Ticino

‘Patriottismo e neutralità devono essere anche parole di sinistra’

Al Congresso del Partito comunista ribadita la centralità di questi temi. Ay: ‘Difesa della coesione sociale e del servizio pubblico’

Ieri ad Arbedo-Castione anche diverse delegazioni estere
(Ti-Press)
9 novembre 2025
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Continuare a crescere portando avanti i propri temi, su tutti quello della neutralità, con una linea chiara che non per forza deve essere condivisa dalle altre forze di sinistra. Il Partito comunista (Pc) ticinese si è trovato sabato ad Arbedo-Catione per il suo 25° Congresso. «Cari compagni e care compagne, il nostro partito vince. È la prima cosa che vi voglio dire. Perché è nostro dovere essere umili e modesti ma anche sottolineare i nostri successi», afferma in apertura del suo discorso il segretario del Pc Massimiliano Ay. «Non era scontato che un partito come il nostro potesse emergere come ha fatto negli ultimi anni. Siamo il partito più presente tra i giovani, gli studenti e presto, ve lo garantisco, lo saremo anche tra i lavoratori». Per Ay tutti gli obiettivi che il Partito si era dato quattro anni fa, durante l’ultimo Congresso, «sono stati tutti raggiunti». Ma il lavoro da fare resta molto, a cominciare dalla mobilitazione del 29 novembre contro i tagli contenuti nel Preventivo 2026. «Non abbiamo paura di usare la parola ‘patriota’. Perché patriota vuol dire avere a cuore il servizio pubblico e difenderlo. Patriota è chi difende la coesione sociale e non fomenta una guerra tra poveri», dice Ay. Tra i temi sui quali il Pc ha più insistito c’è quello della neutralità. «Difendere la neutralità è il modo più rivoluzionario possibile per impedire ai borghesi di sottometterci del tutto al solo mercato atlantico». Rimarca il segretario del Pc che ha anche voluto sottolineare la distanza con il Movimento per il socialismo e la loro opposizione «urlata». «La neutralità – riprende Ay – deve essere una priorità della politica, non capirlo a sinistra è un problema e dimostra che non si sa come funziona il mondo. Il nostro compito non è prendere voti adesso, ma costruire un’organizzazione che permetta alla classe operaia di costruire una società nuova quando i tempi saranno maturi». Nel frattempo il Pc ha deciso di allargare da 20 a 30 membri il suo comitato centrale.

A ripercorrere gli ultimi quattro anni è stato il vicesegretario Alessandro Lucchini: «Abbiamo affrontato sfide importanti ma lo abbiamo fatto sempre a modo nostro, nell’interesse generale del Partito e rispettando la linea scelta con uno sforzo collettivo». A occupare l’agenda del Partito comunista negli ultimi anni c’è stato soprattutto il tema della neutralità. «Siamo stati i primi a sinistra a parlare di neutralità evitando così che questo importante tema restasse un’esclusiva della destra nazionalista – afferma Lucchini –. Attorno a questo dossier abbiamo costruito buona parte della nostra attività pubblica». Già, perché per il Pc parlare di neutralità vuole anche dire «restare fuori dall’Unione europea, dire no agli Accordi bilaterali III e diversificare i partner commerciali a livello internazionale». Ultimi anni che sono stati anche segnati dalle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. «Il contesto internazionale non è mai stato così teso. La guerra della Nato contro la Russia combattuta in Ucraina ha segnato una cesura storica. Il clima per chi, come noi, non si piega alla narrazione mainstream si è fatto decisamente pesante». Tornando sul piano interno. «Non abbiamo quindi esitato a sostenere l’iniziativa per la neutralità integrale lanciata dall’Udc nonostante nei nostri confronti siano arrivate numerose critiche da chi ci ha dato dei ‘fascisti’ o dei ‘rossobruni’». E quindi la critica alle altre forze progressiste. «Perché se una cosa la dice l’Udc allora, a sinistra, è vietato sostenerla… questo è il livello del dibattito politico a cui siamo arrivati». Lucchini: «La neutralità è per noi una linea strategica che ci rende diversi dal resto della sinistra. Andremo avanti con coerenza in questa direzione».