Ticino

I sindacati alzano le barricate contro il Preventivo 2026

In una lettera al governo esprimono ‘profonda contrarietà’ e lanciano un’assemblea intersindacale e intersettoriale per il personale dei servizi pubblici

‘L’indirizzo del Preventivo 2026 mina la coesione sociale e il dialogo tra le parti’
(Ti-Press)
23 settembre 2025
|

I sindacati – Ocst, Sit e Vpod – alzano le barricate contro il Preventivo 2026. E lo fanno attraverso una lettera al governo in cui esprimono “profonda contrarietà sia per il metodo di elaborazione, privo di reale confronto, sia per il contenuto delle misure, che ignorano i bisogni concreti del personale e dell’utenza”. Politiche che, lamentano i sindacati, “stanno provocando un progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro, con carichi sempre più insostenibili e una crescente difficoltà nel garantire servizi di qualità”. Il 22 ottobre si terrà in tal senso anche un’assemblea intersindacale e intersettoriale per il personale dei servizi pubblici, “una prima occasione per discutere, in maniera collettiva e partecipata, dei problemi che interessano il servizio pubblico e le condizioni di lavoro nei vari ambiti”.

‘Misure di risparmio generalizzate che colpiscono duramente il settore pubblico e parapubblico’

A interpellare Ocst, Sit e Vpod il fatto che anche l’anno prossimo il Consiglio di Stato intenda “reiterare un approccio volto al contenimento della spesa, traducendolo in misure di risparmio generalizzate che colpiscono duramente il settore pubblico, sociosanitario e socioeducativo, così come i lavoratori che vi operano”. Per le sigle sindacali, sono tanti i fronti aperti: “Da troppi anni il personale sta subendo una continua erosione delle risorse. Basti pensare al mancato riconoscimento del carovita, alla mancata sostituzione del personale partente, nonché ai tagli nel settore sociosanitario e socioeducativo”. La situazione, scrivono i sindacati, è grave: “I servizi pubblici e parapubblici, privi di mezzi adeguati, non sono più in grado di garantire condizioni di lavoro dignitose, né di sviluppare i miglioramenti necessari per rispondere alle crescenti esigenze della popolazione. Ancora più grave è il fatto che si prospettino proposte di peggioramento delle condizioni di lavoro e di risparmio in ambiti delicati, in un contesto già fortemente sotto pressione”. Proposte alle quali, va da sé, “i sindacati intendono chiaramente opporsi”. La rivendicazione è quindi chiara: “Il risanamento finanziario non può essere pagato da chi lavora e da chi ha bisogno di cure, istruzione e sostegno”.

‘Volumi di lavoro crescenti, che richiedono investimenti e non tagli’

I settori sociosanitario, socioeducativo e dell’istruzione, insistono Ocst, Sit e Vpod, “sono confrontati con volumi di lavoro crescenti, che richiedono investimenti e non tagli”. Tant’è che “l’indirizzo del Preventivo 2026 mina la coesione sociale e il dialogo tra le parti: se non si cambia rotta – avvertono – il rischio è un progressivo smantellamento del servizio pubblico e una crisi reale del partenariato sociale”. La richiesta a governo e parlamento è senza troppi giri di parole di “rivedere urgentemente l’approccio adottato, abbandonando la logica dell’austerità e aprendosi a un dialogo costruttivo”. Tra le misure concrete chieste dai sindacati, il rafforzamento del potere d’acquisto a partire dal recupero del carovita degli ultimi anni, il sostegno ai servizi pubblici fondamentali sempre più in difficoltà, una migliore conciliabilità tra lavoro e vita privata, nonché il miglioramento delle condizioni di lavoro.