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Esplosione premi cassa malati, si muovono Ps e Plr

Riget chiede lumi sull'ampliamento della Clinica Santa Chiara e le conseguenze sulla pianificazione. Che per i liberali deve essere molto più coraggiosa

Le fatture intanto esplodono
(Ti-Press)
24 settembre 2025
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Otto domande affilate per capire quali conseguenze abbia il previsto ampliamento della Clinica Santa Chiara di Locarno, con nuovi spazi ambulatoriali, per la pianificazione sanitaria e i premi di cassa malati. Le ha inoltrate al Consiglio di Stato, con un'interrogazione, la copresidente del Partito socialista Laura Riget secondo cui una correlazione potrebbe esserci eccome: “I premi riflettono i costi – scrive infatti –. Controllare l'evoluzione dei costi sanitari significa quindi anche contenere la crescita dei premi, una delle principali preoccupazioni delle famiglie ticinesi”. Preoccupazioni schizzate alle stelle ieri, con la notizia dell'aumento del 7,1% medio del premio per l'anno prossimo.

Con ordine. “In questi giorni sono emerse due notizie di rilievo – ricorda Riget –. La prima riguarda l'aumento dei premi con il Ticino che si conferma il Cantone più colpito, la seconda concerne il Gruppo ospedaliero Moncucco, che ha inoltrato la domanda di costruzione per un nuovo stabile della Clinica Santa Chiara a Locarno”. La copresidente socialista rammenta pure che già in una precedente interrogazione, che verteva sulle cure stazionarie in ambito ginecologico e ostetrico e sulla collaborazione Eoc-Santa Chiara, “abbiamo chiesto al Consiglio di Stato di chiarire gli effetti della partnership sulla spesa sanitaria cantonale”. Ebbene, riprende Riget, oggi “alla luce dell'ampliamento e degli obiettivi dichiarati di aumentare anche l'attrattiva della Clinica per pazienti provenienti non solo dal Locarnese, ma pure da altre regioni, sorgono nuove domande”. Perché il tema, “sebbene distinto da quello delle cure stazionarie, vi è strettamente connesso: un'espansione dell'offerta ambulatoriale può produrre effetti anche sui ricoveri, generando possibili ‘osmosi’ tra i due ambiti”.

‘L'ampliamento dell'offerta ambulatoriale può determinare un aumento di costi?’

Ed ecco quindi le domande, secche, a partire dalla prima con cui si chiede al governo se ritenga che questo ampliamento dell'offerta ambulatoriale “possa determinare un aumento dei costi sanitari cantonali” e, se sì, “è disponibile una valutazione d'impatto dell'ampliamento previsto (costi diretti/indiretti, effetti su premi e partecipazioni a carico dei pazienti, effetti sulle finanze cantonali)?”. Riget continua chiedendo in quale misura questo ampliamento sia coerente con gli obiettivi dichiarati dalla collaborazione Eoc-Santa Chiara, e come valuta il governo le dichiarazioni di Christian Camponovo, direttore della Clinica, secondo cui l'ampliamento “mira ad attrarre anche pazienti da altre regioni verso Locarno”. Infine, la copresidente del Ps chiede se il governo condivida la preoccupazione che “una crescita dell'ambulatoriale possa tradursi in un incremento dei ricoveri stazionari (e viceversa), quali strumenti sono attivi per monitorare e controllare tali dinamiche, quali leve abbia il Cantone per monitorare e regolare lo sviluppo dell'offerta privata ambulatoriale e come valuta la tendenza all'aumento di strutture ambulatoriali collegate a cliniche private ospedaliere, e quali effetti prevede sulla pianificazione sanitaria cantonale e sulla spesa pubblica.

Il Plr spinge sulla concentrazione delle strutture e delle specializzazioni

A muoversi dopo la comunicazione dei nuovi premi è anche il Plr, sui due livelli: cantonale e federale. Per quanto riguarda il Ticino, con una mozione, il presidente Alessandro Speziali, la vicepresidente Natalia Ferrara e il capogruppo in Gran Consiglio Matteo Quadranti chiedono “una pianificazione ospedaliera coraggiosa, di qualità e razionale” perché “si tratta di uno degli strumenti più efficaci per contenere la spesa senza sacrificare l'accesso alle cure”. Qualcosa è stato messo in campo, riconosce il Plr. Ma adesso, per accelerare, la richiesta al governo è di elaborare un rapporto “in cui si esaminano con rigore i benefici attesi da una concentrazione delle strutture e delle specializzazioni, in scenari alternativi, stimando gli impatti su costi e qualità”. Il primo scenario è definito “Radicale (centralizzazione spinta)”, e prevede “una concentrazione per ciascuna grande disciplina chirurgica e medica, per esempio in due poli complementari, con accorpamento delle sale operatorie, guardia notturna eccetera. Inoltre, riconversione delle sedi periferiche nonché una forte ottimizzazione del parco tecnologico e degli spazi”. Il secondo scenario, “Intermedio (razionalizzazione mirata)” ha gli stessi obiettivi “ma con un tasso di concentrazione meno accentuato e più diffuso”.

A Berna chiesti chiarimenti sui costi per richiedenti asilo e statuti S

A livello federale, si diceva, i liberali radicali invece chiedono lumi (e trasparenza e coerenza) per quanto riguarda l'assistenza ai richiedenti asilo e ai titolari di statuto S. Con un'interrogazione dei consiglieri nazionali Alex Farinelli e Simone Gianini, infatti, si ricorda che secondo l'attuale sistema “i richiedenti asilo, le persone ammesse provvisoriamente e i titolari di statuto S sono integrati nella Lamal. Tuttavia, i premi e i costi accessori sono interamente a carico dei Cantoni, che vengono compensati dalla Confederazione con somme forfettarie, mentre il resto dei costi è redistribuito tramite il sistema generale di compensazione dei rischi”. Così facendo però, sottolineano Farinelli e Gianini, “la spesa sanitaria legata a queste categorie di persone non ricade esclusivamente sui Cantoni, ma è ampiamente ripartita su tutta la popolazione assicurata. Questo approccio solleva domande di equità e sostenibilità”. Per questo, le domande al Consiglio federale vanno dal chiedere il costo medio annuo per singolo richiedente asilo e titolare di statuto S al chiedere la percentuale dei costi sanitari legati a queste persone che viene effettivamente redistribuita sull'intera popolazione. Passando dalla possibilità di creare un accesso al sistema sanitario specifico, pubblico e limitato per queste categorie di persone al di fuori del sistema Lamal e la richiesta di dati che possano quantificare l'assunzione di costi su base cantonale.

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