Così i Servizi di assistenza e cura a domicilio affiliati alla Vpod sul Preventivo 2026. ‘Il settore si trova in una situazione critica e insostenibile’
“Ulteriori tagli significherebbero meno personale sul territorio, meno tempo per ogni utente, minore capacità di rispondere ai bisogni crescenti della popolazione”. Riunitosi di recente, il personale dei Servizi di assistenza e cura a domicilio (Sacd) affiliato al sindacato Vpod esprime “profonda preoccupazione per i nuovi tagli annunciati nel Preventivo 2026” del Cantone. Preventivo che il Consiglio di Stato dovrebbe presentare ufficialmente la prossima settimana. “Dopo anni di riduzioni, il settore della cura a domicilio si trova in una situazione critica e insostenibile – evidenzia la risoluzione votata nella recente assemblea –. I Sacd garantiscono ogni giorno un servizio fondamentale a persone anziane, disabili, malati cronici e famiglie in situazione di fragilità”. Nonostante ciò, le politiche di risparmio “hanno ridotto al minimo le risorse disponibili, mettendo in pericolo la qualità e la continuità della presa a carico”.
Il personale dei Sacd, si sottolinea ancora nella risoluzione, “è stremato: lavora con ritmi serrati, carichi insostenibili e senza un adeguato riconoscimento professionale”. Il rischio “concreto”, prosegue il documento, “è un abbandono delle professioni di cura, proprio nel momento in cui la domanda di assistenza domiciliare è in forte aumento, a causa dell’invecchiamento della popolazione e delle crescenti fragilità sociali”.
La Vpod ritiene “inaccettabile che, mentre si dichiara pubblicamente l’intenzione di rafforzare le cure a domicilio e di avvicinare i servizi al territorio, si continuino a tagliare le risorse a chi queste cure le garantisce ogni giorno, con dedizione e professionalità”. Chiede pertanto “servizi domiciliari di qualità, accessibili a tutte e tutti; condizioni di lavoro dignitose e sostenibili per il personale; un vero riconoscimento del ruolo delle professioni sociosanitarie; investimenti strutturali per il futuro del settore in Ticino”.
Un Ticino “chiamato a scegliere”. Ossia: “Vuole davvero rafforzare l’assistenza a domicilio e garantire vicinanza alle persone oppure intende continuare a logorare un settore già fragile, colpendo proprio i più deboli?”.