Ticino

Caso Hospita, ecco la richiesta ufficiale di una Commissione parlamentare d'inchiesta

Il coordinatore Sirica: ‘Alcune figure pubbliche di spicco si sono rifiutate di rispondere alla nostra convocazione. Restano quindi aspetti da chiarire’

I lavori della sottocommissione speciale sono durati due mesi e mezzo
(Ti-Press)
11 novembre 2025
|

Sul caso Hospita – l'intricato caso dove nomine, interessi politici ed economici si incontrano – c'è ancora da fare chiarezza. Molta chiarezza. La sottocommissione parlamentare speciale, creata nel mese di agosto proprio per fare luce su questa vicenda, ritiene infatti che sul caso vada istituita una Commissione parlamentare d'inchiesta (Cpi) “rafforzata”, ovvero con anche la presenza di figure tecniche in grado di aiutare i lavori. «Come sottocommissione abbiamo esaurito il margine di quello che potevamo fare», commenta il coordinatore del ristretto gremio Fabrizio Sirica (Ps). Anche perché, e questo è un punto molto rilevante, alcune figure politiche di rilievo si sono rifiutate di rispondere alla convocazione della sottocommissione.

«I lavori si sono svolti mettendo subito in chiaro quali fossero i possibili parametri della nostra azione», premette Sirica. «Nel corso dei mesi abbiamo ricevuto ulteriori informazioni rispetto a quanto era già di dominio pubblico. Informazioni che sono state gestite con estrema riservatezza». Aggiunge il coordinatore della sottocommissione: «C’erano aspetti o punti che non riuscivamo a comprendere e senza i quali mettere in fila i fatti e fare chiarezza era difficile. Abbiamo quindi deciso di audizionare alcune parti coinvolte.Alcune persone estremamente importanti per capire quanto era avvenuto, persone con una rilevanza pubblica, non si sono però messe a disposizione. Non c’è infatti un obbligo di rispondere alla convocazione e mostrarsi collaborativi». La conseguenza? «I nostri margini di lavoro si sono esauriti e visto che restano domande in sospeso chiediamo di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta». Cpi e non audit esterno, nemmeno se “rinforzato” come nel caso del funzionario del Dss. «Un audit esterno avrebbe avuto sostanzialmente gli stessi potere della sottocommissione, serve però uno strumento diverso per fare chiarezza fino in fondo. Questo con rigore giuridica, grazie all’aiuto di uno o più specialisti». C’è però dell’altro secondo la sottocommissione. «Questa vicenda ha una grande rilevanza dal profilo politico e non può essere quindi rimandata solo a dei professionisti come sarebbe stato invece con un audit esterno. Bisogna entrare in logiche e meccanismi di potere e di gestione delle nomine. Sono aspetti che riguardano soprattutto la politica ed è quindi opportuno che se ne occupi una Cpi. Si tratta di un’azione propositiva per la politica stessa e non un’azione punitiva contro una persona o un partito».

I quattro punti da chiarire

I lavori sono durati oltre due mesi e, come ha spiegato Sirica ai media questo pomeriggio, avevano quattro obiettivi principali. Primo: valutare la legittimità e l’opportunità che uno o più consiglieri di Stato e granconsiglieri, quelli della Lega, promuovessero un'inchiesta privata su un’azienda anch’essa privata. Secondo: valutare la legittimità e l’opportunità del mandato conferito all’avvocato Enea Petrini, nel consiglio di amministrazione di BancaStato e pure legale (per altre vicende) di una delle parti coinvolte (Eolo Alberti). Terzo: verificare la natura delle informazioni in possesso ai consiglieri di Stato leghisti durante le fasi della vicenda, con particolare attenzione al fatto se avessero in loro possesso informazioni di illeciti e come avrebbero trattato queste informazioni. Quarto: approfondire le dichiarazioni di Norman Gobbi che parlava espressamente di ‘combine’ e cosa ha fatto il direttore del Di di queste informazioni.

La sottocommissione è composta, oltre che da Sirica, anche da Samantha Bourgoin (Verdi), Natalia Ferrara (Plr), Tiziano Galeazzi (Udc) e Fiorenzo Dadò (Centro). Quest'ultimo sotto inchiesta per falsa testimonianza e denuncia mendace in relazione al cosiddetto ‘caos Tpc’. Non fa invece parte del ristretto gremio un rappresentante della Lega visto che il Movimento, per opportunità visto che le verifiche riguardano diversi suoi alti esponenti, ha deciso fin dal principio di rinunciare.

I passaggi

La procedura non sarà in ogni caso immediata. La commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’ ha ora ricevuto il rapporto da parte della sottocommissione speciale. La ‘Gestione e finanze’ deciderà poi se fare propria la richiesta di una Cpi e inoltrarla all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio. Dopodiché la richiesta passa sul tavolo del Consiglio di Stato, che avrà tempo per fare le sue osservazioni (comunque non vincolanti) A quel punto la ‘Gestione e finanze’ avrà tutti gli elementi per proporre sottoporre al parlamento mandato con al suo interno costo e membri della Cpi (compresi gli eventuali esperti esterni).

Leggi anche: