In Svizzera numerose associazioni si occupano di proteggere le vittime di tratta di esseri umani, tra queste l'Antenna MayDay Ticino. Con le settimane di azione contro questa tratta in corso, è il momento di tracciare alcuni bilanci.
Nel Canton Vaud, per esempio, l'associazione Astrée (Association de Soutien aux victimes de Traite Et d’Exploitation, letteralmente associazione di sostegno alle vittime di tratta e di sfruttamento) festeggia questo mese i suoi dieci anni di attività. Dieci anni in cui sono state seguite 268 vittime, dalle 30 nel 2016 alle 123 nel 2024. Soltanto l'anno scorso sono state identificate 40 nuove vittime e si sono svolte 36 procedure penali, di cui 15 nuove denunce. Prima del 2015 si contavano soltanto due o tre identificazioni all'anno.
Per questo motivo il Dipartimento della sanità e della socialità vodese (DSS), sotto la cui egida opera Astrée, ha deciso di aumentare quest'anno da 8 a 10 gli alloggi di transizione. Nel 2026 lo Stato finanzierà un locale esterno, gestito da Astrée, per le consultazioni ambulatoriali.
Inoltre l'associazione si occupa della formazione di persone coinvolte professionalmente in questo ambito, quali membri della polizia, dell'ispettorato del lavoro e del controllo abitanti.
Più recente la storia vallesana, dove l'AVIT (Association valaisanne de soutien aux victimes et témoins de traite des êtres humains, traducibile come associazione vallesana di sostegno alle vittime e ai testimoni della tratta di esseri umani) è attiva da un anno e mezzo, durante i quali ha identificato 28 vittime (più di quelle registrate dal 2013 al 2022), di cui 20 donne e 8 uomini. Il 64% dei casi sarebbe legato a infrazioni di carattere sessuale.
L'AVIT si è pure occupata di formare 250 professionisti, soprattutto appartenenti alla polizia cantonale e impiegati nel sostegno alle vittime, e a partire dal 2026, grazie a un progetto pilota istituito dal Consiglio di stato vallesano, potrà contare su un budget annuale di 280'000 franchi. "La tratta di esseri umani, in qualsiasi forma è una violazione inaccettabile della dignità umana. Per questo il Canton Vallese applicherà una tolleranza zero per lottare contro questo flagello della società", ha dichiarato oggi durante una conferenza stampa il presidente del Consiglio di stato e direttore del Dipartimento di sanità, affari sociali e cultura Mathias Reynard.
Attualmente, oltre a Ticino, Vaud e Vallese, a impegnarsi in questa lotta ci sono anche la Fachstelle Frauhandel und Frauenmigration nel Canton Zurigo e il Centre Social Protestant nel Canton Ginevra.