Lo studio dell'USS rileva che nel 2024 i Cantoni avevano previsto un deficit ma hanno registrato un surplus di 1,1 miliardi; 18 su 26 prevedono deficit per il 2026
I Cantoni sottostimano sistematicamente le loro entrate nei preventivi, con l'obiettivo di giustificare tagli e riduzioni delle prestazioni. È l'accusa mossa oggi dall'Unione sindacale svizzera (USS), che si basa su uno studio pluriennale.
Per il 2024 avevano ad esempio previsto complessivamente un deficit di 1,3 miliardi di franchi, ma hanno invece realizzato un surplus di 1,1 miliardi, rileva l'USS in una nota odierna.
L'analisi evidenzia che 18 Cantoni su 26 hanno nuovamente preventivato un deficit per il 2026. Questa previsione di bilancio pessimistica riprende il modello degli anni precedenti, anche se i Cantoni registrano regolarmente risultati nettamente migliori, prosegue l'USS.
Mediamente i Cantoni sottostimano le loro entrate di diversi punti percentuali, secondo l'USS, che vede in questa prassi una chiara strategia politica: presentare deliberatamente le loro finanze sotto una luce meno favorevole per giustificare misure di austerità. La Confederazione sta attualmente facendo lo stesso con il suo cosiddetto programma di stabilizzazione, che prevede tagli massicci al servizio pubblico e ai dipendenti federali, secondo l'Unione sindacale.
Un analogo principio è stato applicato per decenni anche all'AVS, sempre con previsioni troppo pessimistiche per creare pressione al ribasso. Parallelamente, i bilanci pubblici sono rimasti solidi, fa notare ancora l'USS, esigendo sanzioni chiare per questa ricorrente sottostima.
"I Cantoni devono preventivare le loro entrate in modo onesto e realistico. I fondi pubblici devono andare a beneficio dei lavoratori e delle lavoratrici, nonché della popolazione in generale, non dei più ricchi", prosegue l'USS, per la quale invece di ulteriori agevolazioni fiscali per i gruppi societari, occorre adottare misure volte a rafforzare il potere d'acquisto, ad esempio alleggerendo i premi dell'assicurazione malattia, aumentando i contributi per le attività di assistenza e migliorando le prestazioni per le famiglie.
La politica di austerità deve essere interrotta. Le eccedenze appartengono alla popolazione attiva, non ai più ricchi, conclude l'USS.