Raffaele De Rosa (Dss): ‘La correzione al rialzo della Confederazione suscita molte domande’. Preoccupa il possibile effetto spinta alle due iniziative
È un aumento che fa male, il quarto di fila, che porta il Ticino in vetta alla poco ambita classifica dei Cantoni con il premio medio più alto. Ma c’è un aspetto che al Consiglio di Stato non va proprio giù: la correzione al rialzo dell’aumento dei premi da parte dell’Uffico federale di sanità pubblica rispetto al rincaro che avevano proposto le casse malati. Senza questa correzione da parte dell’autorità federale l’aumento ticinese sarebbe infatti risultato nella media, se non addirittura sotto. «È una scelta che deploriamo», commenta senza giri di parole il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa. Scelta che l’Ufsp ha motivato con la necessità di recuperare i costi extra registrati negli ultimi anni e le spese generate dai tanti assicurati che ogni anni cambiano assicuratore malattia. «Questo intervento di recupero, che ci era stato imposto anche lo scorso anno, dimostra ancora una volta la perversione del sistema attuale». Durante la conferenza stampa a Berna la capa del Dipartimento dell’interno, la socialista Elisabeth Baume-Schneider, ha difeso la misura definendola "giusta e totalmente trasparente”. De Rosa ha però qualche appunto… «la correzione a posteriori suscita molte domande. L’Ufficio federale deve vigilare sugli assicuratori malattia e gli assicuratori malattia devono vigilare sull’adeguatezza e sull’economicità delle prestazioni fatturate. Se l’anno precedente vengono autorizzati dei premi è perché questi coprono i costi. Ce lo dicono ogni anno, salvo poi venire a comunicarci per due anni di fila che c’è un effetto di recupero perché i premi non hanno coperto i costi». Resta però il fatto che in Ticino la spesa sanitaria pro capite è ben sopra la media svizzera. Commenta il direttore del Dss: «Com’è possibile che in Ticino la spesa per la fisioterapia sia più alta del 60 per cento rispetto al resto della svizzera? Sono tutte prestazioni necessarie e adeguate? Serve una maggiore vigilanza da parte delle casse malati, è il loro compito, e da parte dell’Ufficio federale che controlla le stesse casse malati». Aggiunge De Rosa, «mi sembra palese che le cose non funzionano e serve agire urgentemente. Ci può stare – precisa il consigliere di Stato – che la spesa nel nostro Cantone sia un po' più alta, abbiamo una struttura demografica più anziana. Questi divari sono però difficilmente spiegabili».
C’è poi il Cantone e le misure che lo stesso Dipartimento sanità e socialità può mettere in atto. «Quanto la legge federale ci permette di fare, e non è molto, lo abbiamo fatto. Cito ad esempio la limitazione in una decina di specializzazione mediche nel settore ambulatoriale dove il consumo di prestazioni supera il fabbisogno». C’è poi un tema che ritorna sempre quando si parla di correttivi per ridurre la spesa sanitaria: la pianificazione ospedaliera. «Il parlamento ha di recente approvato indirizzi strategici e paletti della nuova pianificazione. Come governo non possiamo discostarci da questa decisione del Gran Consiglio, che ha un suo margine decisionale. La stessa pianificazione – puntualizza De Rosa – sottostà a regole federali. ‘Chiudere qualche ospedale’, come si sente dire spesso, non è permesso dalla LAMal. Sarebbe eventualmente possibile chiudere delle strutture dell’Ente ospedaliero cantonale, ma la facoltà è del Gran Consiglio». Questo però senza dimenticare «che la spesa stazionaria è sostanzialmente stabile. Non arrivano da qui, e quindi dalla pianificazione ospedaliera, gli aumenti di cassa malati degli ultimi anni».
Sta di fatto che l’aumento del prossimo anno peserà ulteriormente anche sulle casse del Cantone: i sussidi saliranno a 453,5 milioni di franchi, 30 in più rispetto al preconsuntivo 2025 e 9 in più rispetto alla prima previsione in vista del Preventivo 2026 (che stimava un aumento dei premi del 5%).
A proposito di spese del Cantone per ridurre i premi, domenica si votano le due iniziative sulle casse malati di Lega e Ps, rispettivamente per la deducibilità integrale dei premi e per mettere un limite al 10%. Questo aumento darà il vento in poppa alle due proposte? «È possibile perché si tratta di iniziative allettanti – commenta De Rosa che insieme al governo raccomanda due no –. Ma non sono sostenibili finanziariamente. Il nostro attuale sistema Ripam è già molto sociale e garantisce un aiuto per circa un cittadino su tre».