultato) venerdì sera il consigliere nazionale liberale radicale Alex Farinelli giudica quanto successo «molto grave, non è assolutamente normale che a un evento che nulla ha a che fare con la tragedia che sta avvenendo in Medio Oriente improvvisamente si scateni una protesta perché è presente Cassis a parlare di tutt'altro, con un'aggressività pericolosa verso tutti i presenti. E penso a Vania Alleva, presidente nazionale di Unia, penso ai giornalisti che non sono potuti entrare all'evento, ai funzionari... gente che nulla ha a che vedere con il conflitto e sono stati aggrediti, verbalmente e fisicamente, sono stati protetti dalla Polizia all'uscita, solo perché volevano partecipare a una serata sugli Accordi bilaterali».

Per Farinelli «è molto preoccupante e inaccettabile tutto questo e – rincara – se vogliamo è anche il frutto del fatto che alcuni partiti stanno strumentalizzando il tema aizzando l'odio delle persone: penso ai Verdi, che devono davvero interrogarsi se sia giusto quello che stanno facendo, davanti a una situazione già tesa di per sé».

Insomma, «non si è mai visto nulla di simile, neanche in pandemia: la colpa dei presenti era ascoltare il ministro degli esteri parlare di Bilaterali? Se siamo arrivati a questo punto perché è presente un consigliere federale su sette, quando è tutto il collegio che determina una politica, e viene visto come l'incarnazione di una inazione, è molto preoccupante».

Quadri: ‘Clima esacerbato dalla propaganda Pro Pal e da rigurgiti antisemiti’

Lancia in resta Lorenzo Quadri (Lega), che ci spiega come «usando un po’ di ironia potremmo dire che con tutti i motivi che ci sono per contestare Cassis sui Bilaterali e l'accordo di sottomissione all'Unione europea almeno l'avessero fatto per questo motivo, ovviamente nei limiti consentiti dalla libertà di manifestazione che non è libertà di commettere reati».

Ma l'ironia finisce subito: «Il clima è esacerbato dalla continua propaganda a sostegno dei Pro Pal, una propaganda martellante che diffonde odio verso lo Stato d'Israele e contro gli ebrei, che oggi non possono più sentirsi sicuri in uno spazio pubblico in Svizzera, ed è gravissimo. Rigurgiti antisemiti ogni giorno, con la commissione federale contro il razzismo che tace».

Per Quadri «siamo usciti da ogni confine della decenza, ma non sono sorpreso: già in gennaio al Lac, per la Giornata della memoria, abbiamo visto figli di persone morte nei campi di concentramento prendersi dei nazisti».

A Bellinzona «gente che nulla sa della causa palestinese, oltre a ideologia e lavaggio del cervello diffuso, ha sfogato bassi istinti come pretesto commettendo reati di ogni genere. Queste manifestazioni non autorizzate e tutte non pacifiche devono avere un freno, anche la libertà di manifestare ha dei limiti».

Marchesi: ‘Manifestare non sia licenza di odio e intimidazione, caduta la maschera della sinistra’

«Il diritto di manifestare è sacrosanto – premette il consigliere nazionale Udc Piero Marchesi –. Apprezzo chi si batte per le proprie idee, soprattutto su un tema così sensibile, dove sono sotto gli occhi di tutti le atrocità di queste guerre. Ma il manifestare non deve mai trasformarsi in una licenza per l’odio e l’intimidazione. Quanto accaduto venerdì a Bellinzona è inaccettabile: la piazza, che dovrebbe essere un luogo di confronto civile, è stata ridotta a teatro di aggressività e minacce. Non si può predicare contro la violenza e poi praticarla con gli stessi metodi. Chi si è reso protagonista di questi atti dovrebbe vergognarsi».

Grave, per Marchesi, «è pure l’atteggiamento de I Verdi. In Consiglio nazionale hanno presentato una mozione priva di effetti concreti, utile solo a farsi pubblicità. Il momento peggiore è arrivato dopo: hanno usato quel voto per denigrare pubblicamente chi non li ha seguiti, con una campagna aggressiva volta a dividere e a screditare».

