Ticino

Stangata dei premi di cassa malati, il Consiglio di Stato ‘deplora’ l’ulteriore incremento

Il governo prende posizione e avverte: ‘L’adeguamento automatico della Ripam peserà 30 milioni in più rispetto a quanto stimato nel preconsuntivo 2025’

‘Un ulteriore aggravio per la popolazione, in un contesto di difficoltà anche per le finanze cantonali’
(Ti-Press)
23 settembre 2025
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Stangata dei premi di cassa malati, il Consiglio di Stato “deplora” l’ulteriore incremento. Non si è fatta attendere la presa di posizione del governo cantonale all’ennesimo aumento dei premi di cassa malati annunciato oggi dalla Confederazione: per il Ticino è previsto un aumento medio del 7,1%, mentre a livello nazionale il rincaro stimato è del 4,4. Quanto comunicato da Berna, ricorda l’Esecutivo cantonale,“fa seguito a tre anni di rincari marcati e rappresenta un ulteriore aggravio per la popolazione, in un contesto di difficoltà anche per le finanze cantonali”. Finanze cantonali che, per via della crescita dei premi, subiranno anche l’adeguamento automatico della spesa per i sussidi di cassa malati. La Ripam, avverte il Consiglio di Stato, nel 2026 salirà a 453,5 milioni, ossia 30 milioni in più rispetto ai dati di preconsuntivo 2025.

‘Rialzo delle stime degli assicuratori, una decisione da stigmatizzare’

Anche quest’anno, a seguito delle esigenze di recupero degli anni precedenti, l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) ha rivisto al rialzo le stime degli assicuratori malattia in Ticino. “Una decisione – depreca il Consiglio di Stato – che il governo ticinese stigmatizza e che evidenzia una volta di più come il sistema sia giunto ai suoi limiti”. E auspica: “Dall’Ufsp e dagli assicuratori malattia è lecito attendersi una maggiore vigilanza sui costi, affinché le stime possano essere confermate di anno in anno, senza necessità di ulteriormente alzare il valore dei premi per pareggiare i conti a posteriori”.

A ciò si aggiunge l’evoluzione della spesa in Ticino, dettata dalla densità dei fornitori di prestazione, dai volumi delle prestazioni effettuate e dalla struttura demografica, che per il governo “richiama ogni attore del sistema alla propria responsabilità nel contenere i costi”. L’andamento degli ultimi cinque anni, rimarca in tal senso l’Esecutivo, “mostra che la spesa cresce in particolare nel settore ambulatoriale e in quello dei medicamenti. Sebbene i margini di intervento cantonali siano limitati, su questi ambiti il Cantone ha agito tempestivamente con le due moratorie che prevedono il blocco delle autorizzazioni in alcune specializzazioni mediche e nel settore delle cure a domicilio”. Di più. Per ridurre il costo dei medicamenti, il Consiglio di Stato si è peraltro fatto promotore di due iniziative cantonali (che chiedono l’obbligo di sostituzione dei farmaci con generici o biosimilari e la riduzione di prezzo dopo vent’anni dal brevetto), attualmente al vaglio del Gran Consiglio.

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