Ticino

Settore manifatturiero in affanno in Ticino

Stando al monitoraggio statistico dell’Ustat la situazione degli affari peggiora sul piano nazionale e, in maniera ancora più marcata, a livello cantonale

Nubi all’orizzonte
(Ti-Press)
6 2025
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La situazione degli affari del settore manifatturiero peggiora sul piano nazionale e, in maniera ancora più marcata, a livello cantonale. È questo in estrema sintesi il quadro a tinte fosche che emerge dall’ultimo notiziario statistico dell’Ustat. “Un riflesso – scrive l’Ufficio di statistica – dell’incertezza economica e dei dazi che pesano sull’economia nazionale e hanno frenato le esportazioni”.

Nel dettaglio, nel terzo trimestre dell’anno, la situazione degli affari riportata dagli imprenditori del manifatturiero risulta peggiorata: “In Ticino – si legge nel notiziario statistico – una maggioranza relativa di imprenditori giudica che la propria azienda sia in una situazione negativa. Anche a livello nazionale il quadro è simile, ma il deterioramento della situazione porta a percentuali di valutazioni negative più contenute”. Le valutazioni negative si ripercuotono poi anche sulle prospettive a breve termine: “Se fino a luglio i saldi oscillavano tra neutralità e ottimismo (più marcato in Svizzera che in Ticino), nelle ultime due indagini – viene messo in evidenza – prevale invece la quota di imprenditori che prevede un peggioramento della propria situazione.

Clima di incertezza aggravato dai dazi imposti dagli Stati Uniti

Questa dinamica, come detto, riflette il clima di incertezza economica che caratterizza il periodo, aggravato da fattori esterni come i dazi imposti dagli Stati Uniti, che hanno determinato un calo delle esportazioni e un conseguente rallentamento dell’industria manifatturiera. “Non sorprende quindi – osserva in tal senso l’istituto statistico – che le imprese che riportano le difficoltà maggiori siano quelle più orientate al mercato estero”. I saldi peggiori, con oltre la metà degli imprenditori che hanno espresso giudizi negativi, si sono registrati in agosto, mentre settembre, pur restando in territorio decisamente sfavorevole, mostra timidi segnali di ripresa. Le aziende focalizzate sul mercato interno mostrano invece una situazione meno critica, anche se la valutazione attuale resta negativa, ma in misura contenuta, mentre le previsioni sono leggermente positive.

Volumi degli ordini insufficienti e calo dei livelli di produzione

La debolezza della congiuntura, nota quindi l’Ustat, “si riflette inevitabilmente sul volume degli ordini”. In Ticino, circa due terzi degli imprenditori giudica il volume insufficiente, in particolare per gli ordini provenienti dall’estero. “Dopo un primo trimestre in ripresa – viene riportato nel documento –, complice anche il comportamento anticipatorio delle aziende rispetto ai dazi americani, a partire da aprile il saldo è costantemente peggiorato”.

Conseguentemente, i giudizi degli imprenditori ticinesi sulla produzione si allineano a quanto osservato per le giacenze e per gli ordini: “Il saldo resta infatti costantemente negativo e peggiora rispetto a sei mesi fa, con un picco particolarmente negativo ad agosto già recuperato a settembre”.

Potenziali conseguenze anche sull’occupazione

Il deterioramento della situazione degli affari, del volume degli ordini e della produzione lascia intravedere potenziali conseguenze anche sull’occupazione. Tant’è, rimarca l’Ufficio di statistica, che “in Ticino il saldo relativo ai livelli attuali dell’occupazione ha subito un’accelerazione negativa a partire da giugno e nel mese di settembre quasi un terzo degli imprenditori del settore giudicano eccessivi i livelli di occupazione”. E aggiunge: “Non sorprende quindi che in parallelo aumenti la quota di imprenditori che prevede un calo dell’occupazione nei prossimi tre mesi”.