Ed è qui che, per Marchesi, «cade la maschera della sinistra: a parole si presenta come tollerante, aperta e rispettosa delle opinioni altrui, ma nei fatti dimostra l’esatto contrario. Non è apertura, è settarismo; non è tolleranza, è intolleranza verso chi non si allinea. La loro è una doppia morale che mina la credibilità del loro stesso messaggio. D’altronde i dati statistici parlano chiaro: gli atti di violenza pubblica sono in larga parte riconducibili a movimenti e organizzazioni di sinistra».

Gysin: ‘Profondamente scioccata, che tutti si diano una calmata’

«Sono profondamente scioccata da quanto accaduto a Bellinzona – afferma la consigliera nazionale dei Verdi Greta Gysin –. Il diritto al dissenso e alla protesta va difeso, ma allo stesso tempo vanno rispettate le opinioni divergenti e, soprattutto, le persone che le esprimono. Questa è l’essenza della democrazia».

Gli episodi davanti al Teatro Sociale «non sono degni della nostra democrazia – prosegue Gysin – e finiscono per indebolire anche il messaggio che i manifestanti volevano trasmettere. Non si può denunciare la violenza, inaudita e inaccettabile, che lo Stato di Israele sta perpetrando a Gaza con atti violenti qui in Svizzera: capisco la frustrazione e il senso di impotenza di fronte alla reticenza del nostro Paese, ma azioni intimidatorie e aggressive non sono la strada giusta per esprimersi. Mi dispiace sinceramente per tutte le persone che hanno dovuto vivere quei momenti».

Molti però stanno contestando proprio ai Verdi la pubblicazione di un post su Instagram da parte di un loro esponente riguardo al voto recente in Consiglio nazionale, con una sorta di lista di proscrizione di persone e partiti che hanno o avrebbero votato in modo “sbagliato” su Gaza. Gysin precisa: «Post di questo tipo non sono utili, perché non favoriscono un dibattito rispettoso: sarebbe meglio evitarli. Detto questo, gli eccessi si stanno moltiplicando da entrambe le parti. Sarebbe il caso che tutti ci dessimo una calmata e tornassimo a discutere con più rispetto, e in maniera costruttiva».

Comunicazione si immagina dedicata pure al membro del Comitato cantonale del suo partito, Marco Rudin, che in un discorso tenuto venerdì sera proprio davanti al teatro ha detto testuale che “anche i parlamentari ticinesi hanno contribuito a continuare il genocidio”.

Fonio: ‘Un danno per chi sostiene le loro idee’

«Questo tipo di manifestazione non va bene, perché si va a mettere in discussione il potersi esprimere democraticamente limitando le persone: sono atteggiamenti estremisti che fanno male anche alla causa che io stesso condivido, come la presidente di Unia Alleva pesantemente contestata», rimarca il consigliere nazionale del Centro Giorgio Fonio. «Davanti a una tragedia, assistiamo all'estremizzazione del dibattito, non si può far finta di niente pensando che il post dei Verdi ha fomentato in modo vergognoso il dibattito».

Sirica: ‘Le vere violenze sono a Gaza... avessi potuto sarei stato presente anche io’

Con Bruno Storni assente perché impegnato all'estero, in casa Ps si esprime il copresidente cantonale Fabrizio Sirica che però vuole partire «contestualizzando il tutto». Nel senso che «è in atto un genocidio e la Svizzera intesa come Consiglio federale e Dfae non fa nulla. Ed è una vergogna. Ancora la settimana scorsa abbiamo assistito al no alle sanzioni per Isarele, al no a interrompere la collaborazione militare, è stato censurato addirittura il minuto di silenzio chiesto dal Ps alle Camere federali...».

Quindi, riprende Sirica, «capiamo e sosteniamo l'indignazione popolare, se non fossi stato impegnato altrove sarei stato lì anche io. Idealmente sto coi manifestanti e hanno il mio sostegno. Come molti altri pure io sento il dolore dell’impotenza e anche solo una manifestazione è un modo per fare pressione. Le critiche sono legittime e necessarie». Su quelle che Sirica definisce «presunte violenze», specifica che «dagli elementi che abbiamo parlerei di disordini. Sembrerebbero esser stati rotti cinque piatti nei banchetti all’esterno e che qualcuno voleva entrare per fare una azione dimostrativa, è stato fermato e stop. Se è davvero questo di cui stiamo parlando allora è pura strumentalizzazione per distogliere l’attenzione dal vero tema, che è la vergognosa inazione della Svizzera e dei partiti borghesi. Se invece dovesse essere confermato qualcosa di più grave, ovviamente ci si distanzia da violenze, ma attenti ai termini che si usano».

Prendiamo atto che per il vertice socialista, di solito molto attento, lanciare offese sessiste a deputate cantonali, segretarie e altre persone presenti venerdì sera, e aggredire verbalmente sconosciuti che non hanno fatto nulla di male se non presenziare a una discussione sui Bilaterali, non corrisponde al concetto di violenza.

Per il copresidente del Ps, riprende ad ogni modo Sirica, «se si parla di violenze a Bellinzona, allora come chiamiamo la situazione a Gaza? Più di 13mila minori secondo l'Unicef sono stati uccisi, civili ammazzati ogni giorno... Questa è la vera violenza, non cinque piatti rotti da qualche singolo che ha ecceduto, e non fare nulla di ciò che si potrebbe, caro Cassis, significa sostenere indirettamente quella violenza».

Albertoni: ‘Invocano la democrazia e impediscono di partecipare a dei convegni...’

E poi c'è chi ha organizzato il convegno, la Camera di commercio. Il direttore Luca Albertoni sottolinea che «per fortuna non è successo nulla e nessuno si è fatto male, ma chi invoca la democrazia e impedisce ai partecipanti di accedere a un nostro incontro mostra una bella coerenza... Senza parlare delle minacce fisiche, degli insulti e del lancio di liquidi vari a ignari partecipanti alla nostra conferenza, compresi anziani e ragazze. Avessero manifestato pacificamente avremmo dato volentieri qualche minuto a loro per esprimersi, ma così no. Prendersela con Cassis e i pericolosi uomini dell'economia come me può anche starci, lanciare epiteti irripetibili alle donne e minacciare di violenza delle giovani collaboratrici no, è molto triste: dei 200 ospiti che avevamo solo la metà è entrata».

Il Plr: ‘Inaccettabile’

Il Plr, con una nota inviata alla stampa e firmata dal presidente Alessandro Speziali, “esprime profondo disappunto per quanto avvenuto a Bellinzona, dove una manifestazione è sfociata in inseguimenti e intimidazioni ai danni di partecipanti e invitati, tra cui il Consigliere federale Ignazio Cassis”. Secondo i liberali radicali “le atrocità a Gaza sono evidenti e vanno condannate; preoccupano tutti, indipendentemente dalle opinioni politiche. Come ha ricordato il Consigliere federale Cassis, ‘Tutti noi soffriamo nel vedere le stesse immagini che vedono i manifestanti’. Ma proprio perché soffriamo, non possiamo accettare che il dissenso degeneri in sopraffazione, minacce o blocchi che impediscono ad altri cittadini di esercitare le proprie libertà.
La nostra storia nazionale si fonda su costituzionalità, responsabilità e mediazione”. Infine, “non è normale né accettabile che degli invitati — tra cui persone anziane — siano costretti a rimanere chiusi in un edificio, protetti da cordoni di polizia in assetto antisommossa. Il Plr ringrazia le forze dell’ordine per la professionalità con cui hanno impedito l’escalation, malgrado la presenza di alcuni esagitati. La fermezza dello Stato di diritto e la cultura del dialogo sono la migliore risposta a ogni tentativo di intimidazione”. La postilla: “I veti – anche recentissimi – al cessate il fuoco immediato al Consiglio di sicurezza dell’Onu sono posti dagli Stati Uniti. Non certamente dalla Svizzera o dal Consigliere federale Cassis”.

Leggi anche: