La Camera dei Cantoni approva all'unanimità il balzello per chi passa da frontiera a frontiera la Svizzera senza fermarsi. Strada in discesa al Nazionale
Luce verde dal Consiglio degli Stati per l’introduzione di una tassa di transito sul traffico stradale che attraversa la Svizzera senza fermarsi. Oggi, infatti, ha approvato all'unanimità una mozione in tal senso di Marco Chiesa (Udc), che era stata presentata parallelamente in Consiglio nazionale anche dai deputati Pamini (Udc), Gianini (Plr), Stadler (Centro), Storni (Ps) e Gysin (Verdi). Ed è un autentico cambiamento di rotta, perché andrebbe a tassare maggiormente il transito da frontiera a frontiera.
L'ammontare della tassa dovrà essere stabilito in base alla densità del traffico, all'ora e al giorno della settimana, in modo da disincentivare la circolazione dei veicoli quando congestionata. L'obiettivo è distribuire meglio il traffico di transito sulle autostrade, in particolare sull’asse nord-sud, possibilmente riducendolo. Il ricavato della tassa verrebbe destinato al Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (Fostra). Ora toccherà al Consiglio nazionale esprimersi, dove i firmatari delle cinque mozioni parallele sono già oltre una novantina, mentre il Consiglio federale, come ribadito ancora oggi in aula da Albert Rösti, è contrario, soprattutto per questioni d’implementazione pratica.
«Quella di oggi è una cartina di tornasole rispetto a un tema annoso, quello del traffico parassitario che attraversa il nostro Paese – rileva Chiesa interpellato da ‘laRegione’ –. Vedere il Consiglio degli Stati approvare questa proposta all'unanimità è assolutamente sorprendente, e fa piacere perché vuol dire che tutti i Cantoni sostengono la necessità di dover far qualcosa che sia, evidentemente, compatibile con gli accordi con l'Ue, ma che permetta anche di trovare delle formule affinché persone che non lasciano niente sul nostro territorio siano chiamate a contribuire finanziariamente per gli effetti del loro passaggio». E per ‘effetti’, Chiesa intende «colonne continue, infrastrutture e spese per mantenere queste infrastrutture. In tal modo – conclude – si potrebbe anche incentivare la gente a fermarsi sul nostro territorio».
Sulla stessa linea il deputato del Plr Simone Gianini, proponente assieme agli altri colleghi della mozione parallela al Nazionale, il quale ci spiega come quello di oggi della Camera dei Cantoni «sia stato un segnale davvero fortissimo, perché anche i rappresentanti di Cantoni non per forza così toccati dal traffico di transito come lo sono invece il Ticino e gli altri sull’asse del San Gottardo, hanno riconosciuto che così non si può più andare avanti».
Insomma, per Gianini «il fatto che questa mozione sia stata approvata all'unanimità agli Stati è pure la dimostrazione che è praticabile. Innanzitutto – come confermato anche dal Consiglio federale – dal profilo giuridico, perché va a tassare non l’automobilista straniero in quanto tale, ma un tipo di transito, quello turistico da frontiera a frontiera, che non è protetto né dall'Accordo sulla libera circolazione delle persone, né da quello sui trasporti terrestri». Dal profilo pratico, continua il deputato ticinese, «i nostri valichi e i punti nevralgici della nostra rete autostradale sono già muniti di telecamere che, applicando l'intelligenza artificiale, permetterebbero di implementare la riscossione di una simile tassa».
In quanto presidente nazionale dell’Automobile Club Svizzero, Gianini sottolinea che «la soluzione ora proposta non va vista come un passo verso un ‘road pricing’ interno a carico degli automobilisti svizzeri, andando al contrario proprio, ad esempio, ad affossare idee come quella di un pedaggio al Gottardo, che lo sarebbe invece stato, oltre a penalizzare pesantemente il Cantone Ticino». Sul fatto che si vanno a tassare di più gli automobilisti, Gianini osserva infine che «non lo saranno quelli svizzeri, i quali potranno invece aspirare ad avere assi autostradali un po’ meno congestionati, che in certi momenti dell’anno nemmeno possono utilizzare vista la colonna che c’è di auto straniere